Nella partita sui dazi arrivano i tempi supplementari. Donald Trump infatti concede all’Europa altri 30 giorni per trattare. L’annuncio della Casa Bianca è arrivato a poche ore dalla scadenza del primo maggio, data inizialmente indicata per l’entrata in vigore di dazi del 25% sull’import di acciaio e del 10% su quello di alluminio. L’estensione delle trattative riguarda non solo l’Ue ma anche il Canada e il Messico, con i quali gli Stati Uniti sono impegnati a rivedere l’accordo di libero scambio del Nafta. Per l’Ue si tratta di una “concessione” temporale importante per tentare di arrivare all’obiettivo di un’esenzione permanente dai dazi, richiesta a gran voce dalle istituzioni di Bruxelles con dichiarazioni della Commissione (“non trattiamo sotto minaccia”) e del presidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani.
BACKGROUND
Come ha ricordato l’Ansa, il deficit commerciale degli Stati Uniti con l’Ue è balzato dai 17 miliardi di dollari del 1997 ai 151,4 miliardi del 2017. Un rosso causato dalle importazioni manifatturiere dalla Germania: solo lo scorso anno gli Usa hanno acquistato 117,7 miliardi di prodotti made in Germany, il 27% delle totali importazioni dall’Ue. Nelle ultime settimane l’Ue ha lavorato per centrare il suo obiettivo con le missioni americane del presidente francese Emmanuel Macron e della cancelliera tedesca Angela Merkel. Le trattative sono andate avanti fino all’ultimo minuto, con colloqui telefonici fra i rappresentati Ue e funzionari dell’amministrazione americana. Parigi, Berlino e Londra hanno fatto fronte comune con un ultimatum a Washington. Ora è arrivata la proroga, giudicata però insufficiente dai gran protettori dell’Europa.
BENE L’ITALIA
La linea dura di Germania, Francia e Uk non era stata giudicata lungimirante dal ministro dello sviluppo economico dell’Italia, Carlo Calenda. “Non spetta a me, ma io non avrei sottoscritto” l’ultimatum a Trump deciso da Macron, Merkel e May “e non perché sono a favore dei dazi, ma perché bisogna tenere i toni molto bassi e stare molto attenti a non costruire una situazione che rischia di sfuggirci di mano” aveva spiegato Calenda nelle ultime ore, lasciando comunque intravedere come aperti i margini della trattativa erano ancora aperti. ”Potrebbe anche arrivare un’altra proroga” aveva detto. E così è stato.
Ad annuncio arrivato, per il nostro Paese è stato il presidente del Consiglio a dettare la linea. ”Il governo italiano prende atto della decisione degli Stati Uniti d’America di prorogare di un mese l’esenzione all’Ue dai Dazi Usa su acciaio e alluminio. Riteniamo ora essenziale che si giunga ad un’esenzione permanente. In tale prospettiva occorre intensificare il dialogo fra Ue e Stati Uniti d’America che dev’essere all’altezza dell’eccezionalità dei rapporti economici transatlantici”. “L’Italia è pronta – sostiene Gentiloni – a continuare a lavorare in ambito UE per realizzare con gli Usa un percorso positivo che possa ulteriormente approfondire i rapporti commerciali, a tutela delle imprese e dei consumatori e nel rispetto delle regole del commercio multilaterale”. Insomma, l’Italia cerca la sua terza via restando nel solco tracciato dalla Germania ma con toni più morbidi e collaborativi.
IL FRONTE CINESE
Il presidente degli Stati Uniti come è ormai noto è un grande negoziatore e per ora il suo gioco, non poco rischioso, sembra produrre qualche effetto positivo come quello, clamoroso, in Nord Corea. L’iniziativa dei dazi è stata ed è esplosiva e gli è costata il rapporto con Goldman Sachs e l’uscita del suo ormai ex advisor economico Gary Cohn. Tuttavia nelle ultime ore Trump sembra riuscire a dispiegare meglio la sua strategia. Dopo il bastone, la carota. Per gli alleati una proroga di un mese e in Cina una missione speciale. Guidata dai segretari del Tesoro e del Commercio, Steven Mnuchin e Wilbur Ross, la delegazione degli Stati Uniti comprenderà l’ambasciatore a Pechino Terry Branstad, il consigliere economico Larry Kudlow, l’advisor sul commercio (il falco) Peter Navarro e naturalmente il rappresentante Usa per il commercio internazionale Robert Lighthizer. E se proprio Mnuchin intervistato da Fox ha manifestato un cauto ottimismo, Pechino si è affidata al primo ministro Li Keqiang per spargere apprezzamento per la scelta di procedere attraverso il metodo della confronto e del dialogo.
Così Trump, visibilmente sornione, ha potuto twittare: “La delegazione che andrà in Cina inizierà i colloqui sul massiccio disavanzo commerciale che è stato creato con il nostro Paese. (Un caso) Molto simile alla Corea del Nord, questo avrebbe dovuto essere risolto anni fa, non ora. Lo stesso con altri paese e il Nafta.. Ma tutto sarà fatto. Grande potenziale per gli Stati Uniti”. Questo è Trump, cara Europa.