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La tabella di marcia del generale Rosso, nuovo capo di Stato maggiore dell’Aeronautica

Il rischio di tagli al budget della difesa non sembra spaventare Alberto Rosso, nuovo capo di Stato maggiore dell’Aeronautica militare. A Ciampino, il generale ha ricevuto la bandiera di guerra della Forza armata dalle mani “dell’amico fraterno e di lunga data” Enzo Vecciarelli, pronto il prossimo lunedì ad assumere la guida dello Stato maggiore della Difesa. Soffermatosi con la stampa a margine della cerimonia di avvicendamento, Rosso non ha nascosto “emozione, commozione e orgoglio” per il nuovo incarico.

LA CONTINUITÀ DELL’AERONAUTICA 4.0

La priorità del suo mandato, ha spiegato, è dare “continuità” a quanto fatto dal generale Vecciarelli, che nel marzo del 2016 ha lanciato la vision denominata Aeronautica 4.0. L’idea era (ed è) di rendere lo strumento aeronautico più efficiente, votato all’innovazione, al cyber e alla superiorità informativa. Un “cambio di paradigma” con al centro il personale, chiamato a ripensarsi in un complessivo processo di autocritica e miglioramento. Tutto questo risponde a due esigenze. Primo, far fronte a minacce sempre più complesse ed evolute. Secondo, riuscire ad assolvere al dovere di difesa della nazione in un contesto di risorse (finanziarie e umane) ridotte rispetto al passato. Oltre alla spending review degli ultimi anni, infatti, entro il 2024 la Forza armata dovrà ridurre il proprio personale da 45mila unità a circa 33mila.

LE GIUSTE RISORSE

In tutto ciò, ha detto chiaramente Rosso, l’obiettivo è “fare in modo che l’Aeronautica continui a essere spirito e sprone di adattamento”, anche per le altre componenti della Difesa italiana. Eppure, l’annunciata riduzione del budget difesa non sembra spaventare il generale, che arriva al vertice dell’Arma Azzurra dopo essere stato capo di gabinetto del ministro di palazzo Baracchini. “Le risorse sono sempre inferiori rispetto ai sogni di un capo di Forza armata”, ha detto. “Il punto è trovare l’equilibrio tra le esigenze di capacità e ammodernamento, e le esigenze di spesa”. D’altra parte, ha rimarcato, “il Paese ha tante priorità; noi rappresentiamo solo un tassello”. Ad ogni modo, “è giusto e doveroso” che le Forze armate ricevano “le giuste risorse”, considerando anche che “c’è una soglia sotto la quale bisogna ricordare che le capacità potrebbero essere intaccate”.

VERSO UN CACCIA EUROPEO DEL FUTURO

Il generale è intervenuto anche sul tema del caccia di sesta generazione, quello che dovrà sostituire gli Eurofighter e volare insieme agli F-35 a partire dal decennio 2040. Parigi, Berlino e Londra hanno già fatto le loro mosse, con le prima due impegnate in una collaborazione bilaterale (sul Fcas), e la terza che a luglio ha presentato il progetto nazionale denominato Tempest. Si tratta di “scaramucce tra equilibri industriali”, ha spiegato il generale, dicendosi convinto (“come Alberto Rosso, e non come capo di Stato maggiore dell’Aeronautica”) che l’Europa, tutta insieme, si doterà di “un unico esemplare”. Anche questa è un’esigenza dettata dalla necessità di “non disperdere risorse”, che non cancella comunque il bisogno “di un nuovo velivolo tra venti/trent’anni”. Ricordiamoci, ha notato il generale, “che l’Eurofighter è stato progettato negli anni 80”.

ESIGENZE MULTIRUOLO

In tal senso, il futuro è già tracciato, ed è quello di velivoli “multiruolo”; non più solo cacciabombardieri, ricognitori, o per sorveglianza, ma aerei che possano svolgere una molteplicità di missioni. “L’F-35 già lo è”, ha evidenziato Rosso, ed è per questo che il caccia di quinta generazione “è fondamentale per l’Aeronautica militare”. Allo stesso modo, il generale non esclude la possibilità di creare “Stormi compositi”, come già avviene in altri Paesi e su cui è già in atto “una riflessione”. Ma la sfida più grande? “Rientrare dopo sei anni nella Forza armata. Nei giorni scorsi, ho ritrovato un’Aeronautica moderna ed efficiente, che mi ha già trasmesso grande entusiasmo”.

(Foto: Aeronautica militare via Twitter)



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