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Sharing mobility e app. Il nuovo paradigma dello spazio urbano

Di Alessandro Tommasi

Liberi, mobili e in condivisione. 10.8km/h è la velocità media di un’auto lungo un tragitto urbano in una città greca. 1,5 è il dato medio di riempimento delle automobili nelle nostre città. Due dati su tutti che danno il senso di quanto le automobili siano sempre meno un mezzo efficiente per spostarsi in città; tutto questo al netto delle esternalità negative sul lato ambientale che i motori a scoppio hanno avuto storicamente e ancora oggi hanno. Gli italiani cominciano a pedalare (148mila e-bike vendute nel 2017) e a usare mezzi di micromobilità elettrica (45mila venduti nel 2017).

Quando nei primi anni 2000 Segway lanció il proprio mezzo si trattava di una grande innovazione sicuramente dal punto di vista tecnologico quanto culturale, ma probabilmente due fattori ne impedirono lo sviluppo e diffusione massiva: il costo e la percezione della società. Oggi siamo abituati da anni a condividere auto, moto, case durante i nostri viaggi e questo è possibile anche con i nuovi strumenti di mobilità personale (monopattini elettrici, hover board, skateboard elettrici ecc.). Inoltre, è sempre più diffusa e accettata l’idea che questi non siano strumenti per il divertimento dei bambini o che debbano essere limitati a turisti un po’ tristi in giro per le nostre città. Oltre il 60% dei viaggi in città ha una lunghezza inferiore ai 3km. Il viaggio medio con un monopattino elettrico in città come Parigi e Madrid è di circa un miglio (1.6km). Tragitti troppo brevi per la macchina e troppo lunghi per camminare. Una città è quindi più smart con mezzi di trasporto meno ingombranti, più rispettosi dell’ambiente e condivisi. Se si pensa poi che il 30% circa del traffico urbano è costituito da quanti pur avendo già raggiunto la loro destinazione stanno cercando parcheggio, si comprende il boom globale delle aziende di e-scooter, come sono chiamati comunemente i monopattini elettrici. Perché l’esperienza sia di qualità per il consumatore e positiva per le città è però necessario che aziende ed istituzioni locali avviino proficue conversazioni, anche attraverso la condivisione di dati (aggregati ed anonimizzati) in grado di consentire alle città risparmi attraverso, anche, migliori investimenti in altri metodi di trasporto urbano locale. In Italia, a differenza di quanto accade ormai in quasi tutti i Paesi europei, la legge nazionale non consente (in maniera chiara) né l’utilizzo dei monopattini (seppure ne siano stati venduti oltre 45mila) né alle città di avviare sperimentazioni.

Il Comune di Milano – ad esempio – ha recentemente pubblicato un avviso di interesse pubblico per la messa in condivisione di mezzi di trasporto alternativi elettrici (monopattini appunto ma anche hover board skateboard ecc.) purché omologati o forti di una sperimentazione ministeriale che però tarda ad arrivare. Secondo un recente sondaggio condotto da Lorien Consulting in collaborazione con Legambiente, la terza rilevazione semestrale del proprio Osservatorio sulla Mobilità nuova e sostenibile, certifica l’aumento dell’uso della sharing mobility, nonostante la scarsità dell’offerta sull’intero territorio nazionale il 40% degli italiani – pur non avendo ad oggi avuto la chance di provarlo – ha affermato che userebbe questi mezzi di trasporto se la normativa la consentisse. Nei primi sei mesi del 2018 il 13% degli italiani ha usato un’auto condivisa, il 3% in più rispetto al semestre precedente. Il 12% degli italiani usa solo il car sharing per guidare un’auto. Usa la bicicletta il 28% degli italiani: il numero è calato del 4% rispetto al semestre precedente, secondo i rilevatori il minor utilizzo è regolare durante la stagione fredda.

Speriamo che su misure green, condivise ed innovative l’Italia voglia abbracciare il cambiamento che stanno attraversando centinaia di città in giro per il mondo per un moderno modo di vivere le città. Più spazio ai cittadini e ad un nuovo paradigma di circolazione condiviso e sostenibile. La sfida che si pone è dare una risposta all’inquinamento delle città e all’emergenza climatica del pianeta e il modo in cui si sceglierà di cambiare la mobilità definirà i caratteri dello sviluppo del nostro Paese. I nuovi sistemi di mobilità del XXI secolo potrebbero ridefinire l’uso dello spazio urbano. “Serve una trasformazione radicale della nostra mobilita” come evidenziato nell’ultimo report dall’European environment agency.

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