Oggi gli scontri di potere avvengono anche attraverso gli annunci e la disinformazione. Le recenti affermazioni del vice presidente Mike Pence che accusa la Cina di voler influenzare la politica statunitense possono essere verosimili e inverosimili nello stesso tempo. L’intenzione di Trump, così come di qualunque altro Presidente prima di lui, è quella di perseguire gli interessi degli Stati Uniti d’America: cercare di condizionarlo o di appannarne l’immagine all’interno o all’esterno è nell’interesse di quei Paesi che vogliono contrastare la supremazia economica, politica e militare americana nel mondo.
In tale scenario un ingrediente centrale è rappresentato dall’intelligence, strumento decisivo per tutelare l’Interesse nazionale, anche influenzando le opinioni pubbliche dei vari paesi e i rispettivi decisori. Ovviamente, nell’ambito nazionale le informazioni fornite dall’Intelligence vanno considerate nel modo più opportuno, mentre quando l’intelligence si rivolge all’esterno di tratta di azioni di influenza volte a limitare l’operatività, fornire false informazioni, indurre scelte sbagliate, diffondere teorie del complotto, alimentare la politica dello scandalo che poi è quella che rende di più nella politica contemporanea. È un grande gioco nel quale si esercitano tutti i paesi che sono in grado di farlo.
Infatti, come ricorda l’Ecclesiaste, non c’è nulla di nuovo sotto il sole anche se adesso i media richiedono nuove modalità di azione e la Rete rende planetarie informazioni e conflitti. È fuor di dubbio che l’Intelligence del futuro si confronterà sempre più su internet poiché le guerre saranno di natura culturale ed economica, si baseranno sulla disinformazione e verranno combattute quasi esclusivamente sul web: è l’eterna lotta per il potere combattuta con i metodi contemporanei.
Occorre quindi essere sempre più consapevoli del ruolo dell’intelligence, a tutti i livelli. Nella corso delle epoche storiche inevitabilmente cambiano sempre molte cose. L’attività di Intelligence rimane invece una costante, dall’alba dei tempi. Anche nella Bibbia si ricorda quando Mosè mandó i dodici esploratori, uno per ogni tribù di Israele, per verificare se nella terra di Canaan ci fossero le condizioni adatte per l’insediamento del popolo eletto. Le cose non sono cambiate: chi ha più informazioni e le sa usare prevale sempre sull’altro e chi le sa prima prevale ancora di più.
È evidente che le tecnologie contemporanee determinino diverse modalità di applicazione di questo strumento che sarà sempre utilizzato. Inoltre, bisogna constatare che oggi viviamo nella società della disinformazione, permanente e intenzionale, dove in pratica quasi tutto è fake news. In questo quadro di disinformazione, gli Stati svolgono un ruolo determinante, ma non come in passato poiché oggi il dominio dell’informazione non è degli Stati ma dei privati.
I dati del cyber-spazio sono posseduti in gran parte dalle multinazionali finanziarie americane che a loro volta controllano le cinque sorelle della Silicon Valley: Google, Amazon, Facebook, Apple, Microsoft. A queste si stanno potentemente affiancando anche le big company cinesi che, però, utilizzano sempre i modelli pensati negli States. Non a caso, è di questi giorni la notizia secondo cui la Cina avrebbe utilizzato dei chip per rubare dei segreti di Apple e di Amazon: è difficile dire se sia vero ma è altamente verosimile. Infatti, le società cinesi che producono apparecchiature elettroniche hanno subito forti perdite in borsa alla sola notizia di queste presunte intromissioni.È tutto collegato.
Questo significa che lo spionaggio non è stato affatto sepolto dal crollo del muro di Berlino ma è più vitale che mai. Non a caso, nell’epoca dell’overdose di informazioni, ovvero in quella che abbiamo definito società della disinformazione, probabilmente quelle che mancano sono proprio le notizie giuste che consentono di comprendere la realtà e prevalere sugli altri. La raccolta di questi elementi a volte è lecita, altre volte è illecita.
Come si può quotidianamente constatare, l’attività di spionaggio non è svolta solo dagli Stati ma anche le grandi multinazionali producono e utilizzano l’Intelligence in modo molto avanzato. Nel nostro Paese, per esempio, la presenza globale dell’Eni è molto apprezzata e ritengo contribuisca in maniera considerevole al perseguimento dell’interesse nazionale italiano.
In questo gioco delle ombre nessuno può essere una mammoletta poiché ogni Paese si comporta esattamente come tutti gli altri. Anzi, più uno Stato cerca di prevalere, maggiormente utilizza i sistemi di Intelligence per tutelare l’Interesse Nazionale: uno Stato forte non può che fare così; solo gli Stati deboli non riescono ad utilizzare i Servizi di Intelligence in modo da rafforzare il benessere e la sicurezza nazionale. In definitiva, occorre prestare sempre maggiore attenzione alla disinformazione poiché condiziona in modo consistente opinioni pubbliche nazionali fortemente volubili, emotive e sostanzialmente con un basso livello di istruzione.
Tutto questo provoca il cosiddetto “effetto sciame”: le ondate di indignazione e di attenzione verso un argomento appaiono rapidamente e rapidamente scompaiono. E questo vale sopratutto per il consenso agli uomini politici. Si vive in democrazie basate “sull’aria che tira” poiché condizionate dagli umori di un’opinione pubblica che può essere manipolata attraverso i media in modo molto più agevole e diffuso che in passato. E non a caso i tentativi di condizionamento di cui stiamo oggi parlando sembrano provenire da Stati come la Cina e la Russia dove il peso delle opinioni pubbliche è assai relativo.