Conte ha festeggiato i suoi 54 anni di vita e 65 giorni di governo. Auguri. Ha anche fatto un sovvertimento del rito della conferenza stampa presidenziale, salutato dai media per la sua rilevanza storica: nel salone per le conferenze stampa ha fatto sistemare le sedie attorno ad una poltrona, come si fa nei talk show, e si è messo attorno i giornalisti mescendo champagne e distribuendo tramezzini e battute azzimate.
I cronisti hanno giustamente rilevato il taglio sartoriale del suo abito blu, l’impeccabilità della sua pochette e delle Church. Nella graziosa affabulazione è scivolato anche lui sul “premier” (“la sintesi risolutiva spetta al premier” dice sussiegoso nell’intervista il professore) ma, con quelle scarpe inglesi in fondo è solo un peccato veniale, forse dovuto ad un transfert, peraltro molto ispirato. Nel merito, però, è stato sublime. Roba che i “ma anche” veltroniani e i gli arzigogoli dorotei del Mariano Rumor da giovane impallidiscono.
Sui temi cruciali, amichevolmente imbeccato da cronisti un po’ stremati dall’afa capitolina e un po’ ammorbiditi da tramezzini e champagne, ha surfeggiato che è una bellezza. Vado a campione, sul panorama delle incompiute. Rai: “Foa è persona adeguata alla presidenza” e poi “il presidente deve essere una figura di garanzia”, per concludere “valuteremo, ma i partiti parlino” (qual è, allora la posizione?). Sui vaccini: “Ho accompagnato personalmente mio figlio a fare il vaccino. Ma che ci siano sensibilità diverse in un movimento molto composito va benissimo” (e allora? Boh!). Sulla Tav e sulla Tap: “Stiamo esaminando costi e benefici” (e quindi?). Sull’Ilva: “Vi pare che di Maio voglia mandare a casa 14.000 persone? (e dunque che si fa per impedirlo?Boh!). Un accenno al buen retiro del piccolo comune nel subappennino dauno (l’ente provinciale del turismo di Foggia ringrazia) e in omaggio a tutti la manovra economica (“Rocco vai a prendere la manovra e danne una copia a tutti”).
Vi abbiamo trasmesso il compleanno del perfetto doroteo 2.0.