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Vi spiego che cos’è un’agenzia di rating fintech

Di Mattia Ciprian
fintech rating

Si dice che le crisi possano rivelarsi grandi opportunità: di crescita, di progresso, di rivoluzione. La crisi economica del 2008 e il conseguente fallimento di Lehman Brothers hanno portato a una crisi ben più importante; una crisi di fiducia che ha colpito l’intero mondo finanziario coinvolgendo mercati, intermediari del credito e società di servizi finanziari. Come fare a restituire credibilità a un sistema accusato di corruzione, scarsa trasparenza e poca affidabilità?

Necessario ripartire dalle basi, mettendo in discussione l’intera struttura e alzando lo  sguardo verso le nuove tecnologie rese disponibili dai progressi avvenuti in altri settori, altre discipline.

Il 2009 segna l’anno di nascita del fintech, del bitcoin, della prima piattaforma digitale di crowdfunding (Kickstarter). Che cosa definiamo “fintech”? Il fintech implica innanzitutto l’utilizzo delle potenzialità offerte dal digitale per sviluppare soluzioni in grado di rendere più efficienti, sia in termini di costi sia di tempistiche, le operazioni finanziare.

Questo è possibile solo a patto che vi sia una contaminazione di conoscenze e discipline; ad esempio in modefinance l’integrazione di competenze numerico-ingegneristiche, di una profonda conoscenza del campo finanziario e di un solido know-how delle tecnologie informatiche hanno portato allo sviluppo di More, una metodologia di valutazione del rischio di credito basata sulle più avanzate tecnologie di intelligenza artificiale e di analisi di big data.

More è un sistema di algoritmi multidisciplinari e multi-obiettivo realizzati secondo le teorie ed i principi di data science in grado di analizzare tutte le aree economico-finanziarie di una società e di fornire una valutazione accurata del merito creditizio di tutte le aziende e degli istituti bancari nel mondo. Naturalmente, il punteggio fornito da More viene integrato con le considerazioni degli analisti finanziari, a cui è affidata la responsabilità della corretta interpretazione dei risultati e il loro inserimento all’interno di una valutazione più estesa e approfondita che include l’analisi dei fattori qualitativi della società oggetto del rating.

Quindi, non basta un algoritmo per definire un’agenzia di rating fintech. Il rating di credito è un parere sulla capacità di un’azienda di generare le risorse necessarie per far fronte agli impegni finanziari contratti. Nell’analisi rientrano tutti i fattori che determinano lo stato di salute di un’azienda; sia fattori quantitativi, che comprendono tutte le caratteristiche economico-finanziare (come la redditività, la liquidità, l’analisi dei flussi di cassa e via dicendo), sia fattori qualitativi, come la credibilità dell’azienda, la stabilità del Paese in cui opera e le capacità dimostrate dal management nella gestione dell’impresa.

Non bisogna confondere il rating con lo scoring; lo scoring è un punteggio sull’affidabilità creditizia di un’azienda calcolato attraverso l’applicazione di un sistema o modello statistico prefissato. È facile intuire che trattandosi di una valutazione assegnata attraverso un calcolo, lo scoring tiene conto solo delle variabili quantificabili matematicamente, escludendo da qualunque tipo di considerazione quei fattori qualitativi che sono invece oggetto del rating e per i quali si rendono necessarie le competenze e l’esperienza di un analista finanziario.

Storicamente, le società di data providing sono state le prime ad adottare un approccio innovativo rendendo accessibili i dati economico-finanziari e le informazioni pubbliche delle aziende all’interno di database digitali e includendo nella propria offerta anche servizi di scoring automatici.

Infatti, in base alla normativa europea, possono definirsi e operare come agenzie di rating solamente le società registrate dall’autorità per la sicurezza dei mercati (Esma) in seguito al completamento di un iter procedurale volto a certificarne e vigilarne costantemente il rispetto delle norme di trasparenza e conformità.

L’esistenza di questi strumenti è il segno di una rivoluzione culturale che sta investendo la società nel nome della digitalizzazione, della trasparenza e dell’affidabilità.

 

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