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Salute e sicurezza nel nuovo contratto per l’industria chimica-farmaceutica

contratto

Un contratto rappresenta tante cose. Così è anche nel caso di uno di quelli che ci riguarda da vicino. Con sei mesi di anticipo rispetto alla naturale scadenza abbiamo siglato un’intesa tra Federchimica, Federfarma, Filctem-Cgil, Femca-Cisl e riguardante il rinnovo del contratto collettivo nazionale di lavoro per gli addetti all’industria chimica, chimico-farmaceutica, delle fibre chimiche e dei settori abrasivi, lubrificanti e Gpl, relativo al periodo di gennaio 2019 a fine giugno 2022. Si tratta di un importante risultato,perché è un accordo che dimostra come la contrattazione si possa realizzare presto e bene:diamo soldi alle persone,ma garantiamo anche diritti e solidarietà sociale. Una scelta che pone al centro del dibattito nazionale il valore del lavoro.

Di fatto con questo accordo abbiamo tutelato il potere d’acquisto dei lavoratori in un momento di bassa crescita del Paese,sottraendolo alla sola misura dell’inflazione. Abbiamo così posto le premesse per uno sviluppo concreto dell’economia nazionale attraverso la parte di industria che rappresentiamo. È un’intesa che rispecchia completamente i contenuti dell’accordo interconfederale firmato lo scorso 9 marzo. Un risultato efficace dal punto di vista del risultato economico e determinante per innovare l’intero sistema contrattuale. Il valore di un sindacato poggia sulla capacità di rinnovare i contratti ed il rinnovo di questo Ccnl è un contributo notevole alla crescita dell’industria e dell’economia del Paese. La stagione dei contratti conosce un ulteriore risultato di prestigio che, oltre all’aspetto economico, coniuga positivamente i temi della sicurezza e dell’ambiente, del miglioramento dell’organizzazione del lavoro e della formazione. Insomma, un contratto moderno che può rappresentare un valido modello delle relazioni industriali. Mai come ora l’industria abbisogna di investimenti pubblici e privati a favore delle infrastrutture materiali ed immateriali. Il contratto firmato ieri guarda anche a questa prospettiva.

Nello specifico, il contratto riconosce ai lavoratori un aumento del trattamento economico minimo di 97 euro, nel periodo di vigenza contrattuale che è stato allungato, in via transitoria, di sei mesi, ovvero fino a giugno 2022. A partire da questo rinnovo, l’innovativo ruolo di ammortizzatore degli scostamenti inflattivi affidato all’Edr, Elemento distinto della retribuzione, permetterà di semplificare l’impatto delle verifiche annuali e dare certezza alle imprese e ai lavoratori. Alla scadenza del Ccnl sarà comunque effettuata una verifica complessiva per garantire l’allineamento del trattamento minimo contrattuale all’inflazione reale. Nell’ipotesi di accordo in questione l’aumento complessivo sarà di 129 euro. Dal prossimo mese di luglio verrà confermato l’Elemento distinto dal reddito (Edr) di 22 euro a cui si aggiungeranno altri 9 euro dal mese di gennaio 2019 derivanti dalle verifiche del precedente contratto. Rispetto all’aumento medio sui minimi di 97 euro, la cifra in questione sarà erogata in quattro “tranche”: 30 euro dal primo gennaio 2019, 27 euro dal primo gennaio 2020, 24 euro dal primo luglio 2021, 16 euro dal primo giugno 2022. Infine, è stato deciso l’aumento di un reddito a favore di chi fa i turni notturni.

