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I Carabinieri al servizio del Paese. Le parole del ministro Trenta

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Pubblichiamo il discorso del ministro della Difesa Elisabetta Trenta in occasione del 204° anniversario della Fondazione dell’Arma dei Carabinieri

Signor Presidente della Camera dei Deputati,

Le rivolgo il più grato saluto a nome di tutti i Carabinieri che sono qui presenti, di quelli in attività sul territorio nazionale e all’estero, che oggi celebrano il 204° anniversario della fondazione dell’Arma. Rivolgo un cordiale saluto alle alte cariche istituzionali, ai rappresentanti del Parlamento e del Governo, alle autorità religiose, civili e militari, alla Rappresentanza militare, alle Associazioni d’Arma presenti. Un pensiero deferente va ai tanti Carabinieri che, fedeli ai compiti loro affidati, in pace ed in guerra, hanno pagato con la vita il loro impegno in favore delle Istituzioni e della collettività.

Esprimo l’apprezzamento più sincero ai Carabinieri che oggi saranno insigniti di onorificenze per l’esemplare comportamento in attività di servizio in Italia e all’estero, sentimenti che estendo all’Opera Nazionale di Assistenza per gli orfani dei militari dell’Arma dei Carabinieri e all’Associazione Nazionale Carabinieri che, in riconoscimento dell’opera meritoria svolta nei rispettivi ambiti, riceveranno la Croce d’Oro al Merito dell’Arma dei Carabinieri.

Ma il saluto più sentito va a tutti i militari dell’Arma, donne e uomini, che in questo momento sono impegnati nel loro servizio, in Italia e all’estero, per garantire legalità e costruire sicurezza. A tutti va il mio profondo riconoscimento. Grazie per la consapevolezza e il coraggio con cui affrontate quotidianamente i rischi connessi al vostro lavoro, in Patria, nelle nostre città, tra la gente, così come all’estero, in Paesi distanti dal nostro per contribuire alla stabilità internazionale. Grazie per la vostra competenza, la vostra professionalità, la vostra dedizione. Grazie per essere sempre vicini a chi soffre nel momento del bisogno, nel rispetto di tutti i cittadini, nel rifiuto di ogni violenza e sopraffazione.

Il vostro è un lavoro complesso. Produrre sicurezza è stato sempre un compito arduo, ma in tempi come quelli che viviamo risulta ancora più difficile. La globalizzazione, la pervasività delle nuove tecnologie e dei media, fanno sì che la galassia “sicurezza” risponda oggi a regole non più legate ai classici paradigmi, nei quali si inserisce oggi invece l’elemento di imprevedibilità. Per questo oggi i cittadini hanno bisogno di presenza e visibilità da parte di chi ha il dovere di proteggerci: la presenza di una pattuglia, attenta e vigile, colma immediatamente il nostro senso di insicurezza; un operatore vicino, visibile è garanzia di prevenzione da ogni tipo di minaccia. Chi, meglio del “carabiniere”, con il suo esempio e spirito di abnegazione e di generosa professionalità, con il suo rapporto di conoscenza diretta e reciproca con il cittadino, è capace di generare quel senso di fiducia di cui oggi si avverte sempre più la necessità.

Questo rapporto di fiducia affonda le proprie ragioni nella storia stessa dell’Arma, che fin dal lontano 1814 si è data un modello operativo ispirato alla presenza capillare e diffusa sul territorio. Con le Regie patenti del 13 luglio 1814, Vittorio Emanuele I istituiva il Corpo dei Carabinieri Reali, un reparto di militari “per buona condotta e saviezza distinti”, incaricato di “contribuire alla difesa dello Stato in tempo di guerra e di vigilare alla conservazione della pubblica e privata sicurezza” in tempo di pace. Allora il Corpo contava 800 militari assegnati a 113 Stazioni. Fu l’inizio. Grazie a questo peculiare modello operativo, che nel tempo si è rivelato vincente e che oggi conta più di 4.600 Stazioni e Tenenze, i Carabinieri hanno costituito sempre “punti di riferimento” costanti, sicuri e facilmente accessibili per ogni cittadino, nonché immediata espressione della presenza dello Stato.

Grazie a questo modello l’Arma è stata ed è sempre vicina al cittadino, nella lotta alla criminalità comune e organizzata, nel controllo del territorio, nel contrasto alle diverse forme di illegalità, facendo del singolo Carabiniere l’espressione di una “protezione ravvicinata” che supera il pur indispensabile esercizio dei compiti di polizia. Ogni stazione o tenenza dei Carabinieri, nella grande città o nel più piccolo paese, è il segno tangibile della presenza dello Stato, punto di riferimento per i cittadini onesti che non vogliono piegarsi a logiche di sopruso in luoghi dove l’illegalità ferisce profondamente il tessuto sociale.

Gli esempi di questa “quotidianità” dell’Arma dei Carabinieri sono molteplici, e danno l’esatta dimensione dell’ampia diversificazione delle capacità e delle specializzazioni che essa è in grado di esprimere nel campo della prevenzione e del contrasto alla criminalità, e più in generale della tutela della sicurezza pubblica. Un dato per tutti: nel 2017, le sole Stazioni e Tenenze Carabinieri hanno segnalato dall’Autorità giudiziaria oltre 321.000 persone, e ne hanno tratte in arresto oltre 42.000, perseguendo 1.700.000 reati, pari a circa il 69% di quelli complessivamente denunciati alle Forze di polizia.

