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007, non solo nomine. Il vertice del Copasir in Calabria. All’università

Di Federica De Vincentis
intelligence, Ocone

Raccontare e insegnare l’intelligence non come lato oscuro dello Stato, fitto di intrighi e misteri, ma come mezzo per promuovere e difendere l’interesse nazionale. Si svolge con questo intento l’Università d’estate sull’Intelligence, giunta quest’anno alla seconda edizione. L’appuntamento, che si terrà nella città calabrese di Soveria Mannelli dal 6 all’8 settembre presso la Biblioteca “Michele Caligiuri”, aprirà le porte a 100 studenti e sarà inaugurato giovedì prossimo, alle ore 17, da una lezione di Lorenzo Guerini, presidente del Copasir, il comitato parlamentare che vigila sull’operato dei servizi segreti. Il suo intervento sarà introdotto dai saluti del Rettore dell’Università della Calabria Gino Mirocle Crisci, dal componente del Copasir Ernesto Magorno, dal direttore del Centro Studi Americani Paolo Messa e dal direttore del Master in Intelligence dell’ateneo calabrese Mario Caligiuri.

GLI ALTRI APPUNTAMENTI

Al centro della seconda giornata, venerdì 7 settembre alle 18, ci sarà il tema “L’analisi di Intelligence e le sfide criminali” con Alessandro Ferrara della presidenza del Consiglio dei ministri. Le conclusioni, previste per sabato 8 settembre alle 18, saranno invece affidate al sottosegretario di Stato alla Difesa Angelo Tofalo, presente l’anno scorso alla prima edizione, per affrontare il tema “Intelligence e difesa: le tecnologie del blockchain”. Alle lezioni interverrà, tra gli altri, anche il direttore del dipartimento di Lingue e Scienze dell’Educazione Roberto Guarasci.

IL PROGETTO CULTURALE

Il percorso formativo, spiega a Formiche.net lo stesso Caligiuri – tra le altre cose condirettore dell’iniziativa assieme a Paolo Boccardelli, direttore delle Luiss Business School e a Messa – conta sul supporto di un qualificato comitato scientifico, di svariate realtà territoriali e non, e “fa parte di un progetto culturale sviluppato all’interno dell’Università della Calabria da circa vent’anni per fare riconoscere l’intelligence come materia di studio accademico nel nostro Paese”.

LE INIZIATIVE DELL’UNICAL

Il riferimento, sottolinea il docente e saggista, è a tutta una serie di iniziative, vecchie e nuove, messe in campo dall’ateneo calabrese. “Nelle prossime settimane muoverà i passi il primo corso di laurea magistrale in Italia, del quale sono aperte le iscrizioni sul sito dell’Unical. Ci sarà poi l’ottava edizione del Master in Intelligence, il cui bando uscirà a giorni. E, nei prossimi mesi, sono attese altre importanti novità che riguardano sia la promozione di società scientifiche, sia altre pubblicazioni nella collana editoriale del Laboratorio sull’Intelligence dell’Unical che è stampata dall’editore Rubbettino”.

UNA NUOVA CONSAPEVOLEZZA

Negli anni, anche grazie a questo intenso impegno dell’Unical, spiega ancora Caligiuri, la percezione dell’intelligence è profondamente cambiata, spesso in meglio e non solo in Italia. “Anche se molte zone d’ombra ancora permangono, ovunque c’è stato un cambiamento radicale nel modo di vedere il lavoro dei servizi segreti”, commenta il docente. “Oggi c’è la consapevolezza, soprattutto a partire dall’attentato alla redazione parigina di Charlie Hebdo del 2015, che l’intelligence è uno strumento di difesa della democrazia e non l’opposto. Ma ci sono stati anche altri fattori”.

Quali? “Non solo”, dice ancora l’esperto, “nelle università si sono sviluppati master e corsi di specializzazione, orientati principalmente sulla sicurezza informatica e sull’intelligence economica, ma si è registrata negli ultimi 10 anni una produzione letteraria e scientifica che inquadra l’intelligence nella sua vera natura che è quella culturale. Infatti, poco tempo fa, i libri che parlavano di intelligence facevano riferimento solo al lato oscuro dello Stato, fitto di intrighi e misteri, mentre si parla sempre più di interesse nazionale, soprattutto dalla riforma dell’intelligence italiana del 2007. Infine, la circostanza che finora non si siano verificati attentati terroristici di fondamentalismo islamico sul territorio nazionale è un altro elemento, insieme agli altri già enucleati, che ha contribuito a determinare questa inversione di rotta”.

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