L’Italia sta per avere un governo. Nel pomeriggio di ieri il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha fermato ogni manovra per la creazione di un esecutivo “di garanzia” perché Lega e M5S hanno ripreso le trattative a pieno ritmo. Il Capo dello Stato ha dato ai due partiti 24 ore per trovare la quadratura del cerchio e offrire una proposta consistente. Il numero uno della Lega, Matteo Salvini, è riuscito a ottenere il via libera da parte del partner di coalizione Silvio Berlusconi che ha ascoltato quanti, tra i suoi, gli hanno chiesto di compiere un “passo di lato” per evitare il ritorno alle urne in estate. In questo modo Forza Italia si sfila dal ring salvando la natura della coalizione di centrodestra e rimanendo tuttavia arbitro esterno del futuro.
“Una maggioranza putiniana”, come la definisce il professor Stefano Ceccanti, che non piace affatto agli ambienti culturali e giornalistici ai quali il M5S è vicino, per lo meno idealmente.
“Una pagliacciata mai vista neppure in Italia” – sferza dalla prima pagina de Il Fatto Quotidiano Marco Travaglio – “Tipo quei bei matrimoni dove il marito autorizza la moglie a mettergli le corna e magari si diverte a guardare da dietro la porta. E questa sarebbe solo la parte visibile dell’accordo perché quando c’è di mezzo Berlusconi c’è quella invisibile. Che è ancora peggio: oscena nel senso vero della parola: fuori dalla scena”.
Anche il professore dell’Istituto di studi politici di Parigi Jean-Paul Fitoussi, (nella foto con Giulio Tremonti), a margine del convegno “La transizione alla Green Economy”, esprime importanti dubbi sulla tenuta e sulla coerenza interna della maggioranza che si sta delineando. “Per definizione un governo deve prendere delle decisioni e un governo deve essere preso sul serio all’estero, soprattutto in Europa” – dice Fitoussi a Formiche.net – “Per essere preso sul serio e per prendere delle decisioni ha bisogno di stabilità e di credibilità. Il risultato uscito dalle urne non consente di capire da dove dovrebbe arrivare la stabilità del governo ‘provvisorio’ italiano. E ancora di più non si capisce come questo esecutivo potrebbe essere preso sul serio a Bruxelles o a Washington. Io credo, come minimo, che le forze in campo dovranno abbandonare ogni posizione anti europeista”.
Di segno opposto, invece, il commento di Paolo Becchi, pensatore un tempo vicino al M5S. “È la prima vittoria di peso del ‘sovranismo’ in Europa” – scrive sul suo profilo Facebook – “Al nord aveva vinto la Lega, al sud il M5S, ora entrambi al governo insieme per una Italia di nuovo sovrana”.