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Vince il “metodo Tria-Savona”. Bene, ma ora nessuna retromarcia

tria, savona

Il trionfo della “linea Tria-Savona” è tale sia nel metodo sia nel merito, ma deve essere sostenuto con cura e costanza nei prossimi mesi e anni, poiché l’approccio roboante, assolutista e, quindi, inconcludente è sempre pronto a riemergere.

Questa è la morale di queste ore, mentre i governanti a tinte gialloverdi iniziano a fare i conti con quella bellissima e maledetta arte del comandare (in democrazia).
Salvini (sempre un passo avanti a Di Maio) l’ha capito per primo, creando dal nulla un vertice di esperti della Lega che due giorni fa ha preso l’intero pacchetto di annunci & progetti in materia economica e ne ha fatto coriandoli, virando su un sano approccio riformista capace persino di avviare una stagione di dialogo con i protagonisti della finanza internazionale e delle istituzioni europee.

Sia chiaro: non è Bruxelles che ha fatto cambiare idea al leader della Lega. Juncker e tutti gli altri sono (allo stato attuale) tigri di cartapesta, peraltro incupite dal clima di fine mandato che è anche la fine di un’epoca, cioè quella del duopolio Ppe-Pse.

Sono gli “gnomi” dei mercati finanziari che hanno vinto la partita, facendo arrivare da tutte le parti (dal fido e realista Giorgetti alle imprese venete e lombarde, dalla finanza milanese alle istituzioni di settore come Banca d’Italia e Consob) messaggi espliciti e tutti di un solo tenore: “Andate avanti così e vi farete molto ma molto male”.
Il giovane Di Maio ci ha messo due giorni in più, ma è poi giunto alle stesse conclusioni, come dimostra la trattativa chiusa con successo sull’Ilva.

Qui si arriva a un buon risultato sotto ogni profilo (occupazionale ed ambientale in primo luogo), ma è altrettanto vero che ci saremmo risparmiati stucchevoli allusioni in materia di illegittimità della gara vinta da ArcelorMittal, sulle quali il ministro ha insistito per lunghe ed inconcludenti settimane.

Insomma è il trionfo del buon senso applicato al governo, come anche dimostrato nella vicenda dei vaccini (altro clamoroso dietrofront, su cui vorremmo leggere parole esplicite nel blog a Cinquestelle. Parole che, naturalmente, mai troveremo).

Ma questo trionfo può essere momentaneo, oppure può essere mal digerito, osteggiato, imbastardito. Occorre invece accudirlo con amore, innaffiando quotidianamente la pianta del riformismo, unica in grado di gestire le cose in un sistema complesso.

Altre sfide sono dietro l’angolo, dalla Tap alla Tav, dall’Alitalia all’insensata idea di nazionalizzare le autostrade (che si legga in proposito la poderosa intervista di Benetton al Corriere, monito esplicito a tutti quelli che pensano di fare i fenomeni).

Sono tutti capitoli che richiederanno l’applicazione rigorosa del “metodo Tria-Savona”, per il semplice fatto che alternativa non c’è.

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