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Investire per crescere. Scandizzo spiega la ricetta di Tria

Il rilancio degli investimenti pubblici in Italia è una necessità, ma molti ostacoli si frappongono alla destinazione di risorse sufficienti e a una azione vigorosa di governo. Anzitutto, l’involuzione istituzionale e la riduzione delle capacità progettuali della Pa sono un circolo vizioso che mette in campo un continuo sabotaggio, seppur in parte involontario, della realizzazione di piani e progetti. In secondo luogo, il continuo richiamo all’emergenza sui bilanci pubblici genera una forma di miopia economica (il cosiddetto “short-termism) che considera gli investimenti irrilevanti per rilanciare la crescita nel breve termine. In terzo luogo, c’è una lobby crescente di interessi che vede nella compressione degli investimenti pubblici l’unica possibilità di guadagnare ancora rendite (o di non perderle) dalla spesa pubblica.

La politica economica ha la responsabilità di invertire il processo di deterioramento degli investimenti pubblici cha ha gravi conseguenze sulla produttività e sulla credibilità di lungo termine del sistema Italia.

Benché soggetti a distorsioni e a una forma di parallela miopia e di predilezione per i guadagni di breve termine, i mercati finanziari sono essi stessi il luogo dove le valutazioni dei benefici futuri vengono scontate e trasformate in aspettative e valori presenti. Gli “spread” crescenti sono anche il riflesso di un sentiment negativo degli investitori rispetto alle prospettive di crescita del nostro Paese e della sua capacità di alimentarle operando scelte allocative di lungo termine. Un’azione ad ampio raggio per rilanciare gli investimenti è quindi necessaria anche per convincere i mercati della sostenibilità futura del sistema Paese. Secondo le previsioni del DEF, questa azione si basa anche su una maggiore destinazione di risorse (circa 15 Mld Euro per anno) per gli investimenti pubblici, ma soprattutto punta a migliorare i risultati delle attività della Pa, attraverso due nuovi strumenti che permettano di utilizzare la leva dell’investimento nella capacità di progettare e realizzare investimenti pubblici.

Il primo strumento consiste in una Task Force capace di assicurare un coordinamento centralizzato del ciclo del progetto per le infrastrutture, attraverso un’azione continua di analisi e di monitoraggio. A causa della sua posizione nell’amministrazione centrale dello Stato e, allo stesso tempo, delle responsabilità speciali che le saranno conferite, la Task Force dovrà essere efficace nell’impostare un ciclo di progetto efficiente e nel collegarlo al processo di bilancio e contabilità nazionale, intervenendo rapidamente per rimuovere gli ostacoli alla realizzazione delle opere pubbliche. Ampi termini di riferimento per i suoi compiti, inoltre, le permetteranno di svolgere un ruolo di coordinamento e metodologia che va oltre le funzioni di una semplice agenzia esecutiva e appare cruciale nella governance della selezione e dell’attuazione dei progetti, per stabilire un modello di comportamento esemplare anche per progetti diversi dalle infrastrutture.

Il secondo strumento consiste invece in un Centro di Competenze con il compito di offrire servizi di assistenza tecnica e di assicurare standard di qualità per la preparazione e la valutazione di programmi e progetti da parte delle amministrazioni pubbliche centrali e periferiche. Questa iniziativa permetterà anche di creare nel tempo un insieme di capacità professionali interne alla Pa nell’intera gamma di competenze, tipologie e dimensioni della progettazione tecnica ed economica degli investimenti pubblici.

Il successo di queste misure dipenderà dalla realizzazione di una serie di azioni concomitanti, oltre che dalla forza delle idee. Innanzitutto, è necessario ricomporre le differenze tra piani e progetti attraverso la definizione di piani infrastrutturali basati su chiare priorità economiche e ambientali. In secondo luogo, tutto il lavoro nel settore delle infrastrutture deve avere anche lo scopo di promuovere la conoscenza e costruire capacità nei settori chiave della progettazione e gestione del progetto, compresa la selezione, la valutazione e il monitoraggio. In terzo luogo, la Pa deve assumere la responsabilità di sviluppare e promuovere sistematicamente la metodologia della valutazione del progetto, fornendo istruzioni dettagliate, norme di applicazione e incentivi appropriati. In quarto luogo, attraverso la un’azione diretta e indiretta, che coinvolge, ma non si esaurisce con la Task Force, il Governo dovrà promuovere l’informazione, la partecipazione e la democrazia deliberativa per tutte le parti interessate.

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