“Che il Meeting di quest’anno sia, per tutti coloro che vi parteciperanno, occasione per approfondire o per accogliere l’invito del Signore Gesù: Venite e vedrete. E questa la forza che, mentre libera l’uomo dalla schiavitù dei falsi miti, che promettono felicità senza poterla assicurare, lo rende protagonista nuovo sulla scena del mondo, chiamato a fare della storia il luogo dell’incontro dei figli di Dio col loro Padre e dei fratelli tra loro”. Con questo augurio Papa Francesco ha voluto conferire il suo marchio alla trentanovesima edizione del Meeting per l’amicizia fra i popoli targato Cl, la kermesse riminese che da quasi quarantanni anima il dibattito estivo in ambito politico e culturale, anticipando il rientro dalle vacanze e la ripresa dell’agenda politica.
IL NODO DELLA PARTECIPAZIONE POLITICA AL MEETING 2018
Meeting che stavolta viene indicato dalle cronache nazionali principalmente per la scarsa presenza di politici di governo, a differenza di quanto invece caratterizza ormai, nell’immaginario collettivo, quella che è la tradizione consolidata, negli anni, dell’evento ciellino. Non ci sarà il premier Giuseppe Conte, ma nemmeno i due vice Luigi Di Maio e Matteo Salvini. Il primo risulterà assente come tutti i suoi compagni di partito, non invitati all’evento, probabilmente per via dell’intemerata lanciata nel 2015 del grillino Mattia Fantinati, oggi sottosegretario alla Pubblica amministrazione, che dal palco di uno degli stand della Fiera accusò il movimento fondato da Don Giussani di avere “trasformato l’esperienza spirituale morale” nella “più potente lobby italiana”, “paravento di interessi personali finalizzati a denaro e potere”. Il secondo, il leader leghista, che viene ritratto in un’analisi del sondaggista Renato Mannheimer riportata dal Giornale come destinatario addirittura di un consenso in crescendo tra i cattolici, escluso probabilmente perché, come ha spiegato il fondatore della Compagnia delle opere Giorgio Vittadini al Corriere della Sera, il suo “approccio muscolare di chiudere i porti è lontano dalla mia sensibilità”, e quindi classificato dal Corsera come “distante” da quelle che sono le posizioni del popolo del Meeting sui migranti.
IL TEMA DEL SESSANTOTTO NELL’EDIZIONE DI QUEST’ANNO
Il messaggio inviato da Papa Francesco al Meeting è stato comunicato all’interno del discorso dell segretario di Stato della Santa Sede, il cardinale Pietro Parolin, che nel suo intervento è partito dalla rivoluzione culturale del ’68, una tematica molto presente tra gli stand e le mostre del Meeting di quest’anno – di cui parleranno ad esempio Mario Calabresi, Aldo Brandirali, Franco Bonisoli, Fausto Bertinotti – per offrire le sue considerazioni sul ruolo del cattolicesimo nella società di oggi, e all’impegno del cristiano nella società civile. “La rottura con il passato divenne l’imperativo categorico di una generazione”, e “tanti credenti cedettero al fascino di tale prospettiva e fecero della fede un moralismo che, dando per scontata la Grazia, si affidava agli sforzi di realizzazione pratica di un mondo migliore”, ha spiegato infatti il porporato, citando la frase che il fondatore di Cl don Giussani pronunciò rivolgendosi a un giovane, riportata nella biografia del sacerdote brianzolo curata dallo storico Alberto Savorana, e che fa da titolo all’edizione di quest’anno del Meeting, ovvero “le forze che muovono la storia sono le stesse che rendono l’uomo felice”.
