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Perché quelle del Venezuela non sono elezioni. Parla la scrittrice Socorro

Anche in mezzo alle difficoltà e limitazioni che impone la realtà venezuelana, Milagros Socorro si sente ancora una persona privilegiata. Vincitrice del Premio Oxfam Novib/PEN nel 2018 per il suo impegno nella difesa della libertà di espressione insieme al blogger etiope Eskinder Nega, è autrice di molti libri di narrativa e giornalismo: El abrazo del tamarindo (Alfaguara, 2008), Actos de salvajismo (Random House Mondadori, 1999) e tanti altri. Vive ancora a Caracas ma scrive per media e pubblicazioni all’estero. I suoi patroni di consumo sono cambiati, ma non soffre la fame, come molti dei suoi colleghi.

DA CRISI UMANITARIA A CATACLISMA

In una conversazione con Formiche.net, Socorro ricorda che i giornalisti non fanno previsioni perché arrivano “una volta che è accaduto il fatto, con le ambulanze e la polizia”. Cerca però di leggere alcuni indizi della realtà venezuelana per capire cosa potrà succedere dopo le elezioni convocate dal regime di Nicolás Maduro domenica 20 maggio. “Trovo sconcertante che in una presunta campagna elettorale il governo faccia crimini orribili – sostiene Socorro -. Negli ultimi giorni sono stati arrestati i membri della direzione della banca Banesco, che non ha problemi finanziari né ha commesso irregolarità; sono stati violati i diritti umani dei prigionieri politici all’Helicoide. In una protesta all’Ospedale Adolfo Pons nella città di Maracaibo la polizia ha aggredito medici e pazienti. Non c’è acqua, non c’è elettricità, non c’è internet. La situazione economica ci ha spinti dalla crisi umanitaria al cataclisma più totale”.

MASCHERA PER LA DITTATURA

Per la scrittrice le elezioni presidenziali del 20 maggio sono un processo fraudolento: “È un appuntamento irregolare nella data, nel metodo, nelle istituzioni che l’hanno convocato. Non ha base alcuna, per cui lunedì 21 maggio non c’è nessuna probabilità che cambi qualcosa in Venezuela. Queste non sono elezioni vere”.

Per considerarsi elezioni legittime, gli elettori dovrebbero potere scegliere liberamente nelle urne. In questo processo convocato da Maduro, non ci sono opzioni. “Henri Falcón (il principale candidato oppositore, ndr) è in realtà favorevole al governo – sostiene Socorro -. È il volto di un’opposizione tollerante che serviva al regime per mascherare questa farsa elettorale. Falcón non ha mai parlato di tutti questi crimini che sono stati commessi in campagna elettorale”.

La giornalista non solo si asterrà alle elezioni. Ha scelto di non uscire di casa domenica per aderire alla protesta di sciopero dell’opposizione: “Queste non possono essere considerate elezioni. L’opposizione in cui credo negoziò un processo elettorale trasparente, ma il governo si è incaricato di interdire, minaccia, aggredire e arrestare tutti i leader dell’opposizione […] Si sono impegnati in distruggere una possibile soluzione alla crisi per via elettorale”.

QUANTO PESANO LE SANZIONI

Venerdì il Dipartimento di Stato Americano annunciò nuove sanzioni contro il leader del chavismo, Diosdado Cabello, la moglie Marleny Contreras, il fratello José David Cabello e tre compagnie di loro proprietà con sede in Florida.

Sulla pressione della comunità internazionale, Socorro crede che “esiste più preoccupazione che occupazione”. “Sicuramente le sanzioni economiche imposte dall’Unione europea e gli Stati Uniti contro i funzionari del governo rappresentano un problema per loro, che hanno conti e famiglie all’estero – ha detto Socorro -.  Tuttavia, queste azioni non si traducono in cambiamenti concreti nella quotidianità dei venezuelani. I problemi restano, mentre loro continuano a viaggiare e spendere denaro. Le sanzioni dovrebbero essere più pesanti. L’Unione europea potrebbe, ad esempio, vietare l’ingresso nello spazio Schengen, per inviare un messaggio ai venezuelani che si sta facendo giustizia”. Socorro ha ricordato il ruolo attivo della Russia, la Cina, i terroristi di Hezbollah e reti di narcotraffico internazionale, alleati principali del regime di Maduro in Venezuela.

Secondo la scrittrice una cosa è quasi certa: dopo la farsa elettorale di domenica, molto probabilmente ci sarà una nuova ondata d’immigrazione attraverso le frontiere con la Colombia e il Brasile: “È questo che preoccupa ai nostri vicina latinoamericani, l’arrivo di migliaia di venezuelani disperati nel loro territorio”.

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