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Ecco come gli Stati Uniti vogliono potenziare l’Aeronautica americana in Europa

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Mentre il consigliere della Casa Bianca per la sicurezza nazionale John Bolton lavora per preparare l’incontro tra Donald Trump e Vladimir Putin, sul terreno non sembrano abbassarsi i livelli di competizione. Se la Russia consolida le aree di anti-access area denial (A2AD), gli Stati Uniti predispongono un generale ammodernamento delle infrastrutture dedicate all’US Air Force nel Vecchio continente, al fine di avere prontezza operativa in caso di un’aggressione dell’orso russo sull’Europa orientale.

IL BUDGET PER L’EDI

Per il budget dedicato alla difesa nell’anno fiscale 2019, il Congresso è in fase di negoziazione per uno stanziamento che dovrebbe valere 717 miliardi di dollari, in aumento rispetto al già corposo bilancio del 2018 (700 miliardi). In particolare, nella propria richiesta, l’amministrazione americana ha predisposto un aumento della dotazione dell’European Deterrence Initiative (EDI, precedentemente conosciuta come European Reassurance Initiative, in cui confluiscono tutti gli sforzi di deterrenza in chiave anti-russa) dai 4,8 miliardi di dollari del 2018 a 6,5 miliardi. Gli stanziamenti previsti per il dispiegamento di equipaggiamenti “pre-positioned” aumenta di un miliardo, mentre per la costruzione di infrastrutture militari si richiedono 828 milioni rispetto ai 338 dello scorso anno. Di questi, circa la metà saranno destinati all’Aeronautica americana, che si appresterebbe così a un generale rinnovamento delle proprie strutture in Europa. Proprio per l’USAF, l’aumento pare particolarmente consistente soprattutto rispetto al 2017. Se due anni fa aveva ricevuto poco più di 85 milioni per le infrastrutture, per il 2019 potrebbe aggiudicarsene quasi 364.

OBIETTIVO PRONTEZZA OPERATIVA

“L’idea – spiega il sito specializzato DefenseNews – è che in caso di un’invasione russa nei confronti di una nazione europea, ad esempio la Lettonia, l’USAF sia in grado di rispondere velocemente, supportata da strutture per ricaricare, rifornire e riparare”. In altre parole, non si tratterebbe di creare nuove basi, ma di migliorare quelle esistenti in tutte le loro componenti, al fine di supportare una migliore prontezza operativa. “Le munizioni, le piste di rullaggio e i punti di rifornimento rendono più facile muoversi in caso di emergenza”, aveva già spiegato al Congresso americano il generale Curtis Scaparrotti, comandante dell’US European Command. La richiesta di budget avanzata dall’amministrazione “permetterebbe la rapida ricezione di caccia di quarta e quinta generazione, di supporto in volo, di bombardieri e di aerei da trasporto”, ha aggiunto il numero uno dell’UsEuCom.

I POTENZIAMENTI PREVISTI

In particolare, si prevede il miglioramento dell’area di stazionamento e della pista della base aerea di Amari, in Estonia, al fine di supportare velivoli da attacco al suolo A-10, e i caccia F-15, F-16, F-22 ed F-35. Per la base aerea di Kecskemet, in Ungheria, il budget 2018 ha già previsto 56 milioni di dollari per potenziare i sistemi di stoccaggio del carburante e le piste di rullaggio, così da poter ospitare gli F-15, gli A-10 e i velivoli C-5 per il trasporto strategico. In Slovacchia, si prevede di migliorare il deposito munizioni della base di Malacky, mentre per la base di Rygge, in Norvegia, sono stati richiesti 13,8 milioni per la costruzione di una pista di rullaggio. “In linea di massima, credo che ci sia un generale riconoscimento del fatto che non abbiamo tenuto gli occhi sulla palla, e dunque ora si vogliono aumentare la capacità di deterrenza; stiamo riscontrando carenze, e le stiamo correggendo”, ha detto al sito americano il generale Frank Gorenc, già comandante dell’Aeronautica Usa in Europa dal 2013 al 2016.

BASI AEREE PRECONFEZIONATE

Per quanto riguarda invece il lato degli equipaggiamenti pre-postitioned, i piani del Pentagono riguardano in particolare la base di Ramstein, in Germania, e la base RAF di Fairford, nel Regno Unito. I potenziamenti previsti rispondono al concetto di Deployable Air base systems (Dabs), cioè all’idea di poter spostare un’intera base aerea con tutti gli equipaggiamenti necessari, dagli alloggi ai veicoli. “Tali kit pre-positioned permettono all’Aeronautica militare di essere molto flessibile in termini di ciò che l’infrastruttura può mettere in gioco tra i diversi teatri”, ha detto il colonnello dell’USAF Todd Bertulis, vice direttore per la Logistica dell’USEuCom. Dalle suddette basi, l’idea è di poter spostare ovunque gli European Contingency Air Operation Sets (Ecaos), pacchetti completi per creare in loco una base aerea operativa in caso di emergenza.

GLI ALTRI STANZIAMENTI

A tutto questo occorre aggiungere le risorse richieste nell’EDI per l’Esercito americano. Per gli equipaggiamenti pre-posizionati dell’US Army sono chiesti 2,5 miliardi di dollari, mentre circa 920 milioni andranno a supportare le truppe americane impegnate nella rotazione nei Paesi europei. Per le brigate aeree che si occupano di tale attività sono previsti invece 100 milioni. Ad ogni modo, nota ancora DefenseNews, gli investimenti su infrastrutture ed equipaggiamenti non arrestano la diminuzione del dispiegamento del personale dell’USAF. Attualmente, sarebbero impegnate nel Vecchio continente 34mila unità dell’Aeronautica e 204 velivoli, divisi in sei maggiori basi; sono cifre importanti, ma lontane dei livelli degli anni 90, quando in Europa operavano 72mila militari dell’Air Force e 805 velivoli in circa 25 basi.

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