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​Il cardinale Bassetti avvisa Salvini e Conte. Basta conflitti​

Bassetti, cei

“In questi mesi, dopo le elezioni politiche, abbiamo vissuto momenti di seria preoccupazione, non solo per la composizione del governo che tardava a venire. Oggi, finalmente arrivata, facciamo i migliori auguri di buon lavoro al nuovo governo al servizio del bene comune del Paese”.

È una preghiera ma anche un discorso programmatico, scandito da un lungo applauso finale, quello del presidente della Cei Bassetti dall’altare della Basilica di Santa Maria in Trastevere, nel pieno centro di Roma.

Bassetti ha parlato anche del senso di patria su cui “forse non abbiamo mai riflettuto sufficientemente, al gran dono di Dio rappresentato dalla patria, lo diamo per scontato. Ma pensiamo a coloro che l’hanno persa, sono stati cacciati o l’hanno dovuta abbandonare. Loro sanno bene che valore abbia”. Quindi ha richiamato il fatto che “dobbiamo essere capaci di unire l’Italia e non di dividerla, occorre responsabilizzare il sistema Paese. Perché significa rammendare il tessuto sociale della nazione con pazienza, prudenza e generosità. La Chiesa vuole essere segno di unità e pace di tutto il popolo italiano”.

L’evento è organizzato dalla Comunità di Sant’Egidio, e la basilica nel cuore si Trastevere è anche la casa in cui la Comunità si riunisce quotidianamente in preghiera. E a fianco del palco infatti monsignor Vincenzo Paglia, storico consigliere spirituale della Comunità.

“La conclusione di un periodo difficile, con la composizione di un nuovo governo, richiama tutti a un senso di responsabilità nelle parole e nei fatti, sempre tenendo conto del rispetto delle persone e del bene comune”, ha infatti affermato l’arcivescovo di Perugia e guida della Chiesa italiana.

“Il mondo intero ha bisogno di un’Italia in pace, perché siamo tutti interdipendenti. L’Italia dà all’Europa, al Mediterraneo, al mondo un grande contributo di servizio alla pace, di cultura, di lavoro, di sviluppo. Non possiamo mancare alle nostre responsabilità, che hanno reso il nostro Paese conosciuto e simpatico nel mondo intero. C’è un’umanità italiana che non dobbiamo perdere o lasciar stravolgere da odi o razzismi, ma incrementare e trasmettere ai nostri figli”, ha poi continuato.

La liturgia è molto breve, gran parte dell’incontro è caratterizzato dal lungo intervento di Bassetti. “Che tutte le forze politiche, gli operatori della comunicazione, i responsabili a qualunque titolo non badino all’interesse immediato e di parte! Si ricordino delle parole del profeta Osea: e poiché hanno seminato vento raccoglieranno tempesta”, ha aggiunto il prelato, riferendosi al periodo della formazione del nuovo governo, alle tensioni rivolte anche al Presidente della Repubblica Mattarella, al fuoco scatenatogli contro tanto sui social quanto da una buona parte del mondo politico.

La parabola che apre la liturgia e che anticipa il discorso del cardinale è invece quella dei talenti, Matteo 25. “Signore, donaci di guardare le vicende umane con occhi puri e penetranti”, ha infine invocato durante la celebrazione.

“Non bisogna avere paura della politica ed essere assenti!”, ha continuato il porporato. “L’ho detto ai cattolici fin dall’inizio del mio mandato, come presidente della Cei, e dopo l’esperienza di questi mesi, lo ripeto con maggiore convinzione: non abbiamo paura della responsabilità politica”. “Non lo dico – ha spiegato – perché favorisca l’uno o l’altro disegno politico”, ma in quanto “credo che i cristiani, in un momento così serio della nostra storia, non possano essere assenti o latitanti, con i loro valori”. I cattolici, ha spiegato, “non possano disertare quel servizio al bene comune che è fare politica in democrazia”.

Il rischio quindi è  “l’irrilevanza”. Invece essere “la luce del mondo non è dominare, ma nemmeno nascondersi sotto il moggio”. “È venuto il momento – ha scandito – di avviare nuovi processi, senza preoccuparsi di occupare spazi di potere. Nuovi processi in cui i giovani, soprattutto i giovani, si sentano chiamati ad assumersi nuove responsabilità e ad elaborare nuove idee ricostruttive per la democrazia del nostro Paese”. In proposito, il presidente della Cei ha citato la celebre espressione di Paolo VI, che esortava la Chiesa ad essere come nelle epoche precedenti “esperta di umanita’”.

“La mia preoccupazione va a tanti mondi, specie le periferie delle nostre città lacerati, in cui alla fatica quotidiana di vivere – e spesso è tanta! – si aggiungono nuovi conflitti e diffidenze”, ha concluso Bassetti. C’è tutto un tessuto umano da ritessere in questi angoli di mondo e in tutta la società civile italiana in nome della pace civile e sociale”.



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