Skip to main content

DISPONIBILI GLI ULTIMI NUMERI DELLE NOSTRE RIVISTE.

 

ultima rivista formiche
ultima rivista airpress

La sfida europea e il carro armato del futuro. L’analisi del sottosegretario Volpi

volpi difesa

Non solo il caccia del futuro. La partita europea riguarda anche un nuovo carro armato, e l’Italia deve pensarci sia per la “vetustà della componente pesante dell’Esercito” sia perché può dire la sua a livello industriale, soprattutto grazie alle competenze nel segmento dei propulsori di Iveco DV (che sta per Defence Vehicles), società del Gruppo CNHi con sede a Bolzano. Sul tema è intervenuto di recente il sottosegretario alla Difesa Raffaele Volpi, che ha auspicato “una riflessione sulla strada opportuna da intraprendere”.

IL CONTESTO DEI TANK IN EUROPA

D’altronde, proprio il settore dei tank è uno dei più invocati quanto si vuole dimostrare la frammentazione del contesto continentale della difesa: ben 14 veicoli da combattimento europei contro due statunitensi. Un programma europeo potrebbe in realtà essere utile, oltre che all’Italia, anche a Paesi come Polonia e Spagna. Un modello comune di carro armato andrebbe a sostituire in Francia il veicolo Leclerc, prodotto da Nexter, in Germania il Leopard 2, prodotto da KMW e in Italia l’Ariete, prodotto dal Consorzio Iveco – Oto Melara (CIO).

UNO SCENARIO SEMPRE PIÙ COMPLESSO

L’esigenza è di carattere operativo. “La rapida evoluzione e complessità dello scenario internazionale hanno indotto l’adozione di politiche di sicurezza e di difesa da parte degli Stati e delle Alleanze (Nato e Ue) via via più robuste, caratterizzate anche da incremento degli investimenti per la ricostituzione di quelle capacità convenzionali non ritenute utili in tempi di riscossione dei dividendi della pace post-guerra fredda”, ha notato Volpi. “Può non piacere, certamente, ma non lo si può ignorare”. Così, ha aggiunto, “anche il nostro Paese guarda ormai al proprio strumento militare come un mezzo indispensabile alla tutela del propri interessi nazionali”.

UNA DIFESA MODERNA

Risulta dunque “consolidato” il concetto secondo cui “per assicurare la difesa degli interessi vitali del Paese e il posizionamento nello scacchiere internazionale, occorre disporre di uno strumento militare efficiente, moderno, interforze e integrato”. In sintesi, ha rimarcato, “uno strumento bilanciato ed equilibrato, ideato sin dalla fase di progettazione per l’uso duale, a favore dell’utilizzo in tempo di pace per scopi civili a favore della collettività”. Ciò significa “con capacità di operare efficacemente nei diversi ambienti, terrestri, marittimi, aerospaziali e cibernetici e di consentire l’avanzamento tecnologico per l’integrazione a livello interforze e internazionale nonché l’uso duale dei sistemi”.

LA VETUSTÀ DELL’ARIETE

Tale equilibrio, ha rimarcato Volpi, “non può non tener conto tra le altre cose della vetustà della componente pesante dell’esercito di cui fa parte il carro armato Ariete, che ha subito il mancato ammodernamento e mantenimento in efficienza per gli effetti della contrazione delle risorse negli anni della spending review”. Un aspetto già evidenziato dal capo di Stato maggiore della Difesa, Claudio Graziano, durante la sua ultima audizione di fronte alle commissioni riunite di Camera e Senato, ha ricordato il sottosegretario.

LE OPPORTUNITÀ IN EUROPA

Si tratta comunque di “una progettualità che può beneficiare dei Fondi europei per la Difesa e della Cooperazione strutturata permanente (Pesco) per lo sviluppo di un nuovo carro in cooperazione a partire dal 2030”. Esistono sulla carta diverse possibilità, ha riconosciuto Volpi. E per questo “è opportuno avviare anche in Italia una riflessione sulla strada opportuna da intraprendere”. D’altronde “quanto è accaduto in Mediterraneo e nel Medio Oriente sta a dimostrare che non è più così sicuro che si possa contare in future evenienze sull’apporto diretto delle grandi unità militari americane”. “Meglio quindi prepararsi per tempo – ha chiosato Volpi – ed elaborare fin d’ora una strategia, coinvolgendo nel percorso anche la nostra industria fortemente bisognosa di commesse volte a sanare l’annosa questione occupazionale, fornendo convesso, occasioni irrinunciabili di crescita al sistema-Paese”.

×

Iscriviti alla newsletter