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L’appello di Travaglio a Di Maio: ora basta giocare. Non inseguire Salvini

Il sorpasso c’è, ed è di quattro punti percentuali. Dopo la pausa estiva sono tornati i sondaggi del Tg di Enrico Mentana, che hanno messo nero su bianco come la strategia comunicativa di Salvini, piaccia o meno, ha portato i suoi risultati, iniziando a raccogliere consensi anche dal campo elettorale dei 5 Stelle. Cosa fare, allora, dalla parte del Movimento, per non continuare a perdere terreno? Lo suggerisce, nell’editoriale odierno del Fatto Quotidiano, il direttore Marco Travaglio: “L’unica strada, anche se più lunga, tortuosa e impervia, è quella della serietà, della concretezza e dell’efficienza: studiare molto, parlare poco e ottenere risultati”.

Insomma, dopo un Consiglio dei ministri guidato dal vicepremier Salvini – con l’assenza grave sia di Di Maio che del premier Conte – al Movimento 5 Stelle non resta che una via per non buttare i consensi raccolti nel corso degli anni: puntare sulla competenza e sulla buona politica, anche perché lo stesso Salvini, dopo le settimane di proclami via social è riuscito nella giornata di ieri a rassicurare i mercati facendo scendere lo spread e mostrando, questa volta, la faccia più responsabile e istituzionale. Per il Movimento guidato da Luigi Di Maio, insomma, la strada maestra deve essere la competenza, la preparazione, i risultati, spiega Travaglio, perché le altre strade, per i 5 Stelle, non sono percorribili.

Seguire la strategia di Salvini, infatti, per il Movimento non è conveniente. L’elettorato di Salvini, scrive Travaglio, “ricorda molto (e in parte è) quello del berlusconismo arrembante e trionfante: gente di bocca buona e stomaco forte, poco informata e molto credulona, che al suo leader consente di tutto e perdona tutto”. Infatti, aggiunge il direttore del Fatto, “scandali come quello dei 49 milioni di soldi pubblici scomparsi dalle casse della Lega danneggerebbero il Pd e distruggerebbero i 5Stelle, mentre Salvini se ne avvantaggia persino, raccontando di non saperne nulla, di essere vittima dei giudici e venendo creduto”.

Che fare, dunque? Il suggerimento al leader del Movimento 5 Stelle Luigi Di Maio è tanto semplice quanto di difficile realizzazione: studiare tanto, parlare poco (come il premier Conte, criticato per il suo silenzio, ma per questo elogiato da Travaglio) e tentare di ottenere i risultati prefissati dalle elezioni. “Vedi mai – conclude l’editoriale – che, alla lunga, anche il Paese dei creduloni e dei cazzari torni a premiare i fatti al posto delle ciance”.

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