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Accademia Filarmonica Romana. Duecento anni, ma non li dimostra

L’Accademia Filarmonica Romana sta per celebrare i 200 anni. Nonostante le forti ristrettezze finanziarie ha presentato un programma per la stagione 2018-2019 con proposte concertistiche di grande qualità, la formazione, la divulgazione musicale e l’alfabetizzazione di un nuovo pubblico, con il sostegno agli interpreti giovani e alle esperienze più vivaci della musica contemporanea.

La stagione inizierà al Teatro Olimpico e tornerà con una serie di rappresentazioni (sino al 18 novembre) del Don Giovanni nella edizione dell’Orchestra di Piazza Vittorio che si è vista in Italia ed all’estero con grande successo.

Dieci appuntamenti portano la grande musica al Teatro Argentina, rinnovando una collaborazione ormai pluriennale con il Teatro di Roma. La musica da camera è al centro della programmazione, nella convinzione che rappresenti l’essenza più profonda del fare musica, insieme, in un dialogo paritario tra gli interpreti. Si apre aprire il 17 gennaio con l’Arte della Fuga, in cui le voci strumentali si intrecciano in infinite combinazioni, a costituire uno dei più geniali e misteriosi monumenti dell’arte musicale, nonché il cimento di appassionati esecutori e studiosi. Un’attenzione speciale è riservata agli interpreti italiani, capaci di esprimere una qualità esecutiva di altissimo livello che mi sembra giusto evidenziare, proprio nel settore cameristico: oltre all’Accademia Bizantina, impegnata nel capolavoro bachiano, ci saranno il Trio di Parma con il violista Simonide Braconi, il Quartetto d’archi della Scala con il clarinettista Fabrizio Meloni e il duo formato da Sergej Krylov e Itamar Golan. Le avventurose vicende della musica del Prete Rosso saranno al centro della narrazione musicale de L’affare Vivaldi, con Federico Maria Sardelli e l’ensemble Modo Antiquo.

È un omaggio alla grande scuola violoncellistica di Antonio Janigro la presenza nel cartellone di tre interpreti di grande spessore: l’eclettico violoncello di Giovanni Sollima in Ba-Rock, Enrico Dindo in duo con il percussionista Simone Rubino in un programma a sorpresa e due prime assolute di Carlo Boccadoro e Roberto Molinelli, e Mario Brunello che intreccia con il Coro del Friuli Venezia Giulia inediti percorsi. Mozart in the Quartet è il titolo scelto infine per i due appuntamenti in cui Sandro Cappelletto illustra ‒ con il Quartetto Guadagnini ‒ la storia del percorso compositivo del Salisburghese. La Filarmonica accoglie come complesso in residence per i prossimi tre anni il giovane Quartetto Lyskamm, formato da valenti strumentisti italiani che scalano le montagne con impegno e passo sicuro. Eseguiranno i 6 Quartetti op. 18 di Beethoven (e questo sarà il loro contributo all’integrale beethoveniana che presenteremo nel 2020, suddivisa tra quattro complessi di fama mondiale), i 6 Quartetti di Bartók e sei composizioni contemporanee.

Il Festival Internazionale della Danza di Roma ha annunciato la presenza dei Momix, la più celebre compagnia di danza americana, che hanno scelto la Filarmonica per il debutto mondiale del nuovo spettacolo Alice. In programma al Festival anche la sontuosa versione de Lo Schiaccianoci con la coreografia di Marius Petipa affidata per l’inaugurazione del Festival del 7 gennaio al Moscow Classical Russian Ballet, mentre i Mummenschanz portano a Roma il loro nuovo spettacolo You & Me, un viaggio nella fantasia illimitata del celebre gruppo teatrale svizzero, che trasforma gli oggetti del quotidiano con un linguaggio immaginario e poetico.

La Sala Casella ospita un’attività multiforme e sempre più estesa: i Concorsi internazionali di composizione e di esecuzione della Fondazione Valentino Bucchi con i concerti dei finalisti (e la partecipazione del Quartetto Noûs); i quattro concerti della rassegna Chopin e… con i più promettenti giovani pianisti che si stanno perfezionando all’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, in un dialogo fra le principali composizioni di Chopin e i mondi sonori di Schumann, Liszt, Skrjabin e Rachmaninov; sempre in collaborazione con l’Accademia ceciliana tre concerti degli allievi dei corsi solistici in progetti di musica d’insieme, dedicati quest’anno al repertorio romantico. Quattro anche le serate riservate alla musica contemporanea nella nuova edizione del ciclo Assoli, con sette appuntamenti di cui il primo sarà un omaggio a Ivan Fedele comprendente anche nuove composizioni in prima assoluta, mentre gli altri saranno doppi concerti all’interno della stessa giornata. Si rinnovano infine le collaborazioni con la Società Umanitaria per “Giovani talenti in concerto” e l’Associazione Fabrica per “Musica e Letteratura”.

Si intensificano le iniziative dedicate ai più piccoli, gli ascoltatori di domani, che già oggi sono protagonisti di un’esperienza musicale con i concerti di Allegro capriccioso, dedicati alla fascia di età tra 0 e 3 anni, e con il progetto OperaEducation di AsLiCo per il pubblico più giovane delle scuole, quest’anno incentrato su L’Elisir d’amore di Donizetti. Grazie alla collaborazione con il Dipartimento di didattica del Conservatorio Santa Cecilia, porteremo nelle scuole romane giovanissimi interpreti, mentre alcuni solisti che ospiteremo all’Argentina hanno dato la disponibilità a incontrare a loro volta i ragazzi delle scuole.

RossiniLab è un progetto quinquennale (2019-2023), con il patrocinio della Fondazione Rossini, dedicato ai giovani cantanti lirici e ai pianisti maestri collaboratori. Giovanni Battista Rigon e Cesare Scarton prepareranno con un selezionato gruppo di giovani interpreti le cinque farse di Gioachino Rossini con periodi di studio presso la Sala Casella e allestimenti al Teatro di Villa Torlonia, grazie alla partecipazione di un ensemble orchestrale costituito dagli allievi dei Corsi di Alto Perfezionamento dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia. Un secondo progetto didattico sarà a cura di mdi ensemble, una delle realtà più interessanti e accreditate nel panorama della nuova musica, ed è dedicato alla musica di oggi: Newmusicweek è un workshop di composizione e analisi tenuto da un autore di fama internazionale ‒ quest’anno toccherà a Beat Furrer ‒ e da una masterclass sulla prassi esecutiva strumentale contemporanea guidata dai membri di mdi ensemble.

(Foto: Manuela Giusto)


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