IL MESSAGGIO DI PAPA FRANCESCO LETTO DAL CARDINALE PAROLIN
“Che ne è stato di tale tentativo? Che cosa è rimasto di quel desiderio di cambiare tutto?”, si è chiesto Parolin, avvertendo il fatto che oggi “si torna ad erigere muri, invece di costruire ponti”, che “si tende ad essere chiusi, invece che aperti all’altro diverso da noi”, e che “cresce l’indifferenza, piuttosto che il desiderio di prendere iniziativa per un cambiamento. Prevale un senso di paura sulla fiducia nel futuro”, per cui “ci domandiamo se in questo mezzo secolo il mondo sia diventato più abitabile”, ha spiegato il segretario di Stato. Interrogativo che “riguarda anche noi cristiani, che siamo passati attraverso la stagione del ’68 e che ora siamo chiamati a riflettere, insieme a tanti altri protagonisti”. Ma la soluzione, per Parolin, “non si tratta di ritirarsi dal mondo per non rischiare di sbagliare e per conservare alla fede una sorta di purezza incontaminata, perché una fede autentica implica sempre un profondo desiderio di cambiare il mondo” e “di muovere la storia”. Certezza alla radice della quale “c’è la convinzione profonda che Cristo è l’inizio del mondo nuovo”, perché “chi salverà oggi questo desiderio che abita, seppure confusamente, nel cuore dell’uomo?”. “Se infatti il desiderio non trova un oggetto adeguato, rimane bloccato e nessuna promessa, nessuna iniziativa potranno smuoverlo”, ha così concluso il cardinale.
L’INTERVENTO INAUGURALE DEL PRESIDENTE MATTARELLA
Nella giornata precedente c’era stato invece l’intervento del Capo dello Stato, il presidente Sergio Mattarella, che ha affermato che “connettere la ricerca di felicità della persona con il desiderio di costruire una storia migliore per sé e per gli altri è una grande sfida di umanità”. “Il dialogo, il desiderio di incontrare l’altro e di costruire insieme, nelle differenze, compongono l’humus di una società democratica e di una comunità solidale”, ha continuato Mattarella. “Dalla propensione al rispetto, e dunque all’amicizia, dipende molto della qualità della vita e della forza di una società. Sostenere le proprie idee e affermare la propria identità non consiste nell’innalzare le barriere del pregiudizio e della contrapposizione irriducibile”, ha aggiunto. Ma “tra le numerose e straordinarie opportunità che i tempi nuovi ci offrono vi sono anche i rischi della piatta omologazione e di chiusure individualistiche”, e “l’esasperazione dell’interesse egoistico così come il mediocre conformismo limitano lo sguardo sul futuro e spingono a considerare il presente come l’unico orizzonte utile”, mentre al contrario “tenere insieme persone e storie, vuol dire proprio rafforzare i legami tra l’individuo e la comunità, far sì che nessuno rimanga indietro o si senta escluso”, ha così concluso il presidente della Repubblica.
IL COMMENTO DELLA PRESIDENTE DEL MEETING E DEL SEGRETARIO DELL’ONU
“Un’affermazione rivoluzionaria” e che “coglie il punto centrale” del Meeting di quest’anno, ha commentato il presidente della Fondazione Meeting per l’amicizia fra i popoli Emilia Guarnieri, che ha così spiegato: “in un contesto in cui sembra prevalere la reattività e la protesta, noi poniamo l’uomo felice come soggetto del cambiamento”. Messaggio rincarato dal segretario generale dell’Onu António Guterres. “È di questo spirito che abbiamo bisogno, oggi più che mai”, tempo in cui “i conflitti divampano in molte parti del mondo”, ha affermato Guterres. “Xenofobia e razzismo sono fenomeni in aumento in alcuni paesi e regioni. Il Meeting di Rimini, che riunisce persone provenienti da contesti etnici, religiosi e culturali diversi è un gradito antidoto a tutto questo”. E “dare potere ai giovani è uno degli investimenti più importanti che possiamo fare per prevenire i conflitti e costruire una cultura di pace”. Affermazioni che portano il giornalista del Corsera Dario Di Vico a parlare del “primo Meeting dell’amicizia al tempo del populismo di governo”, in linea con “la svolta che don Julian Carron ha impresso a Comunione e Liberazione a partire dall’ormai lontanissimo 2012″, e che “reca, tra gli altri, questo segno: ridurre il tasso di politicizzazione del movimento e tornare alle origini riportando i temi della fede e delle opere al centro dell’attenzione”.
