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I numeri di Leonardo e del comparto aerospazio e difesa. Report Ambrosetti

Leonardo

L’aerospazio e la difesa sono “fattore abilitante” per la crescita del Paese. È quanto emerge dalla ricerca presentata oggi a Cernobbio e realizzata da Ambrosetti insieme a Leonardo, il principale attore nazionale in questo comparto. Con numeri importanti in termini di fatturato e occupati, ma soprattutto con l’attenzione alle nuove tecnologie e l’alto livello di investimenti in ricerca e sviluppo, l’aerospazio, difesa e sicurezza (AD&S) rappresenta un vero e proprio motore per il futuro dell’Italia. Allo stesso tema, è tra l’altro dedicata la conferenza “Investimenti per la crescita – L’industria della Difesa”, organizzata dalle riviste Formiche ed Airpress il prossimo giovedì a Roma. Insieme ad economisti ed esperti, interverrà anche il ministro della Difesa Elisabetta Trenta.

I NUMERI DEL COMPARTO GLOBALE…

Al livello globale, spiega la ricerca Armbrosetti-Leonardo, il settore vale 925,7 miliardi di euro di fatturato l’anno, di cui 406,7 concentrati negli Stati Uniti, primo attore al mondo per questo comparto. Segue l’Europa, con un fatturato di 220 miliardi nel 2017. Poi, tutti gli altri grandi attori: Cina (88,4 miliardi), Canada (25,4) e Russia (21,7). Da notare che il settore ha resistito anche nei periodi di crisi; rispetto a una crescita media annua negativa (-0,01%) dell’industria nel suo complesso, l’AD&S è cresciuto del 5,5% negli ultimi dieci anni. Lo stesso può dirsi dei dipendenti, aumentati del 2,7% contro il -1,4% della manifattura complessiva. E lo stesso può dirsi anche per il futuro. Nei prossimi dieci anni la crescita del comparto sarà sostenuta da quella dei budget della Difesa, in doppia cifra in tutto il mondo ad eccezione del nord America (+9%). In Europa la spesa nel settore crescerà del 21%, in Medio Oriente e nord Africa del 30%, e del 33% in Africa subsahariana. L’aumento maggiore sarà quello dell’Asia e Pacifico, per cui si attende un+51%.

…E IN ITALIA

Nel nostro Paese il comparto AD&S vale 13,5 miliardi di euro, di cui 9 derivanti dall’export. Nella classifica mondiale, l’Italia occupa la nona posizione per quanto riguarda la dimensione complessiva, preceduta da Usa, Cina, Regno Unito, Germania, Francia, India, Russia e Giappone. Se si considerano le esportazioni, l’Italia è il quinto Paese al mondo per export cumulato nel decennio 2007-2016, pari a 23 miliardi di dollari. Gli occupati diretti sono oltre 45mila, ma salgono a 160mila se si considerano anche gli occupati indiretti e indotti. All’attività industriale si aggiunge poi il “sistema-Difesa” nazionale, a cui partecipano oltre 60 istituzioni (tra facoltà universitarie, centri di ricerca ed enti pubblici) attive nella ricerca e sviluppo di tecnologie per il settore, distribuite su tutto il territorio italiano. Oltre i numeri, spiega la ricerca, “la filiera italiana dell’Aerospazio, della difesa e della sicurezza può agire da piattaforma abilitante per creare sviluppo industriale, nuove competenze tecnologiche e crescita per il sistema-Paese”.

IL PESO DI LEONARDO

In questo contesto Leonardo rappresenta senza dubbio il campione nazionale. Con 11,5 miliardi di euro di fatturato e poco meno di 29mila occupati, si colloca al secondo posto tra le aziende manifatturiere italiane, preceduta in entrambi i casi da Fca. In Europa, rappresenta il quinto player, mentre scala in decima posizione considerando l’intero globo. Considerando la spesa in ricerca e sviluppo, Leonardo si colloca però al quarto posto globale, preceduta da Boeing, Airbus, e BAE Systems.

LA SPINTA EUROPEA

Una spinta decisa alla crescita del Vecchio continente potrebbe arrivare dall’Unione europea. Per il 2021-2027, Bruxelles ha proposto un Fondo europeo per la difesa (Edf) da 13 miliardi di euro, di cui 4,1 per la ricerca e 8,9 per le capacità. A questi si aggiungeranno i 10,5 miliardi dell’European peace facility e i 6,5 miliardi della Connecting Europe facility, iniziativa tesa a migliorare le infrastrutture e i trasporti per facilitare lo spostamento di truppe e armamenti. Da non dimenticare poi i 100 miliardi che l’Ue ha destinato a potenziare le attività di ricerca e innovazione attraverso il nuovo programma “Horizon Europe, anche se non è ancora noto quale porzione di budget sarà assegnata al settore AD&S.

I SUGGERIMENTI

Ad ogni modo, la parte più interessante della ricerca è costituita dalle “linee di indirizzo e proposte per rafforzare il settore in Italia”. Non si può prescindere dalla collaborazione internazionale, a iniziare dai “programmi di cooperazione comune europea”. Servirà poi “dotarsi di una visione di lungo termine e condivisa (governo, Difesa, industria) per il settore e di una programmazione pluriennale degli investimenti”. Un invito riguarda l’esecuzione finale del Libro bianco per la Difesa presentato nel 2015, e la spesa destinata al comparto, per cui si suggerisce che “l’eventuale allineamento al livello medio di Francia e Regno Unito significherebbe +10,5 miliardi di euro all’anno per il budget nazionale della Difesa”. Appare determinante il sostengo all’export, per cui si suggerisce di “revisionare la normativa in vigore riguardante la vendita all’estero di mezzi della Difesa, per includere la possibilità che lo Stato possa essere garante e intermediario della negoziazione”. Tra le misure da adottare si potrebbe poi “individuare un ente responsabile dell’attività di negoziazione e vendita a Paesi terzi” e “definire delle opzioni percorribili per modulare le tipologie di contratti g2g (governo-governo) a seconda delle opportunità di mercato”. Altri aspetti importanti, infine, riguardano “l’attrazione dei talenti e creazione di nuove skill per il settore”, e la “sensibilizzazione dell’Italia sui temi di cyber security”.

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