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Phisikk du role – Casaleggio jr. e il Parlamento superato

Casaleggio

Due notizie dal mondo della politica che s’incrociano, si riconoscono e alla fine ne fanno una sola. Davide Casaleggio che esterna sul superamento della democrazia parlamentare e un suo sodale, tale onorevole Andrea Mura, fresco deputato pentastellato che di mestiere fa lo skipper, già si fa notare per aver agguantato il considerevole record di assenteista parlamentare: il 96% di sedute disertate.

Leggiamo sdegnate alzate di sopraccigli ed indici ammonitori su commenti e articolesse sparsi di qua e di là. Ciò che meraviglia è la meraviglia con cui si maneggia l’argomento. Assai tardiva, sembrerebbe. Casaleggio jr. non fa che riprendere temi cari a papà Gianroberto, utopie new age ottimamente illustrate in un video dal titolo “Gaia, il futuro della politica” da lungo tempo reperibile in rete. Dove si discetta di fine del mondo, di apocalissi, di nuova nascita in una specie di Eden per sopravvissuti (pochi),tutti affratellati dalla rete, che è buona e giusta e ci fa vivere in pace in una specie di anarchia felice che devolve il fastidio del governo al web.

Se proprio vogliamo fare i pignoli dobbiamo ricordare a quel 32% di Italiani che hanno votato il M5S che il nutrimento culturale del movimento, la sua ideologia e il suo programma stanno tutti lì, in quel video del fondatore. Il figlio Davide, dunque, ne declina soltanto un capitolo. Peraltro neanche troppo rivoluzionario: sono decenni ormai che la dottrina giuridica e la politica si interrogano sui destini dei parlamenti, in Italia e nel mondo, registrando il pericoloso slittamento dei poteri dalle camere dei rappresentanti ai governi e dai governi ai potentati estranei alla sfera politica (e più o meno occulti). Peraltro anche la demonizzazione della Rete sembra un atteggiamento un po’ luddista e parecchio retrò: in fondo parliamo di tecnologie moderne. E la democrazia parlamentare non si basa forse sulla tecnologia offerta all’epoca della rivoluzione francese, quella cartacea delle schede elettorali? Suvvia: il voto elettronico è già adottato in un mucchio di paesi. Il problema, semmai, è quello di chi controlla le tecnologie, di chi ha in mano tutto l’ambaradan e ci pervade, ci controlla e ci vende con la nostra beota collaborazione!! Il problema è quello delle piattaforme digitali, dei padroni del web, degli over the top.

Dunque, se davvero vogliamo difendere il Parlamento, dobbiamo assegnare al suo lavoro nuovi contenuti, nuovo peso, più controllo sull’attività del governo, riconoscendo alle opposizioni uno statuto per esercitare il loro ruolo democratico di contraddittori della maggioranza: altro che pratica forsennata dello spoils system. Si ha una certa difficoltà, infatti, a leggere di appassionate difese del principio (sacrosanto) di libertà dal mandato imperativo, altro cavallo di battaglia M5S, se poi quegli stessi difensori sono tenaci sostenitori delle liste bloccate con cui si cooptano i parlamentari. Con cui è stato cooptato anche quell’onorevole Muro che con la rudezza dello skipper bruciato dal sole e dal sale dice di poter fare politica anche veleggiando in solitario. Che ci va a fare alla Camera? quando deve dire qualcosa lo fa con la Rete. In fondo si porta avanti col lavoro sulla linea Casaleggio: il Parlamento? Una roba da prima repubblica.


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