Un risultato raggiunto grazie all’azione dei Comandanti di Stazione, in grado di assorbire anche bisogni minuti, ansie e preoccupazioni, non sempre direttamente corrispondenti all’incidenza di fenomeni criminali specifici, concretizzando una vera e propria attività di “rassicurazione sociale”. Oggi ne saranno premiati cinque, distintisi nel corso di pluridecennali carriere. Assieme ad essi, un Comandante di Stazione Carabinieri Forestale, ulteriore evidenza del passaggio storico rappresentato dall’assorbimento del Corpo Forestale dello Stato nell’Arma dei Carabinieri, nel segno di una identità strategica che valorizza ulteriormente la difesa ambientale, investendo nell’azione sinergica di due importanti Istituzioni.

Sul piano del rafforzamento della presenza sul territorio, in questi anni sono state avviate numerose iniziative, per incrementare il numero di presidi sul territorio e renderli più efficienti. In tal senso, ad esempio, in Calabria, è stato avviato, d’intesa con il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e l’Agenzia del Demanio, un programma triennale di rinnovamento di 14 caserme aspromontane, che eviterà il ripiegamento di altrettante Stazioni che soffrivano difficoltà infrastrutturali. A dicembre 2017 è stato siglato un Protocollo d’intesa con il Commissario straordinario per la ricostruzione e con l’Agenzia del Demanio per l’edificazione, nell’Italia centrale, di 11 Stazioni Carabinieri e la ristrutturazione di altre 30, che beneficeranno di innovative soluzioni antisismiche.

Alle stesse finalità di incremento del controllo del territorio rispondono l’istituzione, il 1° marzo 2017, del 14° Battaglione “Calabria” e la costituzione, il 13 maggio 2017, dello Squadrone Eliportato “Cacciatori Sicilia”, che consente di incrementare sull’isola le capacità di ricognizione, vigilanza e controllo delle aree più impervie. L’impiego di tali assetti è stato particolarmente efficace anche nel Gargano, a seguito dei gravi episodi di criminalità avvenuti nel 2017, dove, al fine di rendere il dispositivo operativo più aderente alla geografia criminale del territorio, è stata avviata l’istituzione dello Squadrone Eliportato “Cacciatori Puglia”.

Ma questo non basta: gli uomini e donne dell’Arma sono ben conosciuti anche nei difficili Teatri Operativi in cui l’Italia è chiamata a intervenire per l’affermazione del diritto, della libertà e della convivenza pacifica in Paesi lacerati da conflitti. Fuori dal contesto nazionale, nelle operazioni per il ripristino della stabilità internazionale, i Carabinieri sono stati e sono sempre presenti e, negli anni, hanno saputo affiancare ai tradizionali compiti di Polizia militare nuove forme di intervento, che hanno dimostrato una straordinaria efficacia, tanto da divenire modello per gli altri Paesi, da replicare ovunque possibile.

Attualmente, l’Arma è presente in 14 diversi Teatri operativi e 18 missioni, con circa 500 Carabinieri, che assicurano prioritariamente attività addestrative e di consulenza in favore delle forze di polizia locali, in particolare in Kosovo, Afghanistan, Libano, Libia, Palestina, Cipro, Somalia, Iraq, Mali, Kuwait, Emirati Arabi Uniti, Gibuti, Lettonia, Bulgaria e Niger. Uno sforzo che rappresenta un’importante risposta alle diverse minacce che oggi ci troviamo di fronte, anche per quanto riguarda la criminalità transnazionale.

Nel settore della cooperazione internazionale si inserisce anche la costituzione dei “Caschi blu per la cultura”, che vede il ruolo protagonista del Comando Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale nella tutela del patrimonio artistico e archeologico in caso di calamità naturali, crisi internazionali o conflitti armati, e che ha già dato prova della sua efficacia nelle zone terremotate del Centro Italia per il recupero e la messa in sicurezza di opere d’arte di musei danneggiati.

Dopo 204 anni di vita questa è l’Arma dei Carabinieri oggi: parte della società, specchio della società ed esempio della società, in termini di rettitudine, coerenza, interiorizzazione del senso del dovere e della responsabilità. È questa la forza dell’Arma di oggi: Carabinieri come cittadini fra i cittadini, i quali contribuiscono giorno dopo giorno in modo concreto al bene collettivo. Oggi l’Arma è più vitale che mai, e può volgere lo sguardo al futuro con la forza e la determinazione che le derivano dalla consapevolezza di rappresentare un’imprescindibile garanzia e un insuperabile presidio per la difesa del Paese e la sicurezza internazionale.

Carabinieri, nell’interpretare il sentimento di ammirazione di tutto il Paese, che è sempre vivo e si rafforza davanti all’evidente impegno di tutti voi, in ogni circostanza, nella difesa della legge, nelle missioni all’estero, in occasione di calamità naturali, vi esprimo la mia più viva e sincera gratitudine, e quella di tutti gli italiani. Siate fieri della vostra appartenenza all’Arma, siate fieri del fatto che tutti insieme abbiamo la grande responsabilità di condurre questo Paese verso il futuro. Troppo spesso ci raccontiamo, o raccontano di noi, che siamo un Paese ricco di bellissime storie, del nostro passato. E’ vero, ma non siamo solo quello.

Il tempo dell’Italia non può più essere solo il passato, ma appunto anche il presente e soprattutto il futuro, ed è per questo che desidererei dal profondo del cuore che questo Paese, la nostra amata Italia, diventasse il Paese di quelli che non vivono solo di belle memorie passate, ma provano a costruire il proprio futuro, con l’impegno, il coraggio, il rispetto, la fiducia. Come fate voi, ogni giorno. Solo così onoreremo il nostro passato. Solo così onoreremo la nostra Italia.

Viva l’Arma dei Carabinieri,

Viva le Forze Armate

Viva l’Italia.



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