Qual è la differenza tra un avvocato e un lobbista? Sicuramente il lobbista non può fare l’avvocato. Ma può avvenire il contrario? La risposta è no, sono mestieri diversi, anche se complementari. Ed è bene che rimangano tali. Per la rubrica video di Telos A&S Lobby Non Olet, abbiamo posto questa domanda all’avvocato Enrica Ghia.
Così come i lobbisti, gli avvocati possono lavorare per le aziende. Ma la differenza è alla base. Rispetto a un avvocato, ci dice l’avv. Ghia “il lobbista parte da un presupposto completamente diverso. Quando un’impresa presenta una determinata problematica, il lobbista guarda a un interesse generale, quindi all’interesse del mercato, all’interesse della collettività”. Il suo obiettivo è “capire se il problema, che è stato sollevato da un soggetto specifico, possa essere inquadrato in una politica, in una questione di impatto sociale più ampio”.
In altre parole, l’avvocato ne cura solo l’aspetto strettamente legale, quello dell’applicazione o dell’interpretazione di una legge esistente, mentre il lobbista cerca di trovare la soluzione di un problema che coinvolge un gruppo di cittadini o un’impresa o un settore industriale, attraverso, ad esempio, la modifica di una legge. Ciò non significa che avvocati e lobbisti non possano lavorare insieme. Anzi una loro collaborazione può essere un vero valore aggiunto per i rispettivi clienti.
Capita che i grandi studi legali, soprattutto all’estero, prendano come collaboratori ex politici o burocrati di alto rango. Ne ho già scritto su questa testata qualche mese fa. Perché lo fanno? Per allargare gli orizzonti culturali? Non proprio. Presumibilmente il motivo sta nel fatto che gli “ex” sono portatori di un pacchetto di contatti proprio nel mondo della politica, o dell’apparato istituzionale, e questo potrebbe rappresentare un bel biglietto da visita, se non altro, per l’attrattività di uno studio legale che vuole allargare la propria offerta commerciale. I contatti aiutano, non lo si può negare, ma molto più dei contatti, servono i contenuti e le argomentazioni. E soprattutto l’abilità politica di un lobbista di darne una lettura politica, e non di convenienza particolare. Grazie ad Enrica per avere difeso questa posizione!