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Solo i valori condivisi possono tenere insieme l’Europa

Europa

di Rocco Buttiglione*

Con la guida spirituale di Giovanni Paolo II e quella politica di Helmut Khol è stata condotta una grande battaglia per l’Europa. E’ caduto il comunismo, si è riunificata la Germania, abbiamo fatto l’Euro. Però alla fine siamo stati sconfitti. Non abbiamo avuto i valori cristiani nella Costituzione europea e non abbiamo avuto la Costituzione. L’Unione europea è rimasta come un bel palazzo senza tetto dove piove dentro.

Se i burocrati primeggiano è perché non c’è la politica è perché la costruzione europea è andata vanti parlando di diritti senza doveri, senza costruire comunità, senza accettare il vincolo della famiglia, senza la solidarietà dentro le nazioni. I burocrati imperano quando la politica muore ed è questa la vera crisi dell’Europa.

Quando si parlava di radici cristiane si faceva riferimento al fatto che l’Europa orientale si è liberata del comunismo trovando nella dottrina sociale cristiana il proprio punto di riferimento. Il processo di allargamento voleva dire “l’Europa siamo noi” ma è andato avanti limitandosi a far credere ai nuovi membri  che essere europei significasse solo adottare il nostro stile di vita. Ma non funziona così e non è in questo modo che si struttura una comunità.

Le popolazioni europee in difficoltà pensavano che il processo di allargamento avrebbe funzionato come uno scambio di doni. Noi portiamo quei valori che il consumismo da voi ha offuscato e voi, dall’atro lato, ci aiutate a costruire un economia che funzioni. Quando si parla di incomprensioni tra l’Europa di Visegrad e l’altra Europa, la radice del problema è questa.

Anche per chiamare la gente alla solidarietà devi prima riconoscere la radice di questa solidarietà. Perché dovremmo essere solidali? Se ci poniamo fuori dall’immagine cristiana dell’uomo, se quello che conta è solo l’interesse privato l’Europa si sfalda.

L’Unione europea riprende il suo posto nel mondo e nella vita dei cittadini se recupera la propria anima, i valori cristiani che la animano. L’Europa deve riscoprire la propria identità.

La questione non è difendere una struttura istituzionale ma  recuperare una passione, un amore, uno spirito creativo che fa nascere e sostiene le istituzioni. Il problema dell’Europa è che i burocrati difendono lo spazio, difendono le istituzioni Ue così come sono. Un amore appassionato degli uni per gli altri, per un obiettivo comune, non c’è. Se non si recupera questo interesse appassionato l’Europa non vivrà. L’idea che si può stare insieme per la crescita economica a danno degli altri Paesi non tiene in piedi l’Europa. Questa formula condanna il Continente a una lenta decadenza.

 *titolare della cattedra di Filosofia e Storia delle Istituzioni Europee presso la Pontifica Università Lateranense

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