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Così abbiamo vinto la gara negli Usa con Leonardo. Parla De Palmas (Boeing)

“Non si vince per caso”. Servono prodotti di qualità, collaborazioni consolidate nel tempo e ottimi rapporti tra i Paesi di riferimento. Sono questi gli ingredienti che hanno permesso a Leonardo e Boeing di aggiudicarsi la vittoria nella maxi gara della US Air Force per sostituire gli elicotteri UH-1N “Huey” che da oltre 40 anni proteggono le basi dei missili balistici intercontinentali americane. Parola di Antonio De Palmas, presidente di Boeing Italia e managing director per il Sud Europa del colosso americano dell’aviazione.

UNA GARA DIFFICILE

Il programma prevede 84 macchine, con consegne a partire dal 2021 e un valore complessivo di circa 2,4 miliardi di dollari. A spuntarla è stato l’MH-139, velivolo basato sul bestseller italiano AW139 che ha riscosso nel tempo un ampio successo internazionale. Boeing agirà in qualità di prime contractor, e si occuperà di integrare alcune componenti nel suo stabilimento di Ridley Township, in Pennsylvania. L’assemblaggio spetta invece a Leonardo, che coinvolgerà per questo i propri stabilimenti di Philadelphia. La vittoria della gara “è una notizia eccellente”, ci ha detto De Palmas. “Non era facile, anche perché siamo entrati nella gara con un concetto di derivato commerciale (passato da tempo per l’ala fissa con programmi di successo come i tanker KC-767) che non era mai stato utilizzato sull’ala rotante”. Si tratta poi di una notizia “di grande rilevanza per Leonardo, anche per entrare in maniera importante negli Stati Uniti nel segmento elicotteristico”.

UN TANDEM VINCENTE

Eppure, a ciò si aggiungeva la complessità legata “a un cliente esigente come l’Aeronautica militare americana”, che alla fine ha scelto un prodotto derivato dal commerciale di fronte alla concorrenza agguerrita di Lockheed Martin e Sikorsky, che proponevano una variante del Black Hawk, dato da tutti come il favorito. “Inizialmente sembrava non esserci competizione; poi – ha detto De Palmas – il velivolo italiano ha dimostrato la sua grande affidabilità e la disponibilità di Boeing a utilizzare piattaforme di altri quando incontrano i requisiti richiesti”.

LA COLLABORAZIONE CON LEONARDO

Una sfida vinta, quella di Boeing, nonostante “i nostri concorrenti avessero dipinto il 139 come una macchina non americana”. Così, il tandem Boeing-Leonardo ha sfidato “il mito del buy American, proponendo una piattaforma italiana che si è rivelata la più competitiva anche da un punto di vista del prezzo”. Da ciò, “ribadiamo la piena apertura e disponibilità a presentarci con piattaforme non Boeing qualora rappresentino il giusto prodotto al giusto prezzo e incontrino il requisito nel giusto modo”, ha notato ancora De Palmas.

VERSO IL CHINOOK ER

Non è un caso dunque che la collaborazione con Leonardo vada avanti “a parti invertite” anche sulla fornitura degli elicotteri militari Chinook CH-47 Extended Range (ER) per le Forze speciali italiane. In questo caso, al contrario di quanto previsto per la gara Usaf, “Leonardo è primo e noi mettiamo la piattaforma”. La logica è “molto simile”, dato che le due aziende hanno “una buona intesa dal punto di vista di prodotti; non andiamo in concorrenza e non siamo sovrapposti. Questo – ha rimarcato De Palmas – ci permette di fare questo tipo di ragionamenti sulla base di un ottimo prodotto”.

“NON SI VINCE PER CASO”

D’altra parte, la vittoria negli Stati Uniti rappresenta anche un successo per ciò che riguarda i rapporti industriali tra i due Paesi, di cui Boeing è testimone avendo da anni investito nella Penisola. “Se non ci fosse stata una storia di successi e di investimenti sarebbe stato difficile arrivare alla competizione dell’Air Force in modo così allineato – ha concluso De Palmas – non si vince per caso”.


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