Contratto di governo gialloverde, versione definitiva, capitolo esteri. Quando una parola in più o in meno può fare la differenza. Nel tira e molla delle bozze preparate da Lega e 5 Stelle si continuano a limare alcuni aspetti rivelatisi a dir poco controversi. E a far tirare un respiro di sollievo, oltre alla mancata sospensione dei lavori della Tav, è il nuovo, sempre succinto, paragrafo relativo alla politica estera, ed in particolare alle sanzioni verso la Russia.
Fino a ieri sera il testo prevedeva che il nuovo governo si sarebbe impegnato per ritirarle “immediatamente”. Questo avrebbe potuto significare l’obbligo politico (non costituzionale ovviamente) di porre il veto al Consiglio europeo di fine giugno. Una possibile bomba nelle relazioni con Bruxelles e Washington e forse anche più di quanto auspicato da Mosca.
Eccoci dunque alla nuova formulazione. “È opportuno il ritiro delle sanzioni imposte alla Russia, da riabilitarsi come interlocutore strategico al fine della risoluzione delle crisi regionali (Siria, Libia, Yemen)”.
Confermato il pesante shift politico a favore della Russia, è sparito però il termine “immediato” che aveva causato una forte tensione internazionale. Tutto risolto quindi? Solo in parte. La stretta connessione fra la Lega e Russia Unita, il partito di Putin, resta come una ipoteca alla possibile condivisione di materiale classificato della Nato e certamente Salvini, una volta divenuto ufficialmente maggioranza di governo, sul ritiro delle sanzioni non mollerà, anzi. Intanto si può osservare l’eliminazione di un termine (“immediato”) che è insieme il massimo ed il minimo del risultato possibile per tenere l’Italia nel quadro delle sue alleanze internazionali.