Accanto ai temi di carattere eminentemente politico e geopolitico ad Atreju, la kermesse settembrina di Fratelli d’Italia, hanno trovato spazio anche temi etici cari alle forze della destra italiana. Uno di questi, senz’altro tra i più discussi, è l’utero in affitto, altrimenti detto la “Gestazione per altri”. A parlarne è Costanza Miriano, giornalista e scrittrice, autrice del best seller “Sposati e sii sottomessa”. A margine del suo breve intervento abbiamo sentito la giornalista e blogger sul tema centrale del suo speech.
Quali sono le prospettive per l’Italia sul tema dell’utero in affitto? Crede che l’alleanza gialloverde, con la sua doppia anima, possa essere un pericolo?
Io mi sono dimessa dal Comitato del Family day perché la politica non solo non mi piace ma non mi interessa. A me sembra che in questo momento ci sia un clima migliorato o per lo meno è rallentato l’attacco all’idea di famiglia “tradizionale”, quella formata da uomo e donna. La Lega mi sembra che sia molto allineata alle idee cattoliche e laiche. Basti pensare alle posizioni del ministro della famiglia Fontana o a quelle del vicepremier Salvini. Con il governo del Pd c’è stato un attacco frontale a questa idea di famiglia. Ricordo che il premier Gentiloni congedandosi ha detto “Sono fiero di appartenere al governo che ha approvato la norma sulle Unioni Civili e sulle Dat”. Ecco per lo meno credo che ora questi temi non siano più prioritari e questo è gia un miglioramento.
Ci sono però degli amministratori locali che si muovono in controtendenza rispetto alla linea governativa. Basti pensare ai due sindaci più importanti del M5S Virginia Raggi a Roma e Chiara Appendino a Torino che hanno aperto al riconoscimento dei figli di coppie omosessuali.
Abbiamo parlato proprio oggi del ricordo al Tribunale civile contro il Comune di Roma. Penso che questo sia anche un po’ nella dinamica di un governo bicefalo, ci sono diverse appartenenze. Mi sembra, però, che sia un miglioramento rispetto al passato.
Secondo lei ci potrebbe essere un asse tra il femminismo cattolico da lei rappresentato e un femminismo di sinistra, penso all’attivita quotidiana di Marina Terragni che da donna di sinistra critica strenuamente l’accondiscendenza della sua parte politica all’idea dell’utero in affitto?
Io credo che tutte le donne che siano oneste e non ideologizzate non possano non essere d’accordo sul fatto che l’utero in affitto non solo sia contro il bambino, che è la parte debole, ma proprio contro le donne più deboli. Non riesco a capire come possa esserci una femminista che non si renda conto di questa cosa. È vero che “l’utero è mio e lo gestisco io” ma io credo che dovremmo lasciarci alle spalle quelle affermazioni di autonomia e quello che dovrebbe prevalere è l’affermazione che la maternita è comunque un valore, che si può cogliere o meno, però resta tale. Tra l’altro io non conosco casi di donne benestanti o non bisognose che hanno scelto liberamente di diventare madri per altre persone. Quella scelta è sempre la risposta ad uno stato di bisogno.
Perché è cosi difficile fare passare il concetto che i figli nascono da un uomo e una donna?
Perché viviamo in un contesto culturale in cui i desideri sono considerati diritti. Capisco che una coppia omosessuale o eterosessuale che non può avere figli abbia il desiderio della maternità o della paternità. Io mi definisco prima di ogni altra cosa madre, anche se dovrei definirmi moglie dato che ho anche scritto il libro “Sposati e sii sottomessa”, quindi lo capisco benissimo. Ma a questi desideri io rispondo che ognuno di noi potrebbe avere il sogno di essere altro da ciò che è, io potrei voler essere diversa fisicamente ma semplicemente non posso. Non tutti i nostri desideri sono diritti. Dio perdona ma la natura no, ha leggi e regole alle quali non si può contravvenire. Ad esempio oggi i ragazzi della generazione degli embrioni congelati stanno portando avanti le loro istanze. La natura non si può ingannare, poi presenta il conto.