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Se la lobby semplifica troppo

“I lobbisti sono quelle persone che per farmi comprendere un problema impiegano dieci minuti e mi lasciano sulla scrivania cinque fogli di carta. Per lo stesso problema i miei collaboratori impiegano tre giorni e decine di pagine”. Sono parole di J. F. Kennedy e questa è, in assoluto, la citazione più gettonata nel mondo della lobby.

Già a partire dalla fine secolo scorso, la semplificazione è diventata una vera e propria divinità, sul cui altare è stata sacrificata la profondità della conoscenza. “Ci racconti l’estetica di Kant in due minuti!”: più che una richiesta, una minaccia al povero Kant e all’estetica tutta. Il problema è che le vittime della semplificazione a tutti i costi non hanno il coraggio di dichiarare esplicitamente che sì, la semplificazione va bene ma, come tutte le cose, ha un prezzo. E il prezzo è il rischio che i problemi non vengano compresi a pieno. Una voce contro tendenza è quella di Gianluca Ansalone, lobbista per British American Tobacco. Telos A&S lo ha intervistato per Lobby Non Olet, la rubrica di video-interviste dedicata ai lobbisti e al loro mondo.

“La lobby tradizionalmente ha un problema strutturale, un grande limite che, se continua, la porterà alla sua estinzione”. Il limite di cui parla Ansalone è “il tentativo disperato di semplificare la realtà”. “Il lobbista dovrebbe essere sufficientemente preparato per cogliere la complessità, ma anche per condividerla con il decisore ultimo”. Concordo con questa posizione, che trovo semplicemente liberatoria, perché sdogana un tema a cui tengo molto. La semplicità è un valore, non c’è dubbio. Ma lo è a patto che sia un punto di arrivo, non di partenza. Questo ovviamente non è solo vero per noi professionisti del lobbying, ma per tutti i lavori. Per quanto riguarda la lobby, devo dire che è un mestiere che mi ha insegnato che raramente le cose sono come appaiono e che la soluzione è spesso in un dettaglio. Mi sono piaciute le parole di Ansalone, perché ha ribadito, una volta ancora, che per fare lobby non basta fare quella telefonata o avere quell’appuntamento. “Sono fiero e sono stato fiero di essere un lobbista tutte le volte che ho potuto affrontare questioni di contenuto. Non lo sono stato quando ho dovuto concentrarmi su chi conoscevo, piuttosto che sul cosa avevo da dire”. Impossibile dirlo meglio.

Guarda la video intervista a Gianluca Ansalone per Lobby Non Olet

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