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Vitrociset resterà in mani italiane. Chiuso il deal con Fincantieri e MerMec

C’è anche la firma: la cordata di Fincantieri e MerMec (il gruppo che fa capo a Vito Pertosa) acquisisce Vitrociset, storica azienda leader nei servizi di Information and Communications Technology (Ict) in una serie di settori strategici, dalla difesa allo spazio. Secondo fonti finanziarie sentite da Formiche.net, l’operazione è ormai cosa fatta e permetterà al gioiello industriale fondato oltre quarant’anni fa da Camillo Crociani di restare in mani italiane. La notizia era nell’aria da giorni, dopo che negli ultimi mesi si erano rincorse diverse ipotesi di cessioni. L’advisor, la celebre società di consulenza Ey aveva iniziato a stringere con i compratori più accreditati (Vitrociset è naturalmente soggetta all’esercizio del Golden Power da parte del governo). Il successo del deal è frutto di un lungo negoziato reso possibile dal risanamento ottenuto dalla guida dell’ad Paolo Solferino che a febbraio ha presentato un Piano industriale con la previsione sostenibile di aumentare del 40% gli investimenti nei prossimi cinque anni.

DALLA DIFESA ALLO SPAZIO

La società partecipa a numerosi programmi internazionali, tra cui spicca il contributo al caccia di quinta generazione F-35 realizzato da Lockheed Martin, per cui Vitrociset ha partecipato a progettare e sviluppare parte della strumentazione utilizzata a terra per il velivolo (il cosiddetto Ground support equipment). D’altra parte, Vitrociset vanta una presenza importante nel settore spaziale, partecipando tra le altre attività alla gestione della base spaziale di Kourou, in Guyana francese, quella da cui partono i lanciatori europei Ariane 5 e Vega. Particolarmente attiva poi sul fronte della radaristica, per cui basterà pensare ai sensori installati presso il Poligono Interforze di Salto di Quirra (Pisq), in Sardegna, gli stessi hanno monitorato la caduta incontrollata della stazione spaziale cinese Tiangong-1, proprio quella che ci ha fatto stare con il naso all’insù la notte di Pasqua.

NELLA FUSIONE NUCLEARE

Solo pochi giorni fa, l’azienda si è aggiudicata un importante contratto per l’Iter, il reattore nel sud della Francia che sperimenterà per primo la fusione nucleare. Vitrociset (già coinvolta nel progetto a partire dal 2012) realizzerà il sistema che permetterà a tutte le apparecchiature di gestione da remoto di lavorare insieme e di comunicare, in tempo reale, con il sistema di controllo centrale e con i sistemi dedicati alla protezione di macchine e personale.

I NUMERI E IL PIANO INDUSTRIALE

Attualmente l’azienda conta circa mille dipendenti, un portafoglio ordini che al 31 dicembre 2017 si attestava a 364 milioni di euro e un utile netto pari a 1,3 milioni. Lo scorso febbraio, Solferino ha presentato il nuovo Piano industriale, basato su due punti: un aumento del 40% degli investimenti in cinque anni e acquisizioni di altre aziende con l’obiettivo di triplicare il fatturato. In particolare, spiegava l’ad, la crescita coinvolgerà l’estero, dove le acquisizioni riguarderanno soprattutto tecnologia nell’ambito dell’addestramento civile e di difesa. Tre i settori su cui punta la società: Difesa, Spazio e Trasporti.

GLI ACCORDI DI APRILE

Per capire la varietà dell’offerta dell’azienda basta guardare le intese siglate lo scorso aprile, frutto del rilancio predisposto dal management di Solferino. La società si è aggiudicata un contratto da 7,5 milioni nell’ambito della pubblica amministrazione, scelta per fornire a Inps, ministero degli Esteri e Anas, centrali telefoniche evolute per gestire su un unico numero tutta la comunicazione, dalle telefonate allo screen sharing. Parallelamente, ha siglato un accordo strategico con Bohemia Interactive Simulations, società americana specializzata nel training avanzato. che le ha attribuito l’esclusività commerciale per la rivendita in Italia delle licenze di Vbs3, il motore di simulazione più utilizzato in ambito militare e per scenari complessi.

L’OPERAZIONE PER FINCANTIERI

Da almeno una settimana si rincorrevano le voci circa la volontà di Fincantieri, presieduta da Giampiero Massolo e guidata da Giuseppe Bono, di acquisire Vitrociset. L’obiettivo, ci aveva spiegato Michele Nones, consigliere scientifico dell’Istituto affari internazionali (Iai) è “aumentare le sue competenze nel segmento dell’elettronica navale, al momento poco sviluppate”. Il campione della cantieristica, aveva aggiunto “finora ha operato nel settore dell’elettronica navale tramite accordi con altre società, come la Orizzonte Sistemi Navali (joint venture con Leonardo, ndr), tramite le quali gestisce alcuni contratti”. Ora, “anche se Vitrociset (per parte sua da tempo alla ricerca di una collocazione più solida all’interno del gruppo) non opera direttamente nell’elettronica navale, ma piuttosto in quella terrestre e aerea, porterebbe comunque in Fincantieri nuove competenze”.

GLI OBIETTIVI DI BONO…

In altre parole, nel lungo periodo l’obiettivo di Bono è ampliare l’offerta dell’azienda per potersi presentare come fornitore di un prodotto completo, senza dover contare su forniture esterne. Pochi giorni fa, alla presenza del ministro della Difesa Elisabetta Trenta, durante la cerimonia del taglio lamiera della prima nave prevista dal maxi ordine del Qatar per 4 miliardi di euro, l’ad ha inviato segnali in questa direzione: “Stiamo creando una divisione ingegneristica dedicata alle tecnologie di difesa a supporto della logistica per servire al meglio le necessità”. Tra l’altro, a testimonianza di tali intenzioni da parte dell’azienda navale, c’è stato l’acquisto, solo pochi giorni fa, del 10% del capitale sociale di Psc, gruppo con un fatturato di 141 milioni di euro nel 2017, con sede a Roma e specializzato nella progettazione e realizzazione di impianti tecnologici per grandi opere.

…E QUELLI DI MERMEC

Ha partecipato all’acquisto di Vitrociset anche MerMec, gruppo impegnato a progettare e sviluppare soluzioni per diagnostica, segnalamento e manutenzione predittiva per infrastrutture di trasporti, prevalentemente ferrovie e metropolitane. Il gruppo di Vito Pertosa, ha spiegato Nones, “era da tempo alla ricerca di nuove opportunità nel campo della difesa”. Al centro del suo interesse su Vitrociset ci sarebbero soprattutto attività “come la gestione del sito di lancio del Vega a Kourou, che rientrerebbe, in caso di acquisizione, nell’interesse diretto del gruppo. Inoltre, a completare il quadro, alcuni progetti portati avanti da Vitrociset nel settore dei sistemi unmanned”.

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