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A passi consapevoli nell’innovazione

(con Antonio Mone)

Siamo immersi nell’innovazione.

Si sente molto parlare molto di Bitcoin, Blockchain etc., spesso senza avere una  idea precisa di cosa siano e del perché siano improvvisamente arrivati nella nostra quotidianità, indicati come fenomeni rivoluzionari e innovativi. Parole come Bitcoin e Blockchain vengono anche identificate, erroneamente, come se fossero la stessa cosa. Proviamo qui a fare un po’ di chiarezza, senza scendere nei particolari dei meccanismi di funzionamento.

Quando parliamo di Blockchain le parole che devono venirci in mente sono immutabilità, trasparenza, sicurezza e decentralizzazione e arriveremo a spiegare il perché tra poco. La Blockchain è un protocollo di comunicazione basato sulla logica del database distribuito ovvero una base di dati le cui informazioni sono memorizzate su più macchine collegate tra loro, chiamate Nodi. La Blockchain è composta da una serie di Blocchi (per questo Blockchain, catena di blocchi) di transazioni ed ogni blocco identifica univocamente se stesso e il blocco precedente tramite hash. Avendo in mente l’idea di questa catena condivisa tra tanti nodi (nel senso che ogni nodo possiede una copia aggiornata della catena), formata da tanti blocchi in cui ogni blocco è formato da tante transazioni. diventa più facile spiegare le quattro parole che spiegano la Blockchain. La Blockchain è trasparente perché tutti i partecipanti possono vedere tutto in qualsiasi momento. E’ decentralizzata perché non c’è un’autorità specifica alla quale bisogna rivolgersi (come ad esempio una banca) ma è appunto condivisa tra i partecipanti. E’ sicura perché è costantemente aggiornata tra gli utenti ed è dotata di precise regole di sicurezza, oltre ad essere dotata di crittografia. E’ immutabile perché una volta che un blocco è stato aggiunto alla catena non può essere modificato se non tramite il consenso di tutti i partecipanti. C’è, inoltre, una quinta caratteristica della Blockchain, evidente nel momento di aggiunta di un blocco alla catena, che la rende di particolare interesse sia a livello economico che a livello potenzialmente politico, ovvero che è basata sul consenso. Quando eseguiamo una transazione, e il blocco della nostra transazione deve essere aggiunto alla catena. non è possibile farlo se non previo consenso da parte del sistema, in modo automatizzato. Si potrebbe dire che ogni decisione viene presa in maniera condivisa, quasi democratica. Non c’è modo di prevalere sulle scelte degli altri e questo la rende incredibilmente giusta. Le potenzialità di questo tipo di tecnologia sono molteplici, dallo scambio di valori (come ad esempio le cryptovalute) e di informazioni fino ad arrivare alla gestione di informazioni legate alla contrattualistica (gli Smart Contracts).

Senza approfondire i tecnicismi,  parliamo ora di Bitcoin. I Bitcoin, come le altre cryptovalute tra le quali annoveriamo Ethereum, Litecoin, Ripple etc. sono delle valute digitali che sfruttano la tecnologia della Blockchain e le transazioni sono, appunto, scambi di cryptovalute.. Fare un esempio renderà le idee un po’ più chiare: diciamo che A vuole mandare dei soldi a B. La transazione viene rappresentata online nel blocco, che viene poi mandato a tutti i partecipanti della rete. Tutti i partecipanti della rete approvano questa transazione, validandola. Nel momento della validazione il blocco viene quindi aggiunto alla catena pubblica a tutti e i soldi arrivano a B. Sembrerebbe un semplice scambio di denaro ma la vera potenza sta nella velocità : un bonifico tra due conti di due banche ha delle tempistiche di spostamento nell’ordine di giorni, uno spostamento di cryptovalute ha delle tempistiche di spostamento nell’ordine dei minuti. La velocità, e il fatto che non ci siano intermediari di terze parti come le banche, rendono le cryptovalute potenti ma soprattutto libere. La sicurezza del Bitcoin (oltre al fatto che la quantità di Bitcoin posseduta è controllata sia tramite una chiave privata che identifica l’utente sia tramite un controllo del sistema sugli input pregressi sul portafoglio dell’utente) è che ogni moneta è univoca, ha una propria identità e una sua storia. Quando sposto un Bitcoin da A a B la moneta che sposto aggiunge questa transazione alla sua storia personale, sa di essere stata spostata da A a B.

Deve essere chiaro , però, che la Blockchain non è soltanto Bitcoin, anzi. La tecnologia Blockchain permette di inviare qualsiasi dato in maniera sicura eliminando gli intermediari che possono essere le banche nel caso delle valute o i i provider di posta elettronica per quanto riguarda messaggi.

Una tecnologia che rende gli intermediari praticamente inutili e i processi decisionali veramente democratici (giusto per citarne alcune) ha molte potenzialità di utilizzo.

Al di là del fatto tecnico, qui sommariamente descritto, vi è il punto culturale e politico che va considerato;  si tratta di un punto ampio, di  ri-pensamento del pensiero e di visione strategica nelle metamorfosi del mondo. L’innovazione non si può fermare perché, come dicevamo in un altro contributo, essa riguarda l’eterno status di noi esseri umani “in transizione” (e talvolta in conflitto) tra corpo e mente. Certo l’innovazione va governata politicamente ma, anzitutto, va  compresa; fa sorridere il fatto che processi “naturalmente” complessi come la Blockchain siano ancora letti, rischiando equivoci e contrapposizioni, con il pensiero lineare.

Rispetto a quanto si scriveva prima, il fatto che la Blockchain ci mostri come possiamo fare a meno degli intermediari ci pone  nella necessità di ripensare, ad esempio, il ruolo dello Stato che conosciamo e, altresì, il futuro dei nostri sistemi economici, del lavoro e delle relazioni industriali.  Come si vede, il portato delle innovazioni non è mai limitato all’innovazione stessa ma si allarga al contesto sociale, lo sconvolge trasformandolo, e lo apre a una dimensione globale che, inevitabilmente, problematizza tutta l’ansia da ritorno in piccoli mondi e la voglia di exit dalla globalizzazione.

Non sappiamo se l’innovazione ci salverà; ciò che sappiamo è che, soprattutto nel mondo di oggi, essa viaggia molto più nel profondo della condizione umana rispetto ad altri periodi storici. Ma è tutto umano, anche l’innovazione; certo dobbiamo accogliere, in maniera culturalmente critica e politicamente progettuale, l’oltre che già ci percorre, cogliendo, nei “segni dei tempi” ,  le potenzialità e i rischi  di ciò che diventiamo.

 



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