I PARTECIPANTI DI QUEST’ANNO ALLA KERMESSE CIELLINA
All’evento di quest’anno parteciperanno, tra gli esponenti politici di maggior peso, alcune figure della Lega, una su tutti il sottosegretario Giancarlo Giorgetti, secondo gli osservatori in qualità di “volto rassicurante”, ma anche il ministro dell’Istruzione Marco Bussetti, quello degli Esteri Enzo Moavero Milanesi, i i governatori leghisti Massimiliano Fedriga e Attilio Fontana, rispettivamente di Friuli Venezia Giulia e Lombardia, oltre al presidente della Liguria Giovanni Toti e il sindaco di Genova Marco Bucci che parleranno entrambi della tragedia del ponte Morandi, a cui è stata dedicata in apertura una preghiera, e che ha portato Autostrada a ritirare il proprio stand. Ci saranno poi, figure ormai fisse al Meeting, l’ex presidente del Consiglio Romano Prodi, l’ex presidente della Camera Luciano Violante o l’attuale presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani. Poi Maurizio Lupi, Maria Stella Gelmini, Roberto Speranza, ed è atteso anche Gianni Letta. Molti invece anche i politici del Partito democratico, come il consigliere economico dell’ex premier Renzi Luigi Marattin, l’ex ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio, l’ex ministro dell’Agricoltura Paolo De Castro e il governatore dell’Emilia Stefano Bonaccini. Ci saranno poi il presidente di Confindustria Vincenzo Boccia, la segretaria generale della Cisl Annamaria Furlan, l’economista Carlo Cottarelli e l’ex ministro del lavoro Enrico Giovannini.
LE PRESENZE RELIGIOSE E INTERNAZIONALI, ANCHE DEL MONDO MUSULMANO
Tra i religiosi, spiccano il cardinale filippino, arcivescovo di Manila e presidente di Caritas Internationalis, Luis Tagle o l’arcivescovo emerito di Milano Angelo Scola, oltre al nunzio apostolico negli Stati Uniti Christophe Pierre e al vescovo di Taranto Filippo Santoro. Mentre a parlare del mondo islamico ci sarà il segretario generale della Lega Musulmana Mondiale Mohammed Ben Abd Ul-karim al-Issa, il direttore generale dell’institut du Monde Arabe di Parigi Mojeb Al Zahrani e il direttore della comunicazione della Biblioteca di Alessandria Khaled Azaab. Infine, il Meeting di quest’anno vedrà l’assegnazione del Premio Internazionale Medaglia d’oro al merito della Cultura Cattolica alla studiosa Hanna-Barbara Gerl-Falkovitz, professore emerito di Filosofia delle Religioni e Scienze Religiose Comparate all’Università di Dresda.
I NUMERI DEL MEETING E LE NOVITÀ DELL’EDIZIONE 2018
Tanto per fare poi qualche numero, saranno 148 gli incontri previsti dal programma ufficiale: 18 spettacoli, 14 mostre, 32 manifestazioni sportive, con 397 i relatori che interverranno agli incontri. Ma se si considerano le nuove sette arene allestite in Fiera, frutto della riorganizzazione spaziale dell’evento, il numero degli incontri sale a 234 e i relatori diventano 528. Tutti incontri e mostre ad ingresso libero, come sempre stato fin dall’inizio, sparsi per i 130mila i metri quadrati dei 12 padiglioni della Fiera, più la Hall centrale e gli 8 padiglioni di collegamento. I volontari invece che si impegneranno durante la settimana saranno ben 2.527, giunti da ogni parte d’Italia e in piccola parte anche dall’estero. I quattro spazi tematici e le tre grandi aree tematiche proposte quest’anno , “un’innovazione del format del Meeting”, come osserva il direttore del Meeting Sandro Ricci, riguardano rispettivamente il Sessantotto, gli scenari internazionali e l’innovazione, e il tema del lavoro, della mobilità e della salute. Nel complesso, sono oltre 130 le aziende e gli enti che partecipano a vario titolo alla manifestazione.