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Alta tensione sul caso della spia russa Maria Butina. La reazione di Mosca

Di Federica de Vincentis

È stata arrestata negli Stati Uniti Maria Butina, 29 anni, la donna accusata di spionaggio a favore della Russia. L’accusa è quella di aver “infiltrato le organizzazioni politiche per promuovere gli interessi della Federazione russa”, e sempre secondo l’atto di accusa, fa riferimento a una “organizzazione militante per il diritto di portare armi da fuoco”.

La giovane donna, che si dichiara non colpevole, è apparsa mercoledì in tribunale a Washington e rischia almeno dieci anni di prigione. Mercoledì, il Cremlino ha detto che l’arresto ha il “chiaro obiettivo di minimizzare l’effetto positivo” del vertice tra Vladimir Putin e Donald Trump, tenutosi a Helsinki lunedì. Cinque giorni dopo il vertice, Sergei Lavrov e il Segretario di Stato Mike Pompeo hanno avuto “uno scambio di opinioni sulle prospettive di sviluppo delle relazioni tra i nostri paesi, finalizzato alla loro standardizzazione”, ha detto il ministero russo. La chiamata tra i due ministri ha avuto luogo “su iniziativa americana” e si è concentrata anche sul conflitto siriano, con discussioni su “l’eventuale cooperazione di Russia e Stati Uniti con altri paesi per per risolvere la crisi umanitaria in Siria”.

La reazione russa non si è fatta attendere. Il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov, in una telefonata con il suo omologo statunitense Mike Pompeo, ha detto che l’arresto di Butina è “inaccettabile”. Lavrov, ha rivelato in una nota il ministero russo degli Affari esteri, “ha sottolineato che le azioni delle autorità statunitensi che hanno arrestato la cittadina russa Butina, basate su false accuse, sono inaccettabili” e che è “necessario liberarla il prima possibile”. Per chiedere la liberazione della donna, è stata anche cambiata la foto del profilo Twitter del profilo ufficiale del Mef russo.

Il tentativo da parte della Russia di destabilizzare le democrazie occidentali era stato già sottolineato negli scorsi giorni sempre da Pompeo, che durante una intervista rilasciata a Fox News aveva dichiarato: “È nostra responsabilità come leader degli Stati Uniti fare tutto il possibile per impedire che interferiscano non solo nelle nostre elezioni, ma anche in maniera più ampia”.

Il presidente Donald Trump, dice il segretario, ha”ben presente quello che la Russia ha fatto in occasioni delle elezioni presidenziali del 2016 e ha dato a ognuno di noi il potere per assicurare che questo non accada più nel 2018 e nel 2020″, facendo riferimento quindi alle elezioni di midterms che si terranno a novembre e alle prossime elezioni presidenziali.

Gli stessi apparati di intelligence americani hanno mandato messaggi chiari sulle ingerenze russe: dall’Aspen Security Forum (come ha spiegato Emanuele Rossi) “sia il capo dell’Fbi che quello della National Intelligence (un repubblicano storico, ex congressista e nominato da Trump stesso) hanno ricordato a Trump che i russi sono ancora una minaccia, che invitare Putin alla Casa Bianca è una questione delicata, che aperture potrebbero anche arrivare, ma prima ci sono diverse cose da sistemare.

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