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Se anche il Kosovo punta il dito contro l’Occidente (per la gioia di Mosca)

Oggi si terrà una sessione straordinaria di lavori all’Assemblea nazionale del Kosovo per discutere sulle attività del monocamerale kosovaro e la linea comune da portare nei negoziati con la Serbia a Bruxelles. Il presidente del Parlamento di Pristina, Kadri Veseli, ha dichiarato che l’opposizione in Kosovo dovrebbe protestare contro le posizioni del presidente serbo Aleksandar Vucic e non contro capo dello Stato kosovaro Hashim Thaci.

In una nota ripresa dall’emittente Rtk, si legge che “considerando l’assenza di un normale funzionamento dell’Assemblea nazionale del Kosovo, i gruppi parlamentari della Lega democratica del Kosovo (Ldk), Movimento Vetevendosje, Partito socialdemocratico (Psd) e i parlamentari indipendenti Mimoza Kusari Lila e Ilir Deda hanno presentato una richiesta per una riunione straordinaria volta a ratificare questi accordi internazionali”.

Johannes Hahn, commissario europeo all’Allargamento, ha dichiarato all’agenzia di stampa Mia, che “l’accordo per la normalizzazione delle relazioni tra il Kosovo e la Serbia potrebbe arrivare entro la metà del 2019″, sottolineando che una soluzione finale all’interno del dialogo tra Pristina e Belgrado potrebbe anche contenere il cosiddetto “scambio di territori”, o ridefinizione dei confini tra i due paesi, come auspicato dal presidente kosovaro Thaci. Secondo lui, un eventuale accordo dovrebbe contribuire alla stabilità della regione in futuro aggiungendo che la Serbia e il Kosovo dovrebbero essere “consapevoli” della preoccupazione della comunità internazionale sul dialogo.

Il presidente Thaci è il principale promotore della proposta di includere modifiche territoriali in un accordo sulla normalizzazione dei rapporti tra Pristina e Belgrado, una linea contestata oltre che dall’opposizione anche dal governo.

Ieri però, in un intervento pubblicato sul sito ufficiale della presidenza kosovara, Thaci ha scritto che “l’Occidente non è in grado di convincere la Serbia a riconoscere il Kosovo […] Qualcuno dirà che la Serbia deve riconoscere il Kosovo senza alcuna condizione e nei suoi attuali confini. Anche a me piacerebbe. Ma pensate davvero che riusciremo a convincere la Serbia a fare qualcosa del genere nel prossimo futuro? Ahimè, no! Pensate che i nostri influenti alleati, Stati Uniti, Germania, Gran Bretagna, Francia, Italia, convinceranno la Serbia a riconoscere il Kosovo? Anche qui la risposta è no!”. Secondo il leader, l’accordo arriverà solo se Belgrado e Pristina saranno in grado, entrambe, di accettare un compromesso.

In un’intervista con il sito russo Sputnik, il politologo kosovaro Stefan Filipovic ha detto che con queste dichiarazioni il leader del Kosovo cerca di salvare la sua reputazione politica a livello internazionale: “Nelle ultime settimane Thaci ha sostenuto la cosiddetta ‘demarcazione’, ovvero la divisione dei territori. Ha proposto varie idee, cercando di dimostrare di avere l’iniziativa e di presentarsi come l’unico possibile rappresentante degli albanesi del Kosovo, non solo nei negoziati con Belgrado […] Si parla molto del fatto che la Serbia voglia trovare un compromesso, che è pronta ad ascoltare il punto di vista differente, tuttavia deve essere reciproco. Sappiamo che non arriva nulla di simile dall’altra parte, pertanto la Serbia resta ferma sulla sua posizione, reale e obiettiva”.

Per il settimanale The Economist, la discussione di scambiare pezzi di territorio popolati da decine di migliaia di persone “è un’idea che sta alimentando speranze e paure nei Balcani e provoca disordini politici nel Kosovo stesso”. Un altro dossier che potrebbe fare salire le tensioni in un quadro geopolitico globale già abbastanza complesso.

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