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Paolo VI, uomo, Papa, Santo. Il documentario sui media vaticani

Paolo vI

“Io penso che bisogna sdoganare l’aspetto umano di Montini, fondamentale. Nel processo di canonizzazione canonizziamo l’uomo che è stato sacerdote, e non il papa. Bisogna quindi vedere come si è evoluto e aperto a certe istanze. Figlio di un giornalista e politico ma anche di una donna sempre aperta a tutti. Lo ha portato alle Grazie da bambino pregando la Madonna. Se il papà gli ha fatto vedere la fede sotto l’aspetto dello studio, del pensiero e dell’approfondimento, sotto l’aspetto dell’azione con Dio, diretta, che potremmo dire la dimensione mistica del rapporto personale, gliel’ha data la madre. Lui questo lo dice”. Sono le parole pronunciate da padre Antonio Marrazzo, postulatore della causa di canonizzazione di Paolo VI, durante la presentazione presso la Filmoteca Vaticana del WebDoc a puntate intitolato ‘Paolo VI. Un uomo, un Papa, un Santo’, una web serie di 12 episodi con al centro ognuno specifici aspetti del Pontificato del papa bresciano, della sua vita, delle sue caratteristiche umano.

A partire dal 4 ottobre il documentario sarà disponibile on line, ogni giorno, sul sito Vatican News e diffuso attraverso le piattaforme social del nuovo portale dei media vaticani.

“Montini passa per il papa della modernità, anzi della contemporaneità, perché è contemporaneo, per me sotto certi aspetti è l’ultimo papa rinascimentale. Per come ha mostrato la Chiesa come sede di possibilità umana, radice di salvezza”, ha continuato padre Marrazzo, conversando alla fine della presentazione con i giornalisti. “Quello che caratterizza Montini è il Concilio. se non partiamo da lì non capiamo le altre cose. Questo si aggancia al discorso umano, le Brigate rosse attaccano il discorso sacerdotale ed è la punta di una certa santità, disposizione a diventare martire”.

“Nel Concilio la Chiesa ha vissuto una svolta diventata anche sociale. Oggi parliamo di pace, diritti umani, valore come persona, nascono nel Vangelo, Cristo persona e punto di riferimento. Montini si è mosso in questa linea”, ha spiegato ancora il sacerdote. “Era un uomo che ha vissuto la fede con intelligenza, non aveva paura. Non era il Papa del dubbio, guardava le cose da tutte le prospettive”. Visto poi che “Montini non è collocabile”, ha spiegato padre Marrazzo, inzialmente riluttante a concedere interviste con la paura di possibili strumentalizzazioni.

“Una figura terribilmente poliedrica, passa dall’arte, alla poetica, alla letteratura, gli artisti, il teatro, la liturgia, Montini affronta tutti gli argomenti possibili. Si preparava. Era un uomo consapevole e fortemente responsabile, aveva il senso di un ruolo apostolico e non politico”, ha concluso. E sul tema dell’Humanae Vitae, “io penso che bisogna sentire la sua ultima omelia in cui raccomanda l’attenzione ai giovani. I due miracoli sono al feto, non alla madre, ma alla persona umana che sarà. In quello troviamo l’attenzione ai giovani, che vivono con impulso, fantasia, bisogno di unità. Ma come aiutiamo e accompagniamo i giovani? Nel modo corretto, più giusto e più umano? Montini oggi ci chiederebbe questo”.

Il filmato a puntate è prodotto da Vatican Media e Officina della Comunicazione, in collaborazione con una serie di soggetti del territorio lombardo, dall’Arcidiocesi di Milano e la Diocesi di Brescia, che riproporranno il documento sui propri canali mediatici, a realtà private quali A35 Brebemi, Cisaf e Ubi Banca. Il tutto seguendo quanto già fatto per Giovanni XXIII, ovvero per la Peregrinatio delle spoglie di Roncalli a Bergamo e Sotto il Monte. L’obbiettivo è promuovere la conoscenza di Montini e avvicinarlo ai fedeli in vista della canonizzazione.

“Il racconto è pensato in vista della canonizzazione di Paolo VI”, ha infatti spiegato Don Dario Viganò. “Dopo il racconto molto positivo del viaggio di Giovanni XXIII abbiamo pensato al fatto che il web doc è una forma che aiuta a entrare nell’attualità di papi e santi che con il loro pensiero e i loro gesti ci mostrano la strada di oggi”. Delle clip, ha infatti spiegato il monsignore, la prima è l’attesa per la canonizzazione, poi la vita sacerdotale, la comunità in cui è cresciuto e ha operato, infine l’incontro con Aldo Moro, con i fotografi, con gli artisti, con cui riallaccia un rapporto complesso, raccontato anche dall’intervento dall’attore Gigi Proietti. Fino ad arrivare alla nascita di Avvenire, “di cui Paolo VI fu parola determinante e anche autoritaria, che unificò due giornali, non senza polemica”, ricorda monsignor Viganò.

E l’osservazione dell’atterraggio sulla luna, la visita all’Onu, e quella tra gli operai dell’ItalSider di Taranto. Fino ad arrivare al Concilio, “che Paolo VI ebbe il coraggio di riaprire e portare a compimento”.

Il film è stato realizzato con la consulenza di storici della Chiesa come Marco Roncalli, dei monsignori Pierantonio Tremolada, del parroco del paese natale di Montini, e Fabio Peli, ma anche dell’arcivescovo di Milano Mario Delpini, di quello di Taranto, Filippo Santoro, o di Andrea Riccardi, fondatore della Comunità di Sant’Egidio. Media partner è Avvenire, che ne supporterà anche la diffusione in rete e nell’edizione cartacea. “Nel nome della sinergia tra i media cattolici, più volte auspicata da Papa Francesco, faranno altrettanto anche gli altri organi informativi della Conferenza Episcopale Italiana: Tv 2000 e l’Agenzia Sir”, spiega il comunicato.

“Se parliamo di convergenza tra i media cattolici Avvenire nasce da questa, non scontata”, ha infatti spiegato il direttore del quotidiano della Cei Marco Tarquinio. “Siamo in un tempo speciale, il nostro cinquantesimo anno, in cui si fa la canonizzazione di Paolo VI padre di Avvenire. Un Papa figlio di un giornalista, che ha conosciuto la comunicazione come parte costruttiva del suo dna. È bello che si fa sistema mediatico tra i soggetti cattolici, ma è anche naturale che accada. Io spero che sia un progetto che si allarghi a macchia d’olio nel mondo e in Europa”, ha così affermato Tarquinio.

“Paolo VI ha costituito il mio modo di concepire la fede e la vita cristiana. Nel filmato l’ho chiamato Poeta di Dio, perché mi ha incisa l’anima del modo in cui riusciva a usare la parola, con un nitore e una forza travolgente. Io da giovane che si commuoveva fino alle lacrime, ascoltavo le sue parole. Aveva capacità di dire parole diverse. Oggi abbiamo bisogno di ascoltare parole diverse rispetto al leitmotiv del nostro tempo”. Montini infatti, ha concluso il direttore, è “il Papa del Concilio, dell’incontro con la modernità, della Chiesa cattolica esperta di umanità, che faceva capire cosa portava la Chiesa nel grande consorzio delle nazioni. Lo facciamo con gratitudine e riconoscenza”



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