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Un brindisi al nuovo successo per Vega, il lanciatore italiano

La missione del cacciatore dei venti dell’Agenzia spaziale europea (Esa) è iniziata con il dodicesimo successo di fila di Vega, il lanciatore made in Italy realizzato a Colleferro da Avio, società guidata da Giulio Ranzo. Alle 23:20 italiane, il piccolo vettore è partito dalla base spaziale di Kouoru, in Guyana francese, per portare poi correttamente in un’orbita di 320 chilometri di altezza il prezioso payload: Aeolus, il satellite europeo che promette di rivoluzionare la meteorologia. Grazie a una tecnologia innovativa, che conta anche sull’eccellenza italiana di Leonardo, l’azienda guidata da Alessandro Profumo, il cacciatore dei venti permetterà per la prima volta di misurare dallo spazio i venti del globo, consentendo così di elaborare previsioni più accurate e a più ampio spettro temporale.

IL LANCIO

Inizialmente, il lancio era stato fissato a martedì 21 agosto, ma le condizioni atmosferiche non favorevoli avevano costretto Arianespace, l’azienda che ha operato il lancio, a posticipare di 24 ore la partenza del cacciatore de venti. Luce verde invece per la giornata di ieri, che ha visto il decollo puntale del vettore italiano a cui hanno assistito, da Kouoru, anche il presidente dell’Agenzia spaziale italiana (Asi) Roberto Battiston, e l’astronauta italiana Samantha Cristoforetti. Nel giro di circa sei minuti i tre stadi di Vega hanno progressivamente consentito ad Aeolus di indirizzarsi verso l’orbita prestabilita, per una sequenza di lancio durata poco meno di un’ora. Poi, a mezzanotte e mezza, quando la stazione antartica di Troll ha stabilito il primo contatto con il satellite, è scattata l’esultanza nella stazione di controllo Jupiter della base europea.

LE PAROLE DI RANZO

“Ancora un successo per Vega; dodici lanci consecutivi di successo rappresentano un record mondiale assoluto in termini di affidabilità e confermano la leadership europea nel settore dei lanciatori”, ha detto Giulio Ranzo commentando la missione. Eppure, lo sguardo è già rivolto al futuro: “Nel 2019 sarà disponibile Vega C, la nuova e più performante versione del lanciatore con una capacità di oltre il 60% superiore a quella di Vega”, ha spiegato l’ad. “Nel 2019 sarà disponibile anche il nuovo Ssms (Small Spacecraft Mission Service), un adattatore e dispenser che permetterà di portare in orbita contemporaneamente fino a 30 satelliti di piccole dimensioni con Vega/Vega C, garantendo così accesso allo Spazio a prezzi competitivi anche a questa fascia di mercato. Nel frattempo – ha rimarcato Ranzo – Avio sta già lavorando per il 2024 ad una ulteriore evoluzione denominata Vega E che consentirà di incrementare ulteriormente la capacità di carico e la competitività di costo”.

IL CACCIATORE DI VENTI

Il passeggero del dodicesimo successo di Vega è stato Aeolus, la quinta missione del programma Earth Explorer dell’Agenzia spaziale europea (Esa), ideato per promuovere l’osservazione della Terra in maniera sempre più accurata attraverso tecnologie moderne e allo stato dell’arte. Il nuovo satellite “riempirà un gap nella nostra conoscenza di come il pianeta funziona, e dimostrerà come la tecnologia innovativa può essere usata nello spazio”, ha commentato entusiasta Jan Woerner, direttore generale dell’Esa. La tecnologia di Aeolus è concentrata nell’unico strumento a bordo: l’Atmospheric Laser Doppler Instrument, meglio noto con l’acronimo Aladin. Si tratta di un lidar, ovvero di un trasmettitore di impulsi laser, capace poi di osservare l’interazione tra il fascio emesso e le particelle presenti nell’atmosfera grazie a un potente telescopio. Costruito dal gruppo franco-tedesco Airbus, Aladin può contare su un importante contributo italiano. I potenti trasmettitori laser (i più potenti nell’ultravioletto mai costruiti per un’applicazione spaziale) sono infatti stati realizzati dal campione nazionale del settore, Leonardo, presso gli stabilimenti di Campi Bisenzio e Pomezia.

LA MISSIONE

“Aeolus ha a bordo il primo strumento del suo tipo e utilizza un approccio completamente nuovo per la misurazione dei venti dallo spazio”, ha spiegato il direttore dei programmi di Osservazione della Terra dell’agenzia europea Josef Aschbacher. “Tale tecnologia all’avanguardia – ha aggiunto l’esperto – ha significato che la missione è stata molto sfidante nello sviluppo ma, grazie a tutti i team coinvolti, siamo entusiasti che questo straordinario satellite sia ora in orbita”. Da oggi, per almeno tre anni, Aeolus darà informazioni in “near real time” sui venti, permettendo di capire meglio l’andamento di altri elementi come temperatura, umidità e pressione. Lo farà grazie al trasmettitore laser italiano, che “illuminerà” le polveri e le gocce di acqua presenti nell’atmosfera riuscendo così a capire la velocità del vento che le trasporta. Il telescopio di circa un metro e mezzo di diametro rileverà dunque l’effetto Doppler, ovvero la frequenza dei fasci ultravioletti generati dall’interazione tra i raggi laser e le molecole presenti nell’atmosfera. Ciò consentirà di avere maggiore accuratezza nelle previsioni meteorologiche, fino a sette gironi e oltre, ma anche di comprendere meglio le dinamiche tropicali e la variabilità climatica.

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