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S.O.S. EDUCAZIONE: LA SFIDA DELLA “COMPETENZA EMOTIVA”

L’episodio del professore bullizzato da alcuni studenti di un Istituto Tecnico di Lucca per avere 6 nel compito è solo uno dei tanti episodi di maleducazione e di totale assenza di rispetto verso il prossimo a cui assistiamo ormai quasi anestetizzati e inermi. Risaltano alla cronaca solo i fatti clamorosi come questo, ma nelle scuole si verificano spesso più o meno rilevanti fatti di maleducazione che poi sfociano talvolta in rabbia, aggressività e violenza.

Quale è il problema degli studenti di oggi? Quali sono i limiti dei principali educatori, cioè dei genitori e degli insegnanti? Come si possono arginare sentimenti dilaganti come la rabbia e l’aggressività?

Non ci sono ricette semplici e immediate, ma forse i genitori potrebbero ripartire dall’ascolto e dall’osservazione dei figli. Siamo tutti così immersi in impegni di ogni tipo che spesso non facciamo attenzione alle loro parole e/o comportamenti. La figura genitoriale dovrebbe recuperare autorità e autorevolezza e tornare ad essere un punto di riferimento certo e solido. Come scrive Floris nel suo ultimo libro Ultimo banco i genitori si trasformano a volte nei <<sindacalisti dei figli>> oppure nei <<condomini della scuola>> tendendo a proteggere i propri figli anche quando sbagliano. Questo li condanna a non assumersi mai le responsabilità e le conseguenze delle loro azioni.

Oppure sono genitori iperambiziosi carichi di aspettative nelle performance dei figli sia a scuola che nello sport. Questo naturalmente è controproducente per i risultati ottenuti e per il benessere emotivo dei ragazzi.

Per i docenti forse la vera sfida di oggi è riuscire ad educare alla cosiddetta “competenza emotiva” di cui si parla da circa un ventennio, in particolare dopo lo studio dello psicologo statunitense Goleman sull’intelligenza emotiva. La competenza emotiva è la capacità di gestire le emozioni, di filtrarle e valutarle in modo da diventare autonomi, sicuri di se stessi e in grado di relazionarsi correttamente con il prossimo (in questo caso, insegnanti e compagni di classe). Promuovere tale competenza favorisce anche la motivazione e lo svolgimento di processi cognitivi importanti per il rendimento scolastico, come l’attenzione e la memoria.

 


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