“Il governo non ha ancora tagliato nulla sulla difesa, ma ha recuperato una quota razionalizzando e rimodulando alcuni programmi”. Lo ha detto il sottosegretario di Stato alla Difesa Angelo Tofalo, in quota M5S, partecipando a Roma all’evento “Il (nuovo) ruolo dell’Italia, quali strategie in Europa e nel Mediterraneo”, organizzato dal centro studi Geopolitica.info in collaborazione con il Rotary Club Roma Polis.
RIPARTIRE DALL’EUROPA
“Lì dove l’euro ha fallito a creare un’Europa unita, l’industria della difesa può riuscire”, ha spiegato Tofalo. Il punto di partenza è un contesto internazionale “complesso”, denso di minacce e sempre più imprevedibile. Unire gli sforzi nel Vecchi continente risulta una necessità, quantomeno per competere con i big mondiali come Stati Uniti, Russia e Cina. In questo sforzo europeo, “l’Italia può trovare voce creando proprie progettualità molto specifiche ad alto contenuto tecnologico”, ha rimarcato il sottosegretario.
NESSUN TAGLIO ALLA DIFESA
Ne consegue un’inevitabile attenzione al comparto della difesa, concetto tuttavia lontano da quello di “spese militari inutili” lanciato a più riprese dal vice premier Luigi Di Maio. Sul tema, Tofalo ha detto: “Il governo non ha tagliato ancora nulla, ma ha ricavato una quota (lo stesso Di Maio ha parlato di mezzo miliardo, ndr) razionalizzando e rimodulando alcuni programmi”, il tutto “per aiutare l’industria della difesa”.
AUMENTARE LA COMPETITIVITA’
Poi, “quello che possiamo fare è andare d’accordo con i Paesi alleati in ambito europeo, mettendoci tutti quanti assieme per sviluppare progettualità importanti”. L’occasione, ha ricordato Tofalo, è offerta dal Fondo europeo per la difesa (Edf), proposto dalla Commissione con una dotazione di 13 miliardi di euro per il periodo 2021-2027. Cogliendo tale opportunità, “l’Italia deve puntare molto a sviluppare un’industria della difesa forte per poter essere competitivi sui mercati globali”.
IL DOSSIER F-35
In tal senso, Tofalo è intervenuto anche sul dossier F-35, su cui è in corso la “valutazione tecnica” promossa dal ministro Elisabetta Trenta. “È un velivolo di altissimo livello – ha ammesso Tofalo – ma dobbiamo dirci che si tratta di una tecnologia americana”, quella che “io chiamo a sovranità limitata”. Eppure, “si tratta di un velivolo di quinta generazione che non siamo in grado di realizzare da soli; per questo siamo costretti a lavorare con gli americani”.
VERSO LA SESTA GENERAZIONE
D’altra parte, se l’Italia è ferma con una valutazione sulla quinta generazione, il resto d’Europa è già sulla sesta. Tofalo ha ricordato il Tempest (progetto del Regno Unito per sostituire dal 2040 gli Eurofighter e cooperare proprio con gli F-35), ma anche come Francia e Germania si siano mosse avviando una collaborazione sul velivolo da combattimento del futuro (Fcas). E l’Italia? “Dovremo essere forti per sederci ad alcuni tavoli europei”, ha concluso Tofalo, premendo per “cooperare tutti insieme” con “progettualità che premiano anche l’industria italiana”.