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No vax, scienza e stregoneria. L’ignoranza che conviene alla politica

Di Luca Pani

Beata ignoranza, molto utile, a quanto pare, non solo per raccattare voti a destra e a manca ma anche per vivere meglio. È stato appena scoperto che i meccanismi di gratificazione del cervello umano potrebbero svolgere un ruolo cruciale nella valutazione dell’opportunità o meno di acquisire nuove informazioni, di capire cioè se valga la pena o no studiare, proprio come fa per apprezzare il valore di ricompense come cibo, sesso o beni materiali. Abbiamo una poderosa macchina d’apprendimento dentro il cranio assetata di conoscenza che ha imparato come anche l’ignoranza è gioia. Il problema è come scegliere cosa sia più conveniente, per ogni dato momento, considerato che purtroppo il cervello usa lo stesso algoritmo e la medesima architettura cellulare per valutare se convenga faticare o meno.

La ricerca recentemente pubblicata negli Atti della National Academy of Sciences USA, e finanziata dal Wellcome Trust, dimostra come la scelta di acquisire conoscenza se si prevede un evento positivo equivalga a quella di restare ignoranti nell’attesa di uno negativo. La ricerca della conoscenza è certamente una caratteristica fondamentale della natura umana, tuttavia, in questioni che vanno dalla salute, alla finanza passando per la politica, soprattutto in presenza di una percezione, anche se falsa, che il mondo stia andando peggio le persone scelgono talvolta di rimanere ignoranti perché questo li gratifica e migliora nettamente la qualità della loro vita.

In effetti se avete un conto bancario in cui vengono effettuati dei bonifici periodici è dimostrato che controllerete più frequentemente il saldo dopo un accredito atteso (lo stipendio) e meno dopo un addebito anch’esso atteso (una bolletta). In altri termini i circuiti della ricompensa del cervello gestiscono selettivamente l’opportunità di acquisire conoscenze sui risultati futuri se sono favorevoli, ma non se sono sfavorevoli, perché conoscere potrebbe non sempre essere la strategia migliore, come dimostrato dal fatto che molte persone evitano le visite mediche quando sospettano che possano portare notizie negative e anche nei casi in cui potrebbero salvar loro la vita perché effettuate per tempo.

I risultati sono coerenti con la teoria secondo cui le convinzioni hanno una propria utilità in sé e per sé indipendentemente da cosa sia vero o meno, come dimostrato dal potere delle fake news. Si conferma anche come credere che qualcosa accadrà ha la capacità di influenzarci in modo positivo o negativo, e non perché gli eventi siano reali. Quindi, non dite mai a qualcuno studia e dati da fare perché altrimenti resterai senza lavoro (risultato negativo) perché è il modo migliore per spingerlo verso l’ignoranza e l’indolenza e cercate sempre di mettere in una prospettiva positiva il futuro se volete che il cervello selezioni l’acquisizione di conoscenza come la modalità con le maggiori probabilità di vivere una vita migliore e realmente più dignitosa. Decreti governativi a parte.

@Luca__Pani, University of Miami

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