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L’umanesimo digitale e la sfida dei modelli esponenziali. La lectio di David Orban al Digitalmeet

Di Laura Aglio
digitalmeet chip

“Guardare, Immaginare, Costruire e Diventare il Futuro”. Con questo titolo, che racchiude anche una sfida, si è aperta la lectio di David Orban, all’Auditorium dell’Orto Botanico di Padova nell’ambito di Digitalmeet 2018.

Orban, presidente di Singularity University Italy, è stato premiato come ambasciatore di Digitalmeet, il più grande e diffuso festival italiano sull’alfabetizzazione digitale (www.digitalmeet.it), quest’anno alla sua sesta edizione, dedicata all’umanesimo digitale, ha toccato oltre 16 regioni, 150 eventi e 300 speaker.

Nell’affrontare il rapporto tra tecnologia e progresso Orban, investitore, imprenditore, speaker, autore e leader di pensiero nel panorama mondiale della tecnologia, ha voluto analizzare le sfide all’orizzonte e il modo corretto per affrontarle. In un panorama tecnologico ormai maturo e decisamente veloce nella sua evoluzione, appunto “esponenziale”, come i modelli da lui studiati, che sta rivoluzionando i nostri stili di vita e i nostri comportamenti, l’attenzione è stata posta sulla forza positiva della tecnologia e sulla necessità di cambiare approccio verso una maggiore consapevolezza e inclusione. L’esempio preferito da Orban è il genoma umano: “Per sequenziare un solo genoma negli anni ’80 ci son voluti 15 anni e 3 miliardi di dollari. Oggi, grazie all’introduzione dell’informatica nel campo della biologia, per mappare il nostro Dna bastano due settimane e qualche migliaio di euro”.

Pur nelle differenze che ancora caratterizzano il mondo imprenditoriale, per modello di business e dimensioni, e constatate le divergenze di orientamento all’innovazione soprattutto nell’adozione delle tecnologie 4.0, non manca un accenno all’importanza di un futuro più sostenibile a cui i modelli esponenziali tendono. Orban propone alle aziende tecnologiche di offrire soluzioni in grado di avanzare lo stato di benessere, anche se ancora ne riconosce un percorso molto lungo e tortuoso che richiederà un dialogo robusto per prendere decisioni coerenti. Il problema è orientarsi in mezzo a tanta complessità, dove gli scenari tecnologici sono potenzialmente infiniti e gli algoritmi e la potenza di calcolo dei computer aumentano la nostra capacità di scegliere, fornendoci sempre nuovi gradi di libertà.

“La digitalizzazione è la forza che dematerializza, demonetizza e democratizza l’accesso alle tecnologie esponenziali che stanno cambiando il mondo e grazie alle quali riusciremo a disegnare un futuro sostenibile, a beneficio di tutta l’umanità”. Con questa affermazione Orban non lascia spazio alle imprese sul loro livello di digitalizzazione.

La tecnologia rimane un potente driver nei processi di trasformazione della società, ma anche secondo Orban la persona deve essere al centro delle decisioni da prendere. Ogni cambiamento non può che essere progressivo, anche se non necessariamente costante e lineare, oggi accelerato dalle tecnologie e dalle loro applicazioni. Tale cambiamento non si compie da solo e soprattutto non è qualcosa di compiuto, ma per definizione, in continua evoluzione. Interpretare quindi questo sforzo costante per monitorare e adattarsi ai cambiamenti come una premessa necessaria che anche i policy maker dovranno saper cogliere: “ascoltate e mettete tutto continuamente in discussione” il suo monito!

Ed ecco quindi la sfida che ogni anno lancia Digitalmeet in maniera sempre più vasta e diffusa nel Paese. Portare pillole di alfabetizzazione a cittadini e imprese.

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