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Dopo il Summit, la Nato si organizza. Con un occhio a Mosca

Di Fulvio Moriani
Nato stoltenberg

Gli Eurofighter italiani tornano in Islanda per le operazioni di air policing, nel rispetto del principio di solidarietà, mentre il segretario generale Jens Stoltenberg vola a Skopje e Atene per preparare la strada all’adesione della Macedonia del Nord. Intanto, la sua vice, Rose Gottemoeller, in occasione della riunione della Commissione Nato-Georgia, invia altri segnali di fermezza a Mosca. Le perplessità legate all’atteggiamento sopra le righe di Donald Trump e all’ambiguità del governo americano nei confronti della Russia permangono fra gli alleati atlantici. Tuttavia, degli strascichi del turbolento summit dello scorso luglio non sembra esserci più traccia e la Nato ha ripreso (in realtà non ha mai interrotto) il proprio business as usual, traendo dal vertice ancora maggiore forza.

TANTO RUMORE PER NULLA

Eppure, fino a circa due mesi fa, le prospettive per la Nato sembravano tutt’altro che rosee, quando il presidente americano Trump, in seguito al disastroso epilogo del G7 canadese di giugno, sembrava aver incanalato le relazioni fra alleati atlantici verso un’escalation quasi incontrollata. In effetti, alcune esternazioni dell’inquilino della Casa bianca, affidate ai social o trapelate alla stampa prima e durante la conferenza Nato di luglio, tenutasi nel quartier generale di Bruxelles, avevano decisamente preoccupato l’opinione pubblica e gli addetti ai lavori.

Tanto rumore per nulla si potrebbe dire, considerando che le minacce di un’improbabile fuoriuscita degli Stati uniti dalla Nato sono state sostituite da parole al miele di Trump, per i risultati ottenuti in sede negoziale al summit, al momento di presentare una dichiarazione conclusiva che ribadisce, e anzi rinsalda, la storica alleanza. Il risultato è che quello che da più parti è stato definito come un atteggiamento al limite della schizofrenia è stato invece rivendicato da Trump come un’abile quanto efficace tattica di negoziazione.

 GIOCATORE SCHIZOFRENICO O BATTITORE LIBERO?

In realtà, la tattica di Trump, interpretata in maniera assolutamente anticonvenzionale dall’ex-tycoon, sembra essere quella classica del battitore libero. Da un lato, grazie al lavoro certosino dei tecnici, i negoziati formali riguardanti i finanziamenti alla Nato e la strategia politica e militare da adottare nei confronti della Russia hanno fatto registrare passi in avanti e alcune importanti iniziative sono state intraprese in questi giorni. Dall’altra, durante l’incontro bilaterale con Putin a Helsinki, pochi giorni dopo il summit di Bruxelles, il Presidente americano ha annunciato la propria speranza di intraprendere relazioni sempre più positive con la Russia, in contrasto con la linea dura della Nato.

IL SOSTEGNO DELLA NATO ALLA GEORGIA

Essa ha trovato recente espressione durante la sessione della commissione Nato-Georgia del 5 settembre. In tale sede, infatti, il vice segretario generale della Nato Gottemoeller ha ribadito il sostegno della propria organizzazione alla Georgia e condannato il riconoscimento russo delle due regioni georgiane dell’Abkhazia e dell’Ossezia del Sud come Stati indipendenti. La posizione della Gottemoeller, peraltro, si inserisce nell’alveo segnato dalle dichiarazioni del 12 luglio scorso con cui il segretario generale Stoltenberg annunciava la futura adesione della Georgia all’organizzazione del Patto atlantico.

LA VISITA DI STOLTENBERG A SKOPJE E ATENE

Lo stesso Stoltenberg è stato ricevuto a Skopje il 5 settembre dal Presidente macedone Gjorge Ivanov. La visita del segretario generale è servita, fra le altre cose, a confermare l’impegno e il supporto della Nato all’ingresso della Macedonia nell’organizzazione. L’adesione macedone è divenuta possibile grazie al recente accordo, siglato dal Governo di Ivanov con quello greco, che ha posto fine alla decennale disputa riguardante il nome della Macedonia, ribattezzata Repubblica della Macedonia del Nord. Certamente, l’avvicinamento della Macedonia alla Nato, come quello della Georgia, contribuisce a modificare gli equilibri europei in favore degli alleati atlantici, perciò accrescendo i malumori del Governo russo. Al termine della propria visita a Skopje, Stoltenberg si è recato ieri, 6 settembre, ad Atene, per incontrare il Primo ministro greco Alexis Tsipras. Il segretario generale si è congratulato con Tsipras per l’accordo siglato col governo di Skopje e per l’uscita della Grecia dal programma di bail-out. Inoltre, Stoltenberg ha lodato lo stanziamento del 2% del Pil greco per investimenti nel campo della difesa e il contributo fornito dalla Grecia alle operazioni Nato nell’Egeo a contrasto del traffico di esseri umani.

GLI EUROFIGHTER ITALIANI IN ISLANDA

Per finire, un’ulteriore iniziativa della Nato concretizza, per usare le parole del Generale Claudio Graziano, capo dello stato maggiore della Difesa, “lo spirito di solidarietà tra i membri dell’Alleanza Atlantica”, perciò confermando il buono stato di salute della Nato. Ha avuto infatti inizio il 4 settembre, con l’invio di quattro Eurofighter dell’Aeronautica militare italiana a Keflavik, in Islanda, l’operazione Nato Interim Air Policing, denominata Northern Stork. L’attività di air policing che sarà svolta dai caccia italiani consiste nel controllo continuo dell’integrità dello spazio aereo della Nato e nel monitoraggio e contrasto di sue eventuali violazioni.

QUALE FUTURO PER I SUMMIT NATO?

La Nato sembra dunque dimostrare una certa vitalità e, nel caso macedone e georgiano, un indirizzo strategico volto ad aumentare l’influenza atlantica nei Balcani e nel Caucaso, anche a detrimento della Russia. Come inquadrare quindi le intemperanze e l’atteggiamento filo-russo di Trump? Come nel caso della Corea del Nord, durante la conferenza Nato di Bruxelles il Presidente americano ha accreditato i meriti dei successi, a suo parere conseguiti dagli Usa, al proprio approccio basato su continui strappi e coup de théâtre. In effetti, al di là delle rivendicazioni di Trump, il summit sembrerebbe aver realmente segnato un passo in avanti nella collaborazione fra Usa e Nato dal punto di vista della divisione degli oneri e riguardo alle linee strategiche dell’organizzazione. Tuttavia, come sottolineato da Dereck Chollet autorevole analista e vice presidente esecutivo del German Marshall Fund of the United States, gli apparenti successi di Trump sono conseguiti a costo di un progressivo sfilacciamento dei rapporti fra gli Usa e i suoi alleati. Una dinamica considerata talmente dannosa da Chollet da spingerlo a suggerire di cancellare ogni futuro summit della Nato finché Trump sarà in carica, in modo tale da privare il Presidente americano di un’importante e rumorosa ribalta per le sue rischiose provocazioni.

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