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Come difendersi dalle minacce nucleari e batteriologiche. Il punto del sottosegretario Candiani

Di Stefano Candiani

La protezione dei nostri cittadini, oltre che del nostro territorio e della nostra società è una delle sfide più importanti che ci troviamo ad affrontare. Quando un sistema deve essere “protetto” è perché qualcosa o qualcuno lo minaccia. In questo nuovo secolo l’esigenza di “proteggere” deve essere fra le prime priorità di ogni Governo e Stato perché rischi e minacce si annidano ovunque. Basti pensare, fra quelli più visibili, alle conseguenze dell’immigrazione incontrollata, di una concorrenza esasperata e quasi senza controlli, di una continua fluttuazione dei capitali, di un ormai endemico terrorismo di matrice islamica.

La problematica NBCR (nucleare, batteriologico, chimico, radiologico) è una di quelle più “trasversali”, come è emerso chiaramente nel convegno promosso dal Cluster CBRN-P3. Sono elevati i rischi connessi con lo sviluppo industriale, soprattutto nel settore chimico e farmaceutico e con la crescita degli impianti in Paesi (anche a noi vicini) dove sono obiettivamente minori i controlli e le capacità di gestire le emergenze, e con la globalizzazione del mercato che comporta un fortissimo incremento dei trasporti navali e terrestri. E altrettanto elevati sono quelli legati all’errore umano e, ancor più, ai possibili atti criminali di singoli, della delinquenza organizzata e, soprattutto, di gruppi terroristici.

La “trasversalità” è ben evidenziata da una delle caratteristiche del settore NBCR: se si dovesse verificare un’emergenza, molto probabilmente le cause (accidentali o umane, involontarie o volontarie, criminali o terroristiche) risulterebbero secondarie rispetto agli effetti e all’impegno necessario per affrontarla.

Altrettanto “trasversale” deve essere il modo di affrontarla perché un’eventuale emergenza NBCR chiamerebbe in causa aspetti operativi, scientifici, sanitari, di isolamento dell’area interessata, di trasporto, di informazione pubblica. E tutto questo tenendo conto che in un’emergenza NBCR il fattore tempo è sicuramente fondamentale. Il ministero dell’Interno è uno degli elementi cardine del nostro sistema di protezione, attraverso le sue due componenti coinvolte: la Polizia di Stato e il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco. Anche per questo ruolo, ho accettato di partecipare a questa iniziativa per testimoniare l’impegno del governo e di tutto il nostro Ministero.

La Polizia, attraverso tutte le sue componenti, rappresenta il nostro deterrente nei confronti dei rischi legati all’intervento umano, soprattutto con motivazioni criminali. Il nostro primo obiettivo è impedire che le minacce si concretizzino: di qui l’importanza di assicurare il controllo del territorio e, in particolare, di quanti sono individuati come potenzialmente pericolosi. I Vigili del Fuoco sono il principale strumento operativo per affrontare le emergenze. Nel settore NBCR è stato costituito uno specifico nucleo con un elevato livello di addestramento e professionalità. Perché, soprattutto nelle fasi iniziali, sono proprio loro i primi a dover e poter intervenire.

In tutti i due i casi è evidente che l’efficacia del loro lavoro dipende molto dalla preparazione non solo degli uomini impiegabili, ma anche delle procedure da adottare e dalla capacità di saper gestire una sistematica raccolta di informazioni che consentano in tempi rapidissimi di programmare ogni intervento.

Di qui l’impegno del governo di assicurare la massima attenzione alle esigenze di questi nostri due organismi e, in modo particolare, agli uomini che ne fanno parte e che ne rappresentano la linfa vitale. Il nostro obiettivo è garantire loro di poter operare nelle migliori condizioni di sicurezza e riconoscere loro migliori condizioni di vita.
Ma per affrontare più efficacemente le problematiche NBCR dobbiamo fare uno sforzo collettivo in tutti i settori coinvolti. Fra gli altri vorrei ricordare quello sanitario, quello della ricerca e della formazione, quello tecnologico e industriale. La “trasversalità”, a cui prima facevo riferimento, richiede un approccio interdisciplinare e, a livello statale, interministeriale e centrale-periferico. Su questo fronte penso dovremo lavorare nei prossimi mesi per assicurare un’ancora maggiore “protezione” del nostro sistema-paese.

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