“Una squadra coesa”, che lavori tutelando il “made in Italy” e soprattutto “esaltando i benefici sociali che le tecnologie spaziali possono offrire al cittadino”. Dovrà essere questo il Comitato interministeriale per lo Spazio secondo Giancarlo Giorgetti, delegato per le politiche spaziali e aerospaziali dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Il sottosegretario di Palazzo Chigi è intervenuto oggi all’evento “L’Italia dello spazio”, organizzato alla Farnesina dal ministero degli Affari esteri e della cooperazione internazionale, ed ha illustrato principi, obiettivi e primi dossier del nuovo organo di riferimento per il sistema-Spazio nazionale che è chiamato a presiedere. Con la riunione dello scorso 6 settembre, ha preso infatti il via la nuova governance del settore, prevista dalla legge di riforma approvata allo scadere della scorsa legislatura.
IL VALORE DEL SETTORE SPAZIALE
Un tempo, ha ricordato Giorgetti, “lo spazio era il simbolo della competizione tecnologia ed economica”. Oggi invece, è diventato “parte integrante della nostra vita quotidiana”, un settore “strategico con altissima capacità di generare benefici a livello socio-economico”. D’altronde, ha rimarcato il sottosegretario, “qualcuno pensa che spazio e aerospazio non abbiano nulla a che fare con la vita quotidiana dei cittadini; invece no, la ricerca e l’innovazione si traducono in qualcosa di concreto nella vita quotidiana di tutti noi”. Dalla sicurezza alla difesa, dalla ricerca alla space diplomacy, il settore è davvero veicolo di crescita per il sistema-Paese. Da qui, l’esigenza di investire e di coordinare gli sforzi nazionali, definendo “i futuri obiettivi strategici del sistema nazionale” e “identificando le priorità e le necessità del Paese che possono essere risolte”.
IL COMITATO INTERMINISTERIALE
Un’esigenza che è stata intercettata dalla legge 7 del 2018 (“all’avanguardia nel contesto europeo”), che ha riformato la governance del settore affidando al presidente del Consiglio i compiti di indirizzo governativo e di coordinamento della politica spaziale nazionale, nell’ottica di superamento della precedente frammentazione tra più dicasteri. Come previsto dalla normativa, per supportare il premier in questi compiti, è stato istituito un Comitato interministeriale che riunisce dodici ministeri (e il presidente della Conferenza Stato-Regioni) e che si avvale del supporto tecnico-scientifico dell’Agenzia spaziale italiana (Asi). A presiederlo è proprio Giancarlo Giorgetti che, “con grande piacere, soddisfazione e senso del dovere”, ha ricevuto la delega da Giuseppe Conte. Dopo la prima riunione dello scorso 6 settembre, l’intenzione del sottosegretario è “creare una squadra coesa e che lavori esaltando i benefici sociali che le tecnologie spaziali possono offrire al cittadino”.
I PRINCÌPI DI RIFERIMENTO
Lo farà tenendo a mente “alcuni princìpi da difendere”. Primo, “la capacità e la tecnologia italiana dovranno essere impiegate per migliorare la vita dei cittadini”. Secondo, “il sostegno alla ricerca e allo sviluppo dovrà guardare alla produzione di tecnologia made in Italy che massimizzi un ritorno economico per Paese”. Ciò, ha aggiunto Giorgetti, non esclude “le collaborazioni internazionali; al contrario, ci proponiamo di fare dell’Italia il cuore pulsante” dello sforzo europeo e internazionale. A tale scopo, il Comitato lavorerà “ascoltando le esigenze che arrivano dal tessuto produttivo e dai distretti tecnologici”, avvalendosi inoltre dell’ufficio del consigliere militare di Palazzo Chigi, l’ammiraglio Carlo Massagli, individuato dal Comitato come “struttura di coordinamento”, a cui sono affidati i compiti di supporto e segreteria.
I PRIMI DOSSIER
La riforma è dunque partita, e anche il Comitato ha iniziato ad affrontare i primi dossier specifici. In particolare, ha detto Giorgetti, “ha già assegnato il compito di approfondire i finanziamenti al secondo e terzo satellite della costellazione Cosmo-SkyMed di seconda generazione”, il sistema duale tutto made in Italy per l’osservazione della Terra. Poi, c’è il tema del “programma di cooperazione con la Cina”, che da tempo ha manifestato le forti ambizioni extra-atmosferiche e che ha in cantiere una propria stazione spaziale. Anche grazie alle competenze maturate per l’Iss (International space station), l’Italia può presentarsi a Pechino come partner importante. In particolare, al nostro Paese potrebbe venire affidato il compito di realizzare le cupole dell’avamposto cinese.
UNA POLITICA NAZIONALE