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L’incontro con Conte è un all-in di poker per la Cancelliera

Angela Merkel e Giuseppe Conte sono arrivati entrambi deboli al vertice di Berlino. La prima per la battaglia interna che si protrae con il ministro degli Interni Horst Seehofer, il secondo per la sua (non) autorevolezza a livello europeo. Merkel ha due settimane di tempo per disinnescare la crisi interna che riguarda la politica dei rifugiati e Roma, in questo lasso di tempo, potrebbe essere una sponda affidabile. Ma la domanda che echeggia a Berlino è: chi decide? Quanto è autonomo il premier italiano? Questo è il punto di debolezza di Giuseppe Conte a livello europeo, luogo in cui la Cancelliera vuole provare l’all-in, il tutto per tutto con cui potrebbe giocarsi la poltrona. Secondo i sondaggi di Demos, pubblicati da La Repubblica, Conte è corroborato da un giudizio positivo del campione pari al 57%, inferiore solo a quello conquistato da Matteo Renzi nella primavera del 2016. Ma il neopremier è riuscito a convincere Merkel che Berlino può fare affidamento su di lui nel contrastare in sede europea la politica dirimente del salviniano Seehofer?

LUNA DI MIELE O DI ALTA MAREA?

Conte ha seguito la linea europea voluta da Merkel. Ha aperto il discorso parlando di “gestione europea” di migranti, ripetendo il virgolettato più volte. Non ha accennato alla chiusura dei porti né tantomeno a misure dure da attuare nel caso non fossero raggiunti accordi nel vertice Ue di fine giugno. Insomma la linea Seehofer-Salvini sembra essere attutita, più ovattata, come sperava Merkel. Quest’ultima ha aperto il discorso parlando di interventi di “medio termine” per il potenziamento della protezione delle frontiere esterne. E, nel resto del discorso, ha parlato dell’Italia e poco della Germania. Ha insomma ricoperto bene il ruolo di chi ospita, concentrando l’attenzione (per spostarla?) sulle problematiche affrontate dall’Italia: gestione dei migranti e disoccupazione giovanile. Ma sul fronte tedesco, quindi su come intende risolvere concretamente la gestione dei flussi migratori, ha detto ben poco.

La stoccata lanciata dal premier italiano ha riguardato l’inclusione sociale in Italia (facendo esplicito riferimento al reddito di cittadinanza che la Germania offre in forma simile). “Spero che dalla Germania si possano trarre mezzi utili per lotta a povertà e disoccupazione – ha dichiarato Conte – e l’Italia farà pesare la propria voce a favore dell’inclusione sociale”.

Quello con Conte è il primo di una serie di incontri che la Cancelliera Merkel deve affrontare per risolvere la crisi interna. Il termine di due settimane fissato dal ministro degli Interni Seehofer incombe sull’agenda della Cancelliera come una nuvola nera che potrebbe risolversi in una tempesta a cui potrebbe seguire la quiete o il disastro. Per ora Merkel e Conte sembrano stare in una luna di miele vissuta su un’isola soggetta ad alta marea. Le prossime settimane saranno cruciali per capire se preverrà la linea dei premier o quella dei ministri degli Interni italiani e tedeschi.

 


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