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Un Festival dedicato a Giovannino Guareschi

Vi ricordate Giovannino Guareschi, giornalista (creò e diresse Candido , il più noto settimanale satirico italiano), scrittore (inventò Don Camillo conosciuto in tutto il mondo grazie alle traduzioni dei libri ed alle versioni cinematografiche), polemista (per una polemica finì in carcere), figura culturale di spicco?

A Busseto si ricordano i 110 anni dalla nascita e i 50 dalla scomparsa di Giovannino, grazie a un Festival dedicato al cinema rurale e ai grandi registi emiliani legati alle tradizioni della terra, nel nome dello scrittore italiano più tradotto al mondo. Dal 10 Novembre al 9 Dicembre, la prima edizione del Busseto Festival Guareschi, tutta incentrata sul cinema tratto dai testi di Guareschi, vedrà la proiezione dei film della saga di Don Camillo nel piccolo, sontuoso teatro d’opera di Busseto, introdotti da coppie di critici, studiosi, politici e giornalisti accomunati dalla passione per il “Mondo piccolo”. Tra questi, il professore e scrittore Giorgio Vittadini, il giornalista Alessandro Sallusti, il professore e scrittore Michele Guerra, il giornalista Umberto Brindani, il giornalista e saggista Michele Brambilla, il politico e presidente di Fondazione Symbola Ermete Realacci, il professore e saggista Roberto Balzani, l’assessore regionale Massimo Mezzetti, il giornalista Filiberto Molossi, il giornalista Egidio Bandini. L’ingresso alle proiezioni è libero.

E fuori dal teatro? Due mostre realizzate dall’Ibc – Emilia Romagna arricchiranno il corso principale e la piazza di Busseto mentre le trattorie della Bassa, in quegli stessi giorni in fermento per il ‘November Porc’ – partner del festival – dedicheranno un menu che avrebbe messo d’accordo Don Camillo e Peppone.

Busseto non è solo il luogo natìo di Giuseppe Verdi – qui ogni cosa ricorda il suo genio – ma anche la patria adottiva di Giovannino Guareschi. Proprio a pochi passi dalla casa natale di Verdi, infatti, Guareschi volle aprire il suo bar, ancora funzionante, e il suo ristorante oggi sede di una esposizione permanente a cura del Club dei Ventitré.

Busseto Festival Guareschi, a cura di Ater, Associazione Teatrale Emilia Romagna, è un progetto del Comune di Busseto, in collaborazione con November Porc, all’interno del programma del Comitato Guareschi 2018 – Medaglia d’oro del Presidente della Repubblica – e con il patrocinio di Destinazione Turistica Emilia e Regione Emilia Romagna. I film sono stati gentilmente messi a disposizione da Mediaset.

“Il Busseto Festival Guareschi ripropone i famosi film di Don Camillo in chiave originale e critica mostrandone i nessi e le differenze rispetto al Mondo Piccolo descritto nei libri di Giovanni Guareschi – sottolinea Giorgio Vittadini, presidente del Comitato Guareschi 2018. “Sono perciò una occasione speciale per capire (divertendosi) la grande capacità di pennellare le profondità dell’umano del grande scrittore emiliano”.

“Per noi della Bassa, forse più che per altri – precisa Giancarlo Contini sindaco di Busseto – Giovannino Guareschi non è il padre di un prete e di un sindaco che si vogliono rompere la testa a vicenda, sì anche di quelli, ma soprattutto di due figli di questa terra che in ogni circostanza, tanto più nelle difficoltà, sanno riconoscere nell’altro il valore, il rispetto, il lavoro, l’onestà, la verità di una amicizia. Siamo noi, quelli che vediamo sullo schermo o di cui leggiamo; noi come forse dovremmo ancora essere”.

“Una delle menti più versatili della nostra terra – ricorda Massimo Mezzetti, assessore alla Cultura della Regione Emilia-Romagna – Guareschi si è contraddistinto per il suo spirito anticonformista, la sua opera è oggetto di analisi da parte di intellettuali e studiosi, storici del giornalismo e della letteratura che hanno contribuito a farne una figura di primo piano nel panorama culturale del ‘900. Una figura ricca per i rapporti con la scena politica e i forti contatti col territorio, per l’alternanza di opere grafiche e fotografie, testi originali e traduzioni cinematografiche. La valorizzazione della sua opera è per la Regione Emilia-Romagna un atto dovuto, per questo abbiamo intrapreso un percorso di qualità attraverso il lavoro capillare svolto dall’Istituto beni culturali della Regione”.



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