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Teniamo gli 007 tedeschi fuori dalla politica italiana. Ci scrive Tofalo (M5s)

Di Angelo Tofalo
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Berlino, mal informata probabilmente proprio da chi ha lavorato sotto traccia contro il governo del cambiamento, dopo forti ingerenze sulle materie economico finanziarie è intervenuta a gamba tesa anche sui nostri Servizi segreti. Ma entriamo nel dettaglio riportando una nota dell’Ansa.

“La collaborazione fra Servizi segreti italiani e tedeschi è a rischio”. È quello che scrive la Frankfurter Allgemeine am Sonntag, lanciando l’allarme dei responsabili della Commissione del Bundestag addetta ai Servizi segreti. “Nel caso della formazione di un governo filorusso, formato da Lega e Movimento 5 Stelle, anche lo scambio delle informazioni andrebbe ripensato: non potrebbe andare avanti senza riserve, si spiega. In casi di attacchi hacker da parte della Russia, o di fronte a situazioni come quella che si è verificata con l’avvelenamento dell’agente Serghei Skripal in Gran Bretagna, la collaborazione procederebbe in modo diverso.”

Come dichiarato dal Capo politico del Movimento 5 Stelle in un momento delicato come quello successivo a importanti e delicate consultazioni con il Presidente della Repubblica: “L’Italia resterà alleata dell’Occidente nel Patto atlantico, nell’Unione europea e monetaria”.

Premettendo quindi, come più volte sostenuto in Parlamento, che un eventuale governo a guida M5S non sarebbe mai stato né filorusso né filoamericano ma semplicemente filoitaliano, ritengo queste argomentazioni delle ingerenze quantomeno inopportune.

Ma non finisce qui. Come si apprende dall’Ansa, e come ha ben riportato nei giorni scorsi anche Formiche.net, per il presidente del comitato Armin Schuster, i Servizi segreti devono poter collaborare anche con partner “problematici” perché l’obiettivo comune e prioritario continua ad essere naturalmente la prevenzione del terrorismo. Dure sono le parole del vice Konstatin von Notz secondo cui un governo Lega-5 Stelle “non porta bene alla collaborazione fra i Servizi”. Addirittura afferma: “Trovo condivisibile che i dati in quel caso non siano più scambiati senza riserve”.

Ritengo anomala e scomposta questa ingerenza da parte dei tedeschi e parrebbe, così come si evince dalle fonti di Formiche.net, che questi sconfinamenti su argomentazioni inerenti l’intelligence siano anche ad opera di altri Paesi. Dunque non solo abbiamo dovuto subire fortissimi condizionamenti a colpi di spread e di altri indici dettati dalle agenzie di rating ma si è arrivati a subirli anche su materie altrettanto delicate, forse di più, come quelle dell’intelligence e della sicurezza nazionale.

In questi anni ho più volte dichiarato che il comparto intelligence di ogni Paese ne rappresenta il cuore democratico, una vera e propria sovranità difficile da cedere se non addirittura quasi impossibile. Il fuorviante dibattito portato avanti negli anni passati sull’ipotesi di un’intelligence europea ci ha fatti convenire che bisogna lavorare soprattutto per armonizzare le normative in ambito di giustizia e sicurezza tra i diversi Paesi appartenenti all’Unione per agevolare e rafforzare quello che è lo scambio informativo tra i diversi apparati di intelligence.

La minaccia del terrorismo internazionale non ci permette di indugiare così come non dovrebbe permettere agli alleati tedeschi (e ad altri) di intervenire a gamba tesa proprio durante la fase cruciale della possibile formazione di un governo di un Paese sovrano della Ue. Mettere in dubbio la collaborazione, già di per sé complessa, tra diversi Servizi segreti è cosa assai pericolosa.

La priorità dei singoli Paesi europei dovrebbe essere quella di collaborare per rafforzare il potenziale informativo complessivo utile poi a difendere i propri asset strategici dalle azioni delle altri grandi potenze mondiali. Collaborare significa quindi rafforzare l’Europa.

Ritengo altresì anomalo, o forse nemmeno troppo data la telefonata del Presidente francese Macron all’ex premier incaricato Giuseppe Conte, che in Libia proprio nella fase di nascita di un possibile nuovo governo italiano siano rapidamente cresciuti i segnali di destabilizzazione. A quanto pare sono già più di 2000 i migranti sbarcati nelle ultime 24 ore sulle nostre coste e il numero è destinato a crescere. Ironia della sorte ha voluto che tra le navi all’opera ci fosse proprio una Ong tedesca. Ricordo che quando qualche anno fa dedicai la mia attività parlamentare alla comprensione del fenomeno dell’immigrazione attivando il dialogo con ex presidenti, leader e generali libici, fui violentemente attaccato dallo stesso sistema che oggi ha contrastato il governo del cambiamento. Qualche mese dopo alcuni componenti dell’esecutivo provarono a creare gli stessi tavoli di dialogo internazionale che con grande sforzo avevo cercato di costruire, ma il tutto finì in annunci e selfie.

È notizia recente l’annuncio, dopo la conferenza di Parigi, del fatto che la Libia andrà ad elezioni presidenziali e legislative il 10 dicembre. Uno scenario che vedrà l’Italia fortemente penalizzata e ridimensionata sul dossier libico con potenziali conseguenze negative per le nostre aziende strategiche.

Tornando alle ingerenze sui rapporti della nostra Intelligence, tra i diversi Paesi che avrebbero potuto parlare è singolare che a intervenire siano stati proprio i tedeschi. Vorrei soltanto ricordare a qualcuno che il nostro Giovanni Lo Porto, operatore umanitario palermitano, nel gennaio 2012 venne rapito mentre lavorava per una Ong tedesca nella città pachistana di Multan, insieme al collega tedesco Bernd Muehlenbeck. Il nostro Giovanni rimase ucciso il 15 gennaio 2015 da un drone statunitense sul confine tra Afghanistan e Pakistan, mentre veniva tenuto in ostaggio, insieme all’imprenditore americano Warren Weinstein e al comandante di Al Qaeda Ahmed Farouq. Destino diverso, e ne sono felice, ebbe invece il collega tedesco Bernd Muehlenbeck, poi liberato in Afghanistan dall’Intelligence tedesca.

Questo a dimostrazione che sono tanti i casi di emergenza in cui lo scambio informativo tra le Intelligence è fondamentale per agire tempestivamente alla risoluzione di eventi critici. Il dialogo deve essere fortemente stimolato e non depotenziato, questo è l’atteggiamento che deve avere chi persegue l’obiettivo di un’Europa più forte.

I rapporti dei nostri Servizi saranno solidi e continui con tutti gli alleati che si impegneranno a collaborare per rendere il nostro, e gli altri Paesi, dei luoghi più sicuri per i cittadini che in quei posti vivono.

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