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Un F-35 italiano protagonista agli Air Force Days in Belgio

È italiano il primo caccia di quinta generazione atterrato nel territorio del Regno del Belgio. Un F-35 della nostra Aeronautica militare è stato infatti tra i protagonisti indiscussi dei Belgian Air Force Days, tenutisi lo scorso fine settimana presso la base aerea di Kleine Brogel.

GLI AIR FORCE DAYS

“È stata una bellissima esperienza quella di questo fine settimana ai Belgian Air Force Days”, ha twittato l’ambasciatore americano a Bruxelles Ronald J. Gidwitz. “Che stupenda opportunità vedere da così vicino un caccia allo stato dell’arte come l’F-35”, ha aggiunto il diplomatico. Oltre allo show, la rassegna, che ogni anno riunisce rappresentanti istituzionali, produttori e appassionati, è stata anche occasione per fare il punto sulla gara con cui il ministero della Difesa belga punta a rimpiazzare gli ormai vecchi F-16 Fighting Falcon. E non è un caso che i principali sponsor dell’evento ci siano proprio i partecipati alla competizione.

LA GARA BELGA

La richiesta di proposte per 34 velivoli da combattimento multiruolo con relativi equipaggiamenti di supporto è stata presentato a marzo del 2017. Attualmente, in lizza per l’aggiudicazione ci sono l’F-35 di Lockheed Martin, il Rafale proposto dalla francese Dassault e l’Eurofighter, che per la campagna in Belgio ha nell’inglese BAE Systems la sua capofila. Da tempo si sono sfilate sia la svedese Saab, che proponeva il Gripen E, sia l’americana Boeing con il suo F/A-18 E/F Super Hornet.

IL CASO DELL’OLANDA

Come l’Olanda, anche il Belgio ha acquistato e partecipato alla produzione degli F-16 Fighting Falcon. Per la loro sostituzione, l’Aia ha già scelto l’F-35, aderendo dall’inizio, tra i nove partner originari, al programma Joint Strike Fighter. L’intenzione olandese è di acquistare 37 velivoli nella versione a decollo e atterraggio convenzionale (A, o Ctol), con le prime consegne a partire dal prossimo anno. Sono in fase di assemblaggio infatti i primi nove velivoli, con un primo roll out atteso presso gli stabilimento di Fort Worth di Lockheed Martin a gennaio, per poi passare alla base aerea di Luke per la fase di addestramento dei piloti. Il nono velivolo ha iniziato l’assemblaggio lo scorso giugno, e lo ha fatto presso il sito italiano di Cameri, che partecipa al programma JSF in qualità di Final Assembly and Check Out facility (Faco). Qui in Italia, infatti, verrà assemblata la maggior parte degli F-35 olandesi, oltre a quelli destinati alle nostre Forze armate.

IL RUOLO ITALIANO SECONDO CAMPORINI

Proprio il ruolo di Cameri rende la gara belga di particolare interesse per il nostro Paese. “Le prospettive di ulteriori vendite di F-35 in Europa – ha scritto su Airpress il generale Vincenzo Camporini, vice presidente dello Iai e già capo di Stato maggiore della Difesa – sono tali che, se ci muoviamo con intelligenza dal punto di vista politico, si potranno assemblare anche velivoli di altri Paesi nella nostra struttura, il che porterebbe lavoro per molti anni”. Inoltre, ha aggiunto, il centro di Cameri, “diventerebbe automaticamente il dentro di manutenzione degli F-35 in Europa per i prossimi 30 anni. Con queste premesse – si è chiesto Camporini – è il caso di buttare tutto all’aria?”. Il riferimento è in particolare all’ipotesi di una riduzione della partecipazione italiana al programma. Il ministro della Difesa Elisabetta Trenta è tornata recentemente sulla questione, ribadendo l’attesa per i risultati della valutazione tecniche affidate agli esperti del suo dicastero.

(Foto: US Embassy Brussels via Twitter, l’ambasciatore Gidwitz a bordo dell’F-35 italiano)

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