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La stretta all’e-commerce e il mito della domenica

domenica

Della questione negozi, domeniche e festivi non saprei più cosa scrivere, che non abbia già sostenuto ad altissima voce. Un clamoroso salto all’indietro, per soddisfare le legittime aspirazioni, ma di una specifica categoria. E solo quella. Tornerei, invece, su un aspetto peculiare delle norme, annunciate ieri: la stretta all’e-commerce.

Lo so, lo so… si dirà che non c’è alcuna limitazione al commercio online e che si vogliono solo tutelare il tempo e la dignità dei lavoratori del settore. Sostenendo, però, che si potranno regolarmente consultare i siti di e-commerce nei festivi (affermazione surreale di suo), ma dovrà essere al contempo chiaro che nessuna attività fisica correlata sarà permessa, si sbarca direttamente nel paradossale. E nel XX secolo.

Una norma, se abbiamo capito bene, pensata per impedire consegne e distribuzioni nei festivi, con l’intento di proteggere il piccolo commercio, schiacciato dai numeri dei colossi del settore online. Peccato che si ragioni come se i consumatori non esistessero, come se il mondo fosse ancora quello di Tutto il Calcio Minuto per Minuto e delle domeniche con le città desertificate e le famiglie radunate a sonnecchiare e annoiarsi attorno al tavolo con i resti del pranzo (il giorno che la finiremo con il mitizzare le ‘domeniche di una volta’ sarà sempre troppo tardi).

Qualcuno svegli e riporti sulla terra, piuttosto, i legislatori e paladini delle povere commesse sfruttate. Il consumatore-cliente di oggi se ne impippa di queste regole del secolo scorso, cerca convenienza ed efficienza e va dove le trova. Sognare che il mondo si fermi il sabato sera, aspettando disciplinatamente che tutto riparta il lunedì mattina lascia l’amaro in bocca e la sensazione che non si abbia alcuna conoscenza della realtà così com’è. Eppure basterebbe uno smartphone e leggere i dati di questa mattina: l’ecommerce, a luglio, ha fatto segnare +13,6% su base annua, mentre quello al dettaglio arranca. La gente sta andando lì, sempre più.

In quest’ottica, il tema dello strapotere dei colossi della Gig Economy è serissimo, una sfida colossale, come le dimensioni di una Amazon, azienda da 1000 miliardi di euro di capitalizzazione. Una norma di un Paese periferico come l’Italia non farà neppure il solletico a Jeff Bezos e il mondo continuerà come nulla fosse, mentre noi ci illuderemo di provare a governarlo con le regole dei nostri padri.

Il commercio al dettaglio non si salva con le riserve indiane, anche perché c’è il serissimo rischio che, questa volta, tutti facciano il tifo per i cow boy.



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