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Quel dialogo fra sordi tra mondo cattolico e Salvini

salvini

Dopo il “Vade retro Salvini” di Famiglia Cristiana ci sarà qualcuno che, vista la proposta di legge leghista sull’esposizione del crocifisso nelle scuole e negli uffici pubblici , titolerà in prima pagina “Giù le mani dal crocifisso”?. Eppure, in piena campagna elettorale il leader leghista aveva giurato sul Vangelo e mostrato il rosario donatogli da un sacerdote. Ma allora in pochi storsero il naso, a dimostrazione del fatto che quando c’è di mezzo un voto politico, è meglio stare in campana.

Ora Salvini e la Lega sono al governo in compagnia di Di Maio e i suoi 5 Stelle. Il che vuol dire che cominciano a fare e disfare come si compete a qualunque maggioranza di governo. E se il leader leghista continua imperterrito la sua campagna “contro” (gli immigrati, i clandestini, i rom), il capo politico dei 5Stelle non è da meno nel suo essere “contro” (i vitalizi dei parlamentari, le pensioni d’oro, il precariato). Dimenticavo: entrambi non fanno sconti all’Europa, anche se con sfumature diverse. Il primo perché strizza l’occhio ai Paesi di Visegrad con i quali vorrebbe costruire un’internazionale populista in chiave antitedesca e antifrancese. Il secondo con l’Associazione Rousseau lancerà la Open academy, annunciata da Davide Casaleggio, per testare in Europa lo strumento della democrazia diretta a trazione digitale.

In attesa che i due soci di maggioranza del governo comincino a comunicare le loro proposte “per” il Paese, il mondo cattolico comincia a farsi sentire. Certo, fa impressione la presa di posizione della Presidenza della Conferenza episcopale italiana dal titolo “Migranti, dalla paura all’accoglienza” che ha ispirato l’iniziativa del settimanale dei paolini. Scrivono infatti i vescovi: “Come pastori non pretendiamo di offrire soluzioni a buon mercato. Rispetto a quanto accade non intendiamo, però, né volgere lo sguardo altrove, né far nostre parole sprezzanti e atteggiamenti aggressivi. Non possiamo lasciare che inquietudini e paure condizionino le nostre scelte, determinino le nostre risposte, alimentino un clima di diffidenza e disprezzo, di rabbia e di rifiuto”. Parole che hanno innescato un braccio di ferro diretto con il leader leghista, ma indiretto con l’intero governo che le scelte interventiste di Salvini e soprattutto il suo linguaggio rude, non censura.

Anche mentre scriviamo, dal mondo cattolico vengono parole di preoccupazione a seguito degli sgomberi del campo rom della capitale. E solo questa mattina, in un editoriale apparso su Avvenire, il presidente di Sant’Egidio Marco Impagliazzo, ha usato toni molto severi con il ministro dell’Interno: “Lascia perplessi il linguaggio di un importante ministro della Repubblica a proposito di una minoranza variegata presente in Italia da tempo, quella dei rom…”. E ricorda come Salvini abbia parlato di “30.000 persone che si ostinano a vivere nell’illegalità” definendoli ”sacca parassitaria”. Tutto ciò – osserva Impagliazzo – “suona pregiudiziale verso un’intera comunità oltre che non rispondente alla realtà”. Parole severe se solo confrontate con l’accoglienza riservata da Sant’Egidio al premier Conte e le sue parole di stima per l’associazione sul fronte dei corridoi umanitari.

Dunque, la sensazione è che con Salvini il dialogo del mondo cattolico (soprattutto a livello episcopale e associativo) non sia neppure cominciato. In sostanza è un discorso fra sordi. O come qualche analista suggerisce: li divide una visione di mondo e una diversa antropologia. Ma la domanda è inevitabilmente un’altra: cosa ne pensa, però, la base dei credenti, il popolo cattolico comune che ha votato tranquillamente la Lega? Qui forse un sondaggio riserverebbe delle sorprese. Anche perché la linea “contro” ha sin qui premiato Salvini, così come le ultime scelte “contro” di Di Maio hanno rafforzato i 5 Stelle.

In sostanza, possiamo dire che la luna di miele dei due soci di governo continua e che l’elettorato non è stanco delle loro sortite, anzi… E in quell’enorme bacino elettorale (oltre il 60% del totale) di sicuro ci sono moltissimi cattolici popolari. Il che vuole dire che oggettivamente c’è una distanza fra le gerarchie e l’intellighentia cattolica da una parte e il mondo dei fedeli dall’altra. Non possiamo sapere quanto sia piaciuta la copertina di Famiglia Cristiana al popolo delle parrocchie, ma per il momento sappiamo che un gran numero di cattolici italiani continuerebbe tranquillamente a sostenere Salvini. A prescindere…

Dunque, riconosciamo che i vescovi, nel loro ministero esercitano anche la profezia. E che i semplici fedeli, invece, si affidano a un sano realismo. Qui sta forse la ragione della distanza tra vescovi e popolo e anche una certa sordità nei confronti dei continui richiami del Papa in difesa dei migranti. In ogni caso, va evidenziato che Di Maio, a differenza di Salvini, non ha ancora attirato su di sé gli strali del mondo cattolico. Di sicuro, non sarà solo per la sua faccia da bravo ragazzo. Sicuramente c’è dell’altro e cioè una sorta di maggiore affidabilità che gli sembrerebbe riconosciuta anche dalle più alte stanze della Repubblica. Ma anche a lui, ne possiamo star certi, non verranno fatti sconti. Soprattutto se le sue scelte politiche entreranno in rotta di collisione con l’antropologia cattolica. Ché la morale cattolica è altra cosa.



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