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Sabotaggio o errore? La falla nella Stazione spaziale che può far litigare russi e americani

Rischio crisi diplomatica a bordo della Stazione spaziale internazionale (Iss). Il tutto per un piccolo foro, di circa due millimetri di diametro, in una delle due navicelle russe Soyuz attualmente agganciate all’avamposto extra-atmosferico. Inizialmente, si era ipotizzato che il danno fosse stato causato da un microsatellite, ma un’indagine approfondita ha poi svelato che si è trattato di un buco realizzato con un piccolo trapano nella fase di allestimento (a terra) della navicella. Errore o sabotaggio? Le ipotesi stanno alimentando una discreta polemica spaziale.

COSA È SUCCESSO

Il danno è emerso la scorsa settimana, quando a bordo dell’Iss è stato registrato un lieve calo della pressione interna alla Soyuz MS-09, attraccata al modulo Rassvet, realizzato dalla Russia per la Stazione, dallo scorso giugno. Le navicelle sono utilizzate per il trasporto di astronauti, attualmente le uniche al mondo dopo la dismissione dello statunitense Space Shuttle nel 2011 (i programmi per un nuovo vettore Usa hanno subito continui ritardi, qui un approfondimento sul tema).

BUCO TAPPATO

Ad ogni modo, guidati dai centri di controllo di Houston e Mosca, gli astronauti dell’Expedition 56 si sono subito adoperati per risolvere il problema. In particolare, è stato il comandante della Soyuz, il cosmonauta Sergey Prokopyev ha tappare il buco usando resina epossidica e una garza. Ancora prima, mentre Nasa e l’omologa russa Roscosmos discutevano su come intervenire, la pressione era già stata ristabilita con il ricorso al modulo cardo Progress 70, che fornisce ossigeno aggiuntivo in casi come questo.

L’INDAGINE

Subito è comunque partita l’indagine per capire l’origine del problema. Le prime voci attribuivano la responsabilità a un microsatellite, uno dei tanti che orbita a velocità elevatissime intorno al nostro Pianeta. Poi, l’indiscrezione dell’agenzia russa Ria Novosti: la falla è stata causata dall’errore di un tecnico (già individuato) nel momento in cui la navicella veniva allestita. Invece di avvisare gli ingegneri responsabili, il tecnico avrebbe rattoppato il buco da sé.

IPOTESI SABOTAGGIO

Il tutto rischia di creare non pochi attriti tra i Paesi coinvolti nella Stazione spaziale internazionale. Già solo il danno (potenzialmente pericoloso per gli astronauti sull’Iss) pone in una situazione difficile Roscosmos, responsabile per la navicella Soyuz di fronte ai partner, Nasa in primis, ma anche l’Agenzia spaziale europea (Esa), quella giapponese (Jaxa) e la canadese (Csa). Ad essere chiamata in causa è anche Energia, l’azienda che realizza il veicolo spaziale e che dovrebbe rilasciare a breve un proprio report sull’accaduto. Il tutto rischia di complicarsi ulteriormente dato che il numero uno dell’agenzia russa, Dmitry Rogozin, ha già gridato al complotto: “La falla è stata un sabotaggio”. Sarà difficile dimostrarlo, ma intanto l’aria intorno alla programma internazionale rischia di farsi pesante. Cercheranno di non restarne coinvolti i sei astronauti a bordo, che già dallo scorso venerdì hanno ripreso regolarmente le proprie attività.

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