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Così l’Aeronautica italiana insegna ai francesi a volare

C’è un settore di cui l’Italia è leader mondiale, tanto che addirittura i cugini d’Oltralpe vengono a imparare da noi. È quello dell’addestramento al volo, propedeutico a formare i piloti che manovreranno i caccia del futuro nei più complessi scenari internazionali. È un ruolo conquistato grazie a capacità industriali, tecnologie all’avanguardia e alle competenze dell’Aeronautica militare.

LA CERIMONIA A GALATINA

Tutto ciò è ben visibile al 61° Stormo di Galatina, a Lecce, dove ha sede la Scuola internazionale di volo della Forza armata. Ieri, quindici ufficiali italiani, francesi e kuwaitiani hanno ricevuto l’aquila turrita, simbolo del conseguimento del brevetto di pilota militare. A mettergliela sul petto è stato il sottosegretario alla Difesa Angelo Tofalo. “La tecnologia e il modello formativo militare italiano sono all’avanguardia”, ha detto nel suo intervento. “Queste capacità sono riconosciute da tutti, soprattutto dalle nazioni che affidano all’Aeronautica militare italiana la formazione di base e avanzata dei propri piloti; storia, tradizioni, tecnologia e l’elemento umano fanno dell’arma azzurra uno dei fiori all’occhiello dell’Italia, amato e apprezzato in tutto il mondo”.

VERSO LA QUARTA FASE

Ora, ai quindici nuovi piloti militari (tra cui i francesi figurano per la prima volta) non rimane che la cosiddetta IV Fase, l’ultima prima di salire a bordo dei velivoli nei rispettivi reparti operativi. La faranno sull’M-346, l’addestratore avanzato di Leonardo, reduce dal tour in Medio Oriente condotto in partnership con l’Aeronautica. Grazie alle potenzialità tecnologiche che lo connotano, il sistema addestrativo permette ai neo piloti militari “aerotattici” di addestrarsi in scenari complessi e di confrontarsi con un aereo dalle altissime prestazioni avioniche e aerodinamiche. A ciò si aggiunge la tecnologia “Live, Virtual and Constructive Simulation” del T-346 (così denominato dall’Am): gli allievi hanno la possibilità di interagire, attraverso il simulatore, con i piloti in volo nell’ambito della stessa missione addestrativa. Nel complesso, è il Sistema di addestramento integrato (Its) che ruota intorno al 346, e che ha attirato a Galatina allievi di numerose nazionalità, tra cui statunitensi, spagnoli e austriaci.

LA COLLABORAZIONE CON L’INDUSTRIA E IL FATTORE UMANO

“Senza dubbio, i brillanti risultati ottenuti in questi anni sono anche il frutto di un stretto e proficuo legame con l’industria nazionale in un’ottica di sistema-Paese”, ha spiegato ieri il generale Alberto Rosso, neo capo di Stato maggiore dell’Aeronautica militare. Si tratta di “una sinergica collaborazione che promuove l’eccellenza italiana in campo aeronautico e industriale e che trova, nella Scuola internazionale di volo del 61° Stormo, una delle sue migliori espressioni e sintesi”. A fare la differenza sono le tecnologie, ma anche il fattore umano. “La componente tecnologica – ha spiegato Rosso – rappresentata dal sistema d’arma (dall’aereo), è senza dubbio l’elemento che caratterizza la nostra Forza armata, quello che la identifica maggiormente nell’immaginario collettivo; tuttavia, anche la tecnologia più sofisticata a poco vale se non supportata dalla qualità dell’elemento umano e dal lavoro di squadra”.

LA SCUOLA INTERNAZIONALE

Tutto questo passerà presto al livello successivo. La Scuola di volo di Galatina è pronta a ricevere risorse aggiuntive (compresi altri M-346), messe a disposizione dalla società guidata da Alessandro Profumo, senza ulteriori costi per l’Am. Ai 18 velivoli dell’Aeronautica se ne aggiungeranno infatti altri quattro “empowered by Leonardo”, che fornirà anche nuovi servizi a partire dal 2019. È l’International Flight Training School, su cui l’azienda e la Forza armata hanno siglato un accordo lo scorso luglio, esempio evidente di partenariato pubblico-privato. Oltre alla base leccese, ne sarà individuata un’altra per rispondere a una domanda internazionale che si è già dimostrata piuttosto cospicua. Per ora, è la Sardegna a essersi candidata con Decimomannu, su cui la Difesa e la Regione, in collaborazione con Leonardo, stanno portando avanti una valutazione.

L’M-346

Seppur reduce dalla sconfitta negli Stati Uniti per la maxi gara T-X, l’M-346 resta a detta degli esperti il migliore addestratore sul mercato, acquistato in 72 esemplari in tutto il mondo. È in fase di sviluppo la versione da attacco leggero (FA), in mostra lo scorso luglio al salone di Farnborough e diretto a occupare una precisa fetta di mercato: quella dei Paesi che cercano un velivolo in grado di svolgere missioni operative a un costo ridotto rispetto a quello di un fighter.

L’OFFERTA DI LEONARDO

Tornando all’addestramento, Leonardo parla ormai di “famiglia di prodotto”. L’offerta dell’azienda, ha spiegato il capo della Divisione Velivoli Lucio Valerio Cioffi, “copre l’intero percorso addestrativo, dalla fase basica con il nuovo M-345 fino a quella avanzata con l’M-346”. Per quanto riguarda il primo, arriverà a Galatina nel 2020, con l’Aeronautica che ha già identificato un fabbisogno fino a 45 esemplari (denominati T-345A). Sostituiranno gli MB-339 impiegati per l’addestramento ma anche per le celebri Frecce tricolori. A completare l’offerta c’è poi il sistema di terra, il Ground based training system (Gbts), “perfettamente integrato con gli aeromobili e in grado di assicurare un’elevata qualità nell’addestramento a fronte di significative efficienze gestionali”, ha rimarcato Cioffi. “Tali piattaforme e sistemi – ha detto concludendo – permettono di offrire ai clienti di tutto il mondo una soluzione addestrativa chiavi in mano in grado di garantire il massimo standard qualitativo in ogni fase della formazione dei piloti”.

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