Per quanto riguarda la parte normativa, gli interventi si sono focalizzati sull’ulteriore miglioramento della qualità delle Relazioni industriali, sulla promozione della produttività e occupabilità, sul continuo investimento sui temi della sicurezza, salute e ambiente e sulla valorizzazione e diffusione della formazione, in particolare per: rispondere all’esigenza di attori sociali sempre più adeguati per una contrattazione aziendale di qualità, capace di cogliere le attuali sfide e per sviluppare Relazioni industriali sempre più partecipative; diffondere la cultura della sicurezza, anche mediante moderni strumenti digitali; aumentare ulteriormente l’attenzione nei confronti dei giovani, anche attivando percorsi di alternanza scuola-lavoro; agevolare l’innovazione organizzativa, la valorizzazione professionale e l’occupabilità, dando sempre più spazio alla contrattazione di secondo livello. Altro importante segnale di innovazione è l’aver previsto una versione digitale del Ccnl, che per i primi anni sarà affiancato ancora da quello cartaceo. Con questo nuovo strumento, che sarà messo a disposizione delle imprese e dei lavoratori, gli articoli contrattuali saranno consultabili ovunque e da tutti i dispositivi mobili, favorendo una più ampia conoscenza e accessibilità delle norme. Le parti sociali, proprio al fine di dare alle imprese gli strumenti per rispondere efficacemente alle sfide imposte da Industria 4.0 e favorire lo sviluppo di scelte di responsabilità sociale, migliorando produttività e occupabilità, hanno considerato fondamentale promuovere e incentivare le forme di flessibilità organizzativa, la polivalenza e le nuove modalità di lavoro, la convivenza e il ricambio generazionale. Il nuovo testo contrattuale ha inoltre affidato alla contrattazione aziendale alcune tematiche di importante valore sociale quali: l’inserimento e l’inclusione dei diversamente abili, le misure di conciliazione vita-lavoro, la cultura e il rispetto della dignità della persona e per contrastare le violenze e le molestie di genere, la solidarietà generazionale, lo sviluppo professionale senza distinzione di genere, orientamenti e nazionalità.

Per entrare ancor più nel merito, rispetto al tema della salute e della sicurezza, nei siti produttivi, caratterizzati dalla presenza di più aziende (comprese quelle appaltatrici) verrà costituito il coordinamento delle Rlssa (rappresentanti dei lavoratori alla sicurezza) diretto da un rappresentante dell’azienda prevalente nel sito industriale. Per quanto concerne l’organizzazione del l’orario di lavoro, si è reso necessario far fronte al sempre più dirimente problema dell’invecchiamento attivo del personale del settore chimico-farmaceutico. Per il succitato motivo e per favorire un adeguato ricambio generazionale, il nuovo accordo contrattuale prevede, oltre al fondo Tris,tramite accordi di secondo livello, la possibilità di una riduzione del l’orario di lavoro per i lavoratori più anziani, favorendo così l’ingresso di giovani. La medesima intesa prevede, inoltre, di destinare le risorse economiche del premio di partecipazione per favorire questa iniziativa. Per la formazione è previsto il rafforzamento della figura del delegato alla formazione e della costituzione delle rappresentanze. In merito al tema dell’innovazione è previsto che nella contrattazione di secondo livello si possano determinare nuovi profili professionali e nuovi inquadramenti specifici che tengano conto dei nuovi ruoli che si andranno a definire in azienda.

C’è ancora molto altro nel nuovo contratto siglato il 19 luglio a Roma, ma quello che più emoziona è che si tratta di un’intesa che esprime speranza per il futuro, dato che fa ritrovare insieme imprese e sindacati, nel segno più volte indicato dal premio Nobel per l’economia, l’indiano Amartya Sen, “Insieme per il bene comune”. È proprio questo l’obiettivo conseguito, che va oltre l’importante risultato contrattuale: abbiamo dimostrato in questa solenne occasione che l’intermediazione sociale e gli effetti che ne conseguono possono essere determinanti per la salvezza di un Paese che fatica ad uscire dai disagi e dalle contrapposizioni della crisi. Se lavoro ed imprese trovano la via del confronto, della partecipazione, della condivisione, l’Italia può farcela. Il nostro rinnovo contrattuale poggia su questo presupposto etico.


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