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Così Avvenire accende il faro sulle relazioni fra Putin e la Lega

La crisi italiana sta scuotendo i mercati internazionali e anche gli equilibri geopolitici. Dietro le resistenze nei confronti dell’alleanza politica Lega-Movimento 5 Stelle potrebbero esserci interessi molto più forti che la sola paura di un governo con politiche economiche anti-euro.

I primi contatti tra Putin e Salvini risalgono al 2013, quando il leader della Lega è stato eletto segretario nel congresso Torino. Tra il pubblico, ricorda in un articolo pubblicato oggi su Avvenire, c’era il parlamentare russo Viktor Zubarev. Poi sono susseguiti diversi incontri, e soprattutto viaggi di Salvini a Mosca. E il discorso sempre più insistente di Salvini sui vantaggi per l’economia italiana della fine delle sanzioni europee contro la Russia. Senza il voto dell’Italia le misure non sarebbero rinnovate all’unanimità.

I leader europei non dimenticano che nel 2017 Salvini ha firmato un accordo con Russia Unita nel quale i due partiti s’impegnano a promuovere un “ampio scambio di informazioni” con seminari, convegni, viaggi, basati su un “partenariato paritario e confidenziale”. È stato sicuramente il termine “confidenziale” ad accendere l’allarme dei partner dell’Europa. Come scritto da Formiche.net, l’accordo siglato da Lega e Russia Unita potrebbe compromettere il “Nulla Osta di Sicurezza” per i ministri del governo gialloverde. Il quotidiano britannico The Guardian ha anche sottolineato la possibilità di un grave indebolimento dell’Italia nella Nato, con lo spostamento del sostegno verso la Russia. La simpatia tra il leader della Lega, Matteo Salvini, per il partito Russia Unita di Vladimir Putin preoccupa, non poco, la leadership europea.

Avvenire ricorda l’allarme lanciato dal presidente della commissione Servizi del Bundestag, Armin Schuster: con il M5S e la Lega al potere non ci sarebbe un motivo valido per interrompere il rapporto di collaborazione con i servizi segreti italiani, ma ciò influirebbe sicuramente nella gestione delle vicende che coinvolgono la Russia. Il quotidiano riprende l’intervista di Formiche.net a Nona Mikhelidze, analista dell’Istituto affari internazionali, nella quale l’esperta spiega che dietro all’agitazione politica in Italia c’è lo zampino di Putin: “Il Cremlino sa che l’Italia non può uscire da un giorno all’altro dall’Ue. L’obiettivo per il momento è creare caos, ingovernabilità, aiutare quelle forze sovraniste che, per costituzione, chiedono meno Europa”. Non sarebbe un caso la scelta (apparentemente irrinunciabile) di Paolo Savona tra i ministri. L’economista è stato ministro del governo Ciampi, anche questo legato alla Russia. L’ipotesi dell’uscita dall’euro sarebbe la prima tappa del piano per destabilizzare la regione.



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