Che i legami fra lo zar russo ed i leader gialloverdi fossero stretti si sapeva ma l’intuizione che la coppia Salvini e Di Maio sia più putinista di Vladimir Putin trova una autorevolissima conferma. A parlare infatti è lo stesso capo del Cremlino che a margine del Forum economico di San Pietroburgo ha spiegato: “Siamo al corrente delle loro dichiarazioni (dei numeri uno di Lega e M5S, nda), molto positive sul fatto che le sanzioni ostacolano lo sviluppo: aspettiamo di vedere come questo sarà realizzato”. Putin è infatti molto realista e a differenza dei due giovani italiani conosce le regole della politica e non si fa troppe illusioni. “Capiamo – ha aggiunto infatti – che un conto è parlare fuori dall’ambito del governo, un altro assumerai le responsabilità per obblighi presi precedentemente”. Una vera e propria lezione di stile che la dice lunga sul grado di credibilità di chi nel contratto di governo (!) ha voluto inserire a tutti i costi l’eliminazione delle sanzioni. Volevano persino precisare “immediatamente”, termine poi cancellato per la evidente impossibilità di realizzare una previsione che neppure Putin in persona si aspetta (gli basta continuare ad esercitare una forte pressione favorevole a Mosca).
Sul rapporto bilaterale il presidente russo ha poi gioco facile a ricordare come questo sia solido, e senza bisogno del nuovo governo. “Tra Russia e Italia ci sono buoni rapporti, di grande fiducia: per noi è un partner affidabile e le relazioni non si sono mai interrotte, neppure nei momenti più burrascosi dal punto di vista sia politico che economico”. “Mi fa piacere notare – ha proseguito Putin – che sia in Italia che in Russia questo buon atteggiamento verso i nostri rapporti bilaterali ha un carattere ‘super partes’, va cioè oltre i partiti, e assume l’aspetto di un consenso radicato nella società”. Non serve affannarsi in prove estreme di fedeltà a Mosca. Lo zar è già contento così e forse, da politico di lungo corso ed ex Kgb, non si fida troppo degli eccessi di